HOME CRONOLOGIA

Il traduttore si scusa per gli errori

 
Due generali, due grandi

Eroi della Patria

 

 

18 novembre 2011 - www.granma.cu

Máximo Gómez y Serafín Sánchez Valdivia

Máximo Gómez y Serafín Sánchez Valdivia

 

Nato il 18 novembre del 1836, a Baní, a Santo Domingo, Máximo Gómez emigrò a Cuba il 13 luglio del 1865. dopo alcuni mesi a Santiago di Cuba, andò a El Dátil, giurisdizione di Bayamo. Lì cominciò a cospirare con i rivoluzionari cubani che volevano l’emancipazione della Patria.

 


 

Nella stessa provincia orientale, Máximo Gómez sviluppò le sue attività militari come capo e realizzò il 4 novembre del 1868 la prima carica al machete a Venta del Pino di Baire, guidando inesperti combattenti contadini e sbaragliando il nemico colonialista superiore per numero armi e addestramento.

 

Da allora quel metodo di lotta divenne lo strumento fondamentale della lotta dei mambì per trent’anni (1868-1898).

 

Generale di mille battaglie e formatore di grandi capi, la sua disciplina e il valore gli fecero meritare il rispetto delle forze dei mambí, con le quali realizzò la prima invasione dell’ Esercito Liberatore nell’Occidente.

 

L’interruzione temporanea della campagna indipendentista per via del patto di Zanjon, e lo obbligò ad andare all’estero. Le molte penurie – perse anche diversi dei suoi figli – non lo piegarono nei suoi ideali e si dedicò ai preparativi di una nuova guerra.

 

Identificato con il pensiero di José Martí nei suoi ideali di unità latinoamericana, Máximo Gómez considerava di grande importanza della fraternità dei popoli delle Antille, per affrontare l’espansione imperialista yankee.

 

L’intervento militare yankee frustrò l’ideale della piena sovranità di Cuba e Puerto Rico e con una chiara visione, lui condannò l’occupazione militare nordamericana a Cuba.

 

L’8 gennaio del 1899, nel suo Diario di campagna, scrisse: “Gli americani stanno facendo pagare troppo caro con l’occupazione militare del paese… il giorno in cui terminerà questa strana situazione, è possibile che gli americano non lasceranno qui nemmeno un poco di simpatia...”

 

 

Serafín, generale di tre guerre

 

 

Serafín Sánchez Valdivia morì combattendo il 18 novembre del 1896.

 

Su di lui, José Martí a New York scrisse: "Di solidi meriti e puro cuore il coraggioso e sensato cubano Serafín Sánchez. Da soldato ha percorso tutta Cuba, ed ha acquistato una gloria giusta e grande. È persona di discrezione e di maneggio di uomini; di assoluta onestà è riservato ed ha anche una statura di colonna”.

 

Serafín nacque il 2 luglio del 1846 a Sancti Spíritus.

 

Prima dello scoppio della guerra del 1868, lavorò come maestro e il 6 febbraio del 1869 si sollevò armato contro il colonialismo spagnolo, seguito da 45 uomini e fu il generale dell’ esercito mambí nelle tre guerre.

 

Vincolato strettamente a Máximo Gómez, fu il vincolo tra l’eroe delle mille battaglie e l’apostolo José Martí. Per il suo grande prestigio rivoluzionario, contribuì decisamente, sempre a lato di Martí, ad unire a i vecchi combattenti con i cospiratori civili e per la sua autorità nel centro dell’Isola, a dare forza al movimento clandestino.

 

Quel 18 novembre del 1869, il Generale Serafín, Ispettore Generale dell’Esercito Liberatore, partecipò al combattimento durissimo che sostennero le forze mambì per quattro ore contro due numerose colonne nemiche, al passo de Las Damas sul fiume Zaza.

 

Una pallottola attraversò il maggiore generale Serafín Sánchez, dalla spalla destra alla sinistra, recidendo l’arteria polmonare e provocandone quasi immediatamente la morte. Ebbe solo il tempo di dire: “Mi hanno ucciso, ma non è niente. Continuate la marcia!”