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Cuba aumenta la sua produzione

alimentare ma continua ad importare

più di quanto produce

 

25 agosto 2011 - www.granma.cu

 

In questa prima parte dell’anno, Cuba ha aumentato la sua produzione agricola, tuttavia lo Stato sarà costretto ad investire 300 milioni di dollari in più per l’importazione di alimenti nel 2011.

 

Come segnalato dal quotidiano Juventud Rebelde, durante il primo semestre del 2011 si è registrato un aumento del 6,1% nella produzione agricola rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, ma nonostante ciò, non vi è stata una correlazione diretta tra l’aumento della produttività in questo settore e la relativa offerta.

 

La vendita di prodotti agricoli nei mercati è infatti diminuita del 5,7%, mentre i prezzi sono aumentati mediamente del 7,8%.

 

Il governo del presidente Raúl Castro, a partire dal 2008, ha intrapreso una politica di cambiamenti nel settore agricolo, che prevede una maggiore apertura al settore privato, con lo scopo di aumentare la produzione e di ridurre contemporaneamente le importazioni di alimenti che quest’anno hanno sfiorato i 2mila milioni di dollari.

 

“Niente di tutto ciò è avvenuto. Al contrario, si è verificato esattamente l’opposto. Le casse piangono, sono ancora più leggere” afferma Juventud Rebelde, che aggiunge inoltre che lo Stato dovrà stanziare più di 300 milioni di dollari in aggiunta alla cifra prevista per le importazioni di alimenti nel 2011.

 

A Cuba, lo Stato vende alla popolazione un paniere di alimenti a prezzi sussidiati, che comprende riso, zucchero, fagioli, pollo, uova, latte in polvere ed altri prodotti, che però non riescono a coprire i bisogni alimentari della popolazione.

 

L’aumento della produzione alimentare, riportato dall’Officina Nazionale di Statistiche ed Informazione di Cuba, secondo quanto afferma Juventud Rebelde “serve solo a confermare che si è arrestata l’ulteriore caduta del settore e che le politiche economiche agricole stanno funzionando”.

 

Nonostante l’aumento della produttività però, ancora non si è raggiunto il livello di produzione dello stesso periodo del 2008, prima del passaggio dei tre cicloni che devastarono l’Isola. “Le statistiche non si mangiano” ha concluso Juventud Rebelde.