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Il traduttore si scusa per gli errori

 
30 novembre del 1956 

Machado Ventura alla

 commemorazione del 30 novembre

 

 

 

1 dicembre 2011 - Francisco Sánchez www.granma.cu

 

 

Il primo vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri di Cuba, José Ramón Machado Ventura, con altre personalità del Partito Comunista di Cuba, ha presieduto questo mercoledì la cerimonia nazionale per il 55º anniversario armato di Santiago di Cuba che si è svolta nel Teatro Heredia, e alla quale hanno partecipato combattenti dei fatti del 30 novembre del 1956, invitati delle organizzazioni politiche e di massa del territorio e una rappresentazione della popolazione cittadina.

 

Foto: Eduardo Palomares CalderónJosé Ramón Balaguer Cabrera, membro della Segreteria ha pronunciato il discorso centrale, risaltando che nell’attualità la battaglia è economica, e va vinta con ordine, disciplina ed esigenza, per preservare la Rivoluzione e il Socialismo.

 

Carlos Sarabia ha parlato per i combattenti di quelle gesta ed ha ricordato il ruolo di Frank País come capo e organizzatore delle azioni del 30 novembre.

 

 

Scoperta una statua

di Frank País

 

 

Una statua in bronzo della figura de Frank País è stata scoperta nel municipio di Segundo Frente, nella commemorazione dei 55 anni dal Sollevamento armato a Santiago di Cuba.

 

L’immagine è un omaggio al giovane e coraggioso leader della lotta clandestina che diresse il sollevamento con l’obiettivo di appoggiare lo sbarco degli 82 ribelli che navigavano nello yacht Granma, comandati da Fidel Castro.

 

Imponente, nei suoi due metri d’altezza - col bracciale e il fucile nella mano - la statua invita al combattimento rivoluzionario proprio in questo territorio della Sierra che fu parte del II Fronte Orientale Frank País , fondato e diretto dal comandante Raúl Castro nel 1958.

 

Luis Mariano Frómeta, creatore della statua, ha indicato che si tratta d’una replica della rappresentazione che si trova nel parco che porta il nome del giovane eroe, nel litorale di Santiago, il sogno dell’Eroina Vilma Espin, eterna amica di Frank e combattente in quella guerra d’emancipazione.

 

30 novembre del 1956


Il giorno in cui Santiago di

Cuba si vestì di verde olivo

 

 

 

30 novembre 2011 - www.granma.cu

 

 

 

Come racconto Vilma Espín, Frank País fu con Fidel in Messico nell’agosto e nell’ottobre del 1956. Nell’ultima riunione, Fidel nomina Frank, Capo Nazionale d’Azione e su proposta di Frank, si decise di preparare una forte azione insurrezionale armata a Santiago, accompagnata da azioni diverse in vari punti dell’Oriente e in altri luoghi dell’Isola, dove fosse possibile.

 


La vecchia caserma della polizia di Santiago de Cuba arde per le bottiglie Molotov tirate dai rivoluzionari

Dopo aver ricevuto il telegramma dal Messico “Opera richiesta terminata”, inviato all’indirizzo di Arturo Duque de Estrada, il 28 novembre, Frank País aveva organizzato una riunione con i capo del gruppo. L’obiettivo dell’azione era immobilizzare l’esercito a Santiago sino allo sbarco di Fidel e dei suoi uomini.

 

La mattina del 29 si precisarono date e ora: il giorno dopo, dalle 7 di mattina.

 

Il 30 novembre del 1956, Santiago de Cuba si svegliò vestita di verde olivo. l’uniforme che usavano per la prima volta i soldati della Rivoluzione.

 

Mai nella storia del paese una città aveva cooperato unanime e ardente a un sollevamento rivoluzionario come nell’allora capitale d’Oriente. L’esercito di Batista si vide assediato dalle pallottole dei ribelli e dal sostegno che la popolazione dava informando i rivoluzionari di qualsiasi movimento dei militari.

 

Lo stesso Frank narrò in una breve sintesi quel che avvenne a Santiago di Cuba quel 30 novembre, memorabile e storico: "La città si svegliò con una sparatoria generale. Armi di tutti i calibri vomitavano fuoco di mitraglia, e poi l’allarme delle sirene dei pompieri, della caserma Moncada, della Marina. Il rumore dogli aerei che volavano bassi e incendi in tutta la città. L’esercito rivoluzionario dominava le strade e l’esercito di Batista pretendeva di togliere loro quel dominio. Le grida dei nostri compagni assecondati dalla popolazione e mille fatti indescrivibili ed emozioni distinte. La popolazione intera di Santiago ardente e alleata dei rivoluzionari, cooperò unanimemente con noi: curavano i feriti, nascondevano gli uomini armati, prestavano le case e vigilavano i luoghi, avvisandoci dei movimenti dell’ esercito. Era bello lo spettacolo di un popolo che cooperava con tutto il suo coraggio nel momento più difficile della lotta”.

 

Quello stesso popolo poi, con dignità, eroismo e ribellione, seppe portare sulle spalle sino al cimitero i morti nel combattimento, giurando davanti alle loro tombe di continuare la lotta.

 

Baire, Puerto Padre e lo zuccherificio "Ermita", furono altri scenari di azioni rivoluzionarie durante quella giornata di ribellione del 30 novembre

 

Nella capitale d’Oriente, i rivoluzionari riuscirono a mantenere il controllo delle strade per varie ore, mentre le forze repressive del regime, sconcertate e prese dal timore dei primi momenti, non osavano uscire dalle caserme assediate. I corpi armati della tirannia, con superiorità numerica e materiale, ripiegarono di fronte ai primi attacchi dei giovani rivoluzionari.

 

Anche se non coincise con lo sbarco del Granma, com’era il proposito, il sollevamento popolare del 30 novembre a Santiago di Cuba, costituì una vittoria politica indiscutibile che confermò la capacità dell’organizzazione del movimento rivoluzionario e la piena identificazione del popolo con questo, decisi a continuare la lotta sino a conquistare la piena indipendenza della Patria.

 

Il sollevamento del 30 novembre divenne un ponte storico tra la Moncada e il Granma e fu un’azione che contribuì a ridare al popolo la coscienza di se stesso.

 

Fu profonda l’importanza che lasciarono dietro a sè quelle ore difficili e decisive.

 

E fu alto il prezzo da pagare, la perdita di tre preziose vite: Pepito Tey, Otto Parellada e Tony Alomá, soldati infaticabili della Patria che provarono con la loro morte che per un vero rivoluzionario la morte non è che una forma di lotta, un prolungamento e un trionfo della vita.