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Il traduttore si scusa per gli errori

 
Perché Cuba ha dovuto ricorrere allo

‘Stato di Necessità’ per proteggersi?

 

 

3 ottobre 2011 - www.granma.cu

 

 

In questi giorni Cuba ricorda quella mostruosa azione di 35 anni fa che commosse il popolo cubano: l’esplosione in volo di un aereo civile della Cubana de Aviación con 73 persone a bordo.

 

Uno degli assassini è morto recentemente negli Stati Uniti, protetto dalle autorità, anche se non aveva mai rinunciato all’esercizio della violenza terrorista.

 

Orlando Bosch Ávila, come Luis Posada Carriles ed altri figuri della mafia cubano americana hanno goduto della più assoluta impunità per aggredire il popolo cubano.

 

Orlando Bosch si era posto in contatto con la CIA dagli inizi degli anni ’60, come ha riconosciuto la stessa Agenzia - e non poche altre fonti - è stato ubicato nel gruppo che organizzò ed eseguì l’assassinio del presidente John F. Kennedy nella città di Dallas ( Texas) il 22 novembre del 1963.

 

Dal 1963 fu immerso in attività di bombardamenti agli zuccherifici cubani. Secondo la stampa di Miami di quell’epoca, Bosch si vantò d’aver lanciato 5000 capsule di sostanze di fosforo vivo sul territorio cubano, ed a proposito di quell’azione aveva dichiarato ai media della stampa: “ Se avessimo le risorse, Cuba brucerebbe da un estremo all’altro!”

 

Il 16 settembre del 1968, Bosch si trasferì al porto di Miami e lanciò un proiettile di bazooka contro la nave polacca Polanica, nel porto stesso della città, come aveva già fatto contro altre imbarcazioni, ed indirizzò minacce scritte al Presidente del Messico, al capo dello Stato spagnolo, generale Francisco Franco, e al primo ministro britannico, Harold Wilson, pretendendo di provocare danni a navi ed a aerei di quelle nazioni. Fu così condannato a 10 anni di carcere. È noto che in Cuba e all’estero, organizzato sopratutto da Miami e New York, il gruppo di Bosch ha collocato più di 100 bombe contro obiettivi in 30 paesi negli ultimi due anni.

 

Con la complicità di alcune autorità nordamericane nel 1972 cominciò un processo per cercare di rimetterlo in libertà e - per esempio – l’allora governatore della Florida, Claude Kirk, in una cena promossa dalla Camera di Commercio Latina, dominata dalla mafia cubana, aveva dichiarato: "Quando penso negli i uomini liberi che cercano di liberare la loro Patria, devo pensare nel dottor Bosch e sto lavorando effettivamente per far sì che sia liberato, e credo che tra poco vedrò i risultati”.

 

Orlando Bosch tornò in libertà con la condizionale, senza condizioni, ed iniziò di nuovo le sue attività terroristiche violando il suo status ed uscì dal paese per andare in Venezuela e poi in Cile, dove stabilì un programma di cooperazione con la dittatura di Pinochet.

 

Nel maggio del 1976, una lunga udienza del Vicecomitato Giudiziario del Senato degli Stati Uniti discusse il tema del terrorismo nell’area di Miami e lì apparvero funzionari della CIA, del FBI e di altre istituzioni nordamericane, che assicurarono che Orlando Bosch era il terrorista più attivo.

 

In quella udienza del Senato, ufficiali federali assicurarono che ‘Bosch è ben finanziato da pochi ricchi esiliati negli Stati Uniti che appoggiano i suoi tentativi estremisti, e che la politica degli Stati Uniti in relazione a Bosch era cambiata, perchè il Governo non voleva più spendere denaro nella sua estradizione, processo e reclusione’, disse una fonte del Dipartimento di Giustizia.

 

Nel 1976, creò il CORU, Coordinamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (CORU), che in quell’anno e nei successivi eseguì decine di azioni terroristiche contro entità cubane e di altri paesi latinoamericani ed europei.

 

La prima azione del CORU fu realizzata il 10 luglio del 1976 contro la linea aerea Cubana de Aviación in Barbados; l’11 contro Air Panamá in Colombia; il 23 fu assassinato Artagñan Díaz Díaz, funzionario dell’Istituto Cubano della Pesca a Mérida, in Yucatán, Messico, quando tentarono di sequestrare il console cubano in quella città. E così molti altri attentati sono al 6 ottobre quando esplose in volo l’aereo della Cubana de Aviación in Barbados, piano lungamente sognato dal terrorista Orlando Bosch.

 

Con l’appoggio di Otto Reich e della Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) ritornò negli Stati Uniti.

 

Detenuto, dopo un’investigazione, il Procuratore Generale aggiunto interino degli USA, Joe D. Whitley, determinò che doveva essere deportato perché: “Bosch è uno straniero inammissibile perché ci sono ragionevoli motivi per credere che probabilmente si dedicherà dopo il suo ingresso ad attività che sono proibite dalle leggi degli Stati Uniti relative allo spionaggio, al sabotaggio e al disordine pubblico, e ad altre attività sovversive per la sicurezza nazionale”.

 

Il New York Times del 17 agosto del 1989 scrisse che la congressista d’origine cubana  Ileana Ross Lehtinen, con l’appoggio di Connie Matt e Jef Bush, negoziò personalmente con l’allora presidente George Bush, padre, la liberazione di Bosch.

 

Nella conferenza stampa che seguì la sua liberazione nel 1990, Bosch descrisse apertamente l’accordo che aveva firmato pochi minuti prima con le autorità nordamericane come "ridicolo" e una "farsa".

 

Il terrorista aggiunse con la sua arrogante ironia: “Hanno comprato le catene, ma non hanno la scimmia”.

 

E così iniziò di nuovo le sue attività contro rivoluzionarie e fondò anche il detto Partito Protagonista del Popolo senza essere molestato dalle autorità nordamericane.

 

Dietro a questa copertura creò la corporazione non lucrativa "El Gran Operador", per ricavare fondi e inviare mezzi e risorse da guerra ai suoi accoliti in Cuba, usando lo slogan ‘Miscela per muratori’.

 

Bosch ha avuto il cinismo, in un’intervista televisiva, di designare le 73 vittime dell’ esplosione dell’aereo cubano, come “quattro o cinque negrette...”

 

Per questi motivi Cuba ha dovuto ricorrere allo Stato di Necessità, per proteggere il suo popolo e infiltrare uomini degni come i Cinque Eroi nelle organizzazioni terroristiche per controllare le loro attività.