“Il maggior ostacolo che affrontiamo nel compimento degli accordi del VI Congresso è la barriera psicologica formata dall’inerzia, l’immobilismo, la simulazione o una doppia morale, l’indifferenza e l’insensibilità, che siamo obbligati a superare con costanza e fermezza”

Discorso pronunciato dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri nel Settimo Periodo Ordinario di Sessioni della VII Legislatura dell’ Assemblea Nazionale del Potere Popolare, il 1º agosto del 2011, "53º Anno della Rivoluzione"

 

 

 

Foto: Jorge Luis GonzálezCompagne e compagni:

 

considerando che negli ultimi giorni abbiamo svolto varie riunioni, tra le quali un Consiglio dei Ministri molto ampliato, la cerimonia centrale per il 58º anniversario del 26 di Luglio, il secondo Plenum del Comitato Centrale del Partito sabato scorso, ugualmente con molti invitati, il mio intervento di fronte a questa Assemblea sarà breve, perchè non ripeterò quello che ho detto in quelle attività.

 

Inoltre, i deputati nelle loro rispettive commissioni e nel plenario hanno analizzato le informazioni dettagliate sull’andamento dell’economia nel primo semestre e stimate per il resto dell’anno, così come hanno approvato la liquidazione del bilancio del 2010.

 

Sono stati informati sulla costituzione e il funzionamento della Commissione Permanente d’Implementazione e Sviluppo, creata a partire dagli accordi del Sesto Congresso del Partito, per condurre il processo d’attualizzazione del modello economico cubano in forma armonica e integrale.

 

Nello stesso tempo il Parlamento ha accordato di sostenere e approvare nella giornata di oggi, nello spirito e nel testo, le Linee di Politica Economica e Sociale del Partito e la Rivoluzione, e questo si tradurrà in un lavoro legislativo accresciuto per formare le basi legali e istituzionali a favore delle modifiche funzionali, strutturali ed economiche del paese.

 

Con questo stesso proposito l’Assemblea Nazionale ha autorizzato la realizzazione dell’ esperimento nelle province di Artemisa e Mayabeque, nell’interesse della separazione delle funzioni delle assemblee del Potere Popolare e dei Consigli dell’ amministrazione, con l’obiettivo di studiare questa esperienza per la sua ulteriore generalizzazione, per questo sarà necessario precedentemente introdurre le modifiche pertinenti nella Costituzione della Repubblica.

 

Questo mi libera dall’entrare nei dettagli e mi permette di concentrarmi negli aspetti più concreti.

 

Nel primo semestre l’economia è cresciuta del 1.9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e si stima che alla fine dell’anno la crescita sarà del 2.9% del Prodotto Interno Lordo, il detto PIL.

 

Anche se i risultati in generale sono positivi, persistono mancanze nell’Agricoltura, nell’ Industria Alimentare, nelle Siderurgica e la Meccanica, nella Leggera e dei Materiali della Costruzione, per via di errori nella pianificazione e mancanza d’integralità nella direzione di questi rami dell’economia.

 

Nonostante le insufficienze tuttavia esistenti, si può affermare che è migliorata l’efficienza energetica dell’economia nazionale, è cresciuta la produzione di petrolio grezzo ed è anche diminuita in forma lieve quella dei gas accompagnanti, e si stima che verrà compiuto il piano previsto per quest’anno.

 

Si è interrotto il deterioramenti della produzione di zucchero, è stata registrata una crescita significativa nell’arrivo dei turisti; sono stati rilevati risultati superiori in diversi settori e si è riusciti a preservare un adeguato equilibrio monetario interno, mantenendo una correlazione favorevole della produttività e del salario medio.

 

Le esportazioni si sono incrementate e sono diminuite le importazioni.

 

Senza dubbio esiste una tesa situazione nelle finanze estere, anche se alleviata parzialmente dai processi di ristrutturazione dei debiti con i nostri principali creditori, e questo ha contribuito a continuare la riduzione delle ritenzioni dei trasferimenti all’estero e ci situa nella condizione di poter ratificare che saranno soppresse definitivamente prima del termine di quest’anno, come ha annunciato il Ministro d’Economia e Pianificazione.

 

Continueremo nel cammino di recuperare progressivamente la credibilità internazionale dell’economia cubana.

 

Il Consiglio dei Ministri nella sua sessione del mese di giugno, ha approvato le Linee generali per l’elaborazione del piano del prossimo anno, che deve superare le incoerenze e le insufficienti conciliazioni, tuttavia presenti.

 

Nel 2012 l’economia nazionale continuerà sottoposta agli effetti della crisi economica globale, la scalata dei prezzi degli alimenti, annunciata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), così come se manterranno elevati quelli del combustibile e altre materie prime, e proseguiranno le restrizioni per l’ottenimento di nuovi finanziamenti, oltre a quelle derivate dal blocco nordamericano.

 

Queste realtà ci obbligano ad accelerare il perfezionamento del lavoro di direzione degli organismi e il disimpegno delle imprese e di altre istituzioni e raddoppiare la riqualificazione dei dirigenti a tutti i livelli per rendere realtà il contenuto delle Linee approvate dal Congresso del Partito, in particolare per ciò che si riferisce alla crescita del ruolo della contabilità e del controllo interno, come strumenti insostituibili della gestione imprenditoriale e anche del contratto, fattore decisivo nelle inter -relazioni dei differenti attori della vita economica della nazione.

 

È imprescindibile instaurare nuovamente la disciplina finanziaria nell’economia e far terminare la superficialità e la negligenza che caratterizzano le relazioni delle riscossioni e dei pagamenti nel paese.

 

Per ciò che riguarda gli investimenti è vero che si è avanzato, ma resta molta strada da percorrere per eliminare l’improvvisazione e le costose irrazionalità.

 

Passando ad un altro tema. Rispettando gli accordi del VI Congresso, è stata creata la Commissione Permanente per l’Implementazione e lo Sviluppo che condurrà il processo d’attualizzazione del modello economico, includendo il perfezionamento funzionale e strutturale del Governo a tutti i livelli, ed oltre a proporre l’introduzione in tempi brevi di cambi puntuali in diversi ambiti della vita economica, elaborerà la concettualizzazione teorica integrale dell’economia socialista cubana, compito che, come si comprenderà, richiederà più tempo e molto sforzo.

 

Il Consiglio dei Ministri ha anche approvato la struttura funzionale basica iniziale e la composizione di questa Commissione, definendo i suoi principi di lavoro tra qua li va segnalato che la stessa non sostituisce la responsabilità istituzionale degli organismi e delle entità, mentre si mantiene il precetto che tutte le opinioni devono essere analizzate e quando non si raggiungerà il consenso, le discrepanze si eleveranno alle istanze superiori che hanno facoltà per decidere.

 

Conoscendo i cubani e per la sua importanza ripeto: tutte le opinioni devono essere analizzate e quando non si raggiungerà il consenso, le discrepanze si eleveranno alle istanze superiori che hanno facoltà per decidere, e nessuno ha facoltà per impedirlo.

 

Al margine delle definizioni organizzative per il lavoro della Commissione, sono state adottate dal Governo differenti decisioni in consonanza con le Linee, tra le quali la flessibilità addizionale del lavoro indipendente e del suo regime tributario, l’approvazione della politica per semplificare le documentazioni dei trasferimenti delle proprietà delle case e dei veicoli a motore tra i cittadini, la politica bancaria e dei crediti alle persone naturali, includendo i lavoratori indipendenti, la definizione delle basi per l’elaborazione della nuova Legge Tributaria, la riduzione dei prezzi di vendita degli strumenti e di ciò che serve ai produttori agricoli e il commercio di elettrodomestici diversi, la cui vendita prima non era autorizzata, così come i prodotti all’ingrosso in risposta alle domande delle forme non statali di gestione.

 

Si continuerà studiando un altro insieme di misure per la loro applicazione nei prossimi mesi, sulle quali non mi estenderò, considerando l’informazione offerta in questa sessione dell’Assemblea.

 

 

UN DOLOROSO INCIDENTE PROVOCATO DA ERRORI NELL’APPLICAZIONE DELLA POLITICA DEI QUADRI E NELLA RELAZIONE VERSO LA RELIGIONE

 

 

Ora parlerò di un doloroso incidente provocato per errore nell’applicazione della politica dei quadri e nella relazione verso la religione che ha motivato la sostituzione ingiusta di una compagna dall’incarico che svolgeva con buoni risultati. Parlando di questa questione pubblicamente perseguo l’obiettivo di riparare questa ingiustizia e nello stesso tempo presentare un esempio eloquente del danno che provocano alle persone e alla stessa Rivoluzione concetti obsoleti, ed inoltre contrari alla legalità, e tuttavia radicati nella mentalità di non pochi dirigenti a tutti i livelli.

 

La detta compagna, di cui non rivelo l’identità, nè il centro di lavoro o la provincia, non per il gusto di inutili segreti, ma per rispetto della sua vita privata, è d’origine umile, sposata e madre di due figli, tutti e due come lei stessa militanti del Partito e come suo marito già pensionato; pur con una positiva carriera è stata vittima della mentalità imperante, a distinti livelli del Partito e dello Stato, perchè professa un credo religioso e alcune domeniche va alla messa nella chiesa della sua località.

 

È stato considerato disonesto che lei, come militante del Partito e quadro amministrativo, non avesse informato della sua religiosità, cosa che non era affatto obbligata a fare e che costituisce una flagrante violazione dei diritti cittadini sanciti nella Costituzione della Repubblica, il cui articolo 43 su questo tema stabilisce:

 

"Lo Stato consacra il diritto conquistato dalla Rivoluzione che tutti i cittadini, senza distinzione di razza, colore della pelle, sesso, credo religiosi, origine nazionale e qualsiasi altro pregiudizio alla dignità umana:

- Hanno accesso, secondo i meriti e le capacità, a tutti gli incarichi e lavori dello Stato, dell’Amministrazione pubblica, della produzione e la prestazione di servizi" (fine della citazione).

 

Allora è stata smascherata la decisione di toglierla dal suo incarico con l’applicazione della misura “Liberazione per rinnovo”, usando il pretesto che anche se aveva magnifici risultati, non si intravedevano possibilità di promozioni ulteriori e quindi doveva cedere il posto ad un altro compagno. Per complicare ulteriormente la situazione, diedero indicazioni di non toccare il tema religioso nè nel suo centro di lavoro nè nel nucleo del Partito, nel valutare la sua sostituzione.

 

Tutto questo è successo nel febbraio di quest’anno ; lei ha cominciato a lavorare in un’altra entità, perdendo il 40% del suo salario, ha continuato a militare nel Partito e si è rassegnata in silenzio al dolore dell’ingiustizia commessa, sino a che, dopo aver conosciuto la Relazione Centrale del VI Congresso, il giorno dopo il suo inizio, il 17 aprile, decise di inviare una protesta al Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri. Poi è stato svolto un processo investigativo che ha confermato tutte le sue spiegazioni.

 

Ovviamente se la compagna lo desidera, riavrà il suo posto nel suo precedente lavoro, come ha accordato di proporre l’istanza del Governo corrispondente de Secondo Plenum del Comitato Centrale lo scorso sabato 30 luglio, e al margine della sua decisione assolutamente personale, servano queste parole come un’azione di rivendicazione morale.

 

Allora, a cosa ci serve questa amara esperienza e il danno provocato ad una famiglia cubana per l’attitudine basata in un mentalità arcaica alimentata dalla simulazione e l’opportunismo? Più di una volta ho detto che il nostro peggior nemico non è l’imperialismo, è tanto meno i suoi salariati nel suolo patrio, ma sono i nostri stessi errori e che questi, se vengono analizzati con profondità ed onestà, si trasformano in lezioni per non ripeterli. Come conseguenza va rettificata tutta questa visione stretta e d’esclusione in maniera definitiva, aggiustandola alla realtà che emana dagli accordi del IV Congresso del 1991, che modificarono l’interpretazione degli Statuti che limitavano l’ingresso nell’organizzazione dei rivoluzionari credenti, e adesso quelli del VI Congresso del Partito.

 

Sono molti anni che la nostra Rivoluzione ha superato lo scenario del confronto con alcune delle istituzioni religiose di maggior o minor peso. Non ignoriamo nemmeno le aspirazioni del nemico di incitare il confronto e il conflitto tra i credenti e il processo rivoluzionario, calcoli che sono sbagliati, perchè dai primi momenti, l’immensa maggioranza dei cubani umili con credenze religiose ha appoggiato la Rivoluzione.

 

A chi ha dubbi su questo, raccomandiamo di leggere il “Piano Bush (figlio) per la transizione in Cuba”, che non ci risulta derogato e il ruolo che si pretende aggiudicare a tutte le organizzazioni religiose con la sua strategia sovversiva contro il nostro paese e nonostante il fallimento raccolto, sappiamo che non hanno abbandonato i tentativi.

 

Su questo particolare si è detto abbastanza, da parte dello stesso Fidel decine di anni fa, e più recentemente nella Relazione Centrale del Congresso del Partito nella quale è stato fatto un richiamo, e cito: “Continuare eliminando qualsiasi pregiudizio che impedisca di unire fraternamente nella virtù e nella difesa della nostra Rivoluzione tutte e tutti i cubani credenti o meno... (fine della citazione).

 

Per questo non considero necessario abbondare su questo tema, ma solo segnalare che attitudini come quella qui criticata attentano contro la nostra principale arma per sostenere l’indipendenza e la sovranità nazionali, ossia l’unità della nazione.

 

Questo fatto evidenzia ancora una volta che il maggior ostacolo che affrontiamo nel compimento degli accordi del VI Congresso è la barriera psicologia formata dall’inerzia, l’immobilismo, la simulazione o la doppia morale, l’indifferenza e l’insensibilità, e che siamo obbligati a combattere con costanza e fermezza, primi tra tutti i dirigenti del Partito, dello Stato e del Governo nelle differenti istanze nazionali, provinciali e dei municipi.

 

Saremo pazienti e insieme perseveranti di fronte alle resistenze al cambio, siano coscienti o incoscienti. Avverto che ogni resistenza burocratica allo stretto compimento degli accordi del Congresso, sostenuti in massa dal pueblo, sarà inutile.

 

Non sono mai stato d’accordo con la fretta, nè con i cambi bruschi; preferisco mille volte ragionare, convincere, educare e sommare, piuttosto che sanzionare, ma di fronte alle violazioni della Costituzione e della legalità stabilità, non resta altra alternativa che ricorrere alla Procura e ai Tribunali, come già stiamo facendo, per esigere responsabilità a chi non rispetta queste regole, chiunque sia, perchè tutti i cubani, senza eccezioni, siamo uguali davanti alla legge.

 

Senza cambiare la mentalità non saremo capaci di realizzare i cambi necessari per garantire la sostenibilità, o quello che è lo stesso, l’ irrevocabilità del carattere socialista e del sistema politico e sociale consacrati nella Costituzione della Repubblica.

 

Ripuliamoci la testa da scemenze di ogni genere; non dimenticate che è già terminato il primo decennio del XXI secolo ed è ora.

 

Nelle parole finali dell’altro ieri ai membri del Comitato Centrale ed agli altri invitati, toccando questo tema e aggiungendo il suggerimento che queste parole fossero dette qui nella forma in cui è stato fatto, ricordavo che questa compagna è nata – secondo i dati- nel mese di gennaio del 1953. Ha poi ricordato che quello fu l’anno dell’attacco alla Moncada e ha detto ai membri del Comitato Centrale: “Io non sono stata alla Moncada per questo”.

 

Ugualmente abbiamo ricordato che il 30 luglio, giorno della riunione citata, si compivano 54 anni dall’assassinio di Frank Pais e del suo fedele accompagnatore Raúl Pujol.

 

Io conobbi Frank in Messico, e lo rividi sulla Sierra e non ricordo d’aver mai conosciuto un’anima pura come la sua, tanto coraggioso, tanto rivoluzionario, nobile e modesto, e dirigendomi ad uno dei responsabili di quell’ingiustizia che hanno commesso, ho detto: “Frank credeva in Dio e praticava la sua religione, che io sappia non smise mai di farlo. Che cosa avreste fatto con Frank Pais?”

 

 

APPROFITTO DELL’OPPORTUNITÀ PER INFORMARE I DEPUTATI E I CITTADINI CHE STIAMO LAVORANDO PER STRUMENTARE L’ATTUALIZZAZIONE DELLA POLITICA MIGRATORIA

 

 

A continuazione tratterò un altro punto della nostra attualità.

 

Come parte delle misure che si valutano nel tentativo di ridurre proibizioni e regolamenti applicati in altri momenti del processo rivoluzionario, come legittima difesa, di fronte alle aggressioni a cui siamo stati sottoposti per più di 50 anni ed anche per modificare differenti decisioni che hanno giocato il loro ruolo in determinate circostanze e poi sono durate senza necessità, approfitto dell’opportunità per informare i deputati e i cittadini che stiamo lavorando ad attualizzare la politica migratoria vigente, in funzione di quanto è avanzato nella nuova formulazione, nell’elaborazione di un insieme di norme regolatrici in questa sfera, aggiustandole alle condizioni del presente e del futuro prevedibile.

 

Facciamo questo passo come un contributo all’incremento dei vincoli della nazione con la comunità degli emigranti, la cui composizione è variata radicalmente in relazione ai decenni iniziali della Rivoluzione, nei quali il Governo degli Stati Uniti proteggeva i criminali della dittatura batistiana, i terroristi e i traditori di ogni genere e stimolava la fuga dei professionisti per dissanguare il paese.

 

Ricordiamo, solo per citare un esempio, che dei seimila medici su cui si contava all’inizio della Rivoluzione nel 1959, la metà andò all’estero.

 

Oggi gli emigranti cubani nella stragrande maggiorana lo sono per ragioni economiche, anche se alcuni si spacciano per vittime della persecuzione politica, per ottenere aiuti dai patrocinatori all’estero o giustificare l’abbandono di una missione o un contratto.

 

Sicuramente tutti mantengono l’amore per la famiglie e la Patria che li ha visti nascere e manifestano in differenti forme solidarietà verso i connazionali.

 

Precisamente le aspirazioni di migliorare il livello di vita costituisce la principale motivazione per i movimenti migratori, non solo in Cuba, ma a scala globale, accentuati inoltre dal vergognoso furto dei cervelli praticato dai paesi poderosi, a detrimenti dello sviluppo del Terzo Mondo.

 

Nel nostro caso, non possiamo dimenticare che siamo l’unico paese del pianeta ai cui cittadini si permette d’assentarsi e lavorare nel territorio degli Stati Uniti senza visto alcuno, con indipendenza dalle legalità del modo usato per ottenerlo in virtù della criminale legge di “Ajuste cubano” del 1966, 45 anni fa, e della politica chiamata "Piedi secchi, piedi bagnati”, che favorisce il traffico di persone ed ha provocato numerose morti di innocenti.

 

Questo sensibile tema è stato oggetto di manipolazione politica e mediatica per molti anni con il proposito di denigrare la Rivoluzione e provocare inimicizia con i cubani che vivono all’estero.

 

Nessuno, come la grande stampa internazionale, parla mai della citata Ley de Ajuste, come se non esistesse. Gli emigrati cubani sono, stando alle menzogne ripetute migliaia di volte, “esiliati politici che scappano dal comunismo”, cioè se i cittadini sono di Cuba scappano, mentre se sono del resto del mondo, emigrano.

 

Che succederebbe se negli Stati Uniti o in Europa si mettesse in vigore una legge “De Ajuste” latinoamericana, asiatica o africana? La risposta é ovvia.

 

Lì c’è il gigantesco muro costruito alla frontiera nord del Messico e ci sono le migliaia di morti che, un anno dopo l’altro si contano nel deserto e nei mari che circondano i centri del potere mondiale.

 

Com’è logico la flessibilità della politica migratoria terrà conto del diritto dello Stato Rivoluzionario di difendersi dai piani d’ingerenza e sovversione del governo nordamericano e dei suoi alleati e nello stesso tempo s’includeranno contro misure ragionevoli per preservare il capitale umano creato dalla Rivoluzione, di fronte al furto dei talenti che applicano i poderosi.

 

Sin qui il tema dell’emigrazione.

 

D’altra parte l’occasione è propizia per, a nome dei deputati dell’Assemblea Nazionale e di tutto il popolo cubano, far giungere al presidente del Venezuela bolivariano, il compagno Hugo Chávez Frías i nostri auguri per il suo recente compleanno (applausi ) e trasmettergli l’ammirazione per il suo esemplare spirito di lotta, di fronte alle avversità, come fanno i veri rivoluzionari, e l’assoluta fiducia che vincerà questa nuova prova che la vita gli ha imposto.

 

Questa sessione dell’Assemblea Nazionale è iniziata con l’adozione per acclamazione dei deputati di un accordo, che chiede al governo degli Stati Uniti di mettere fine all’ingiusto e illegale trattamento contro Gerardo Hernández Nordelo e con il richiamo ad incrementare la solidarietà dei parlamenti e delle persone oneste di tutto il pianeta, sino ad ottenere la liberazione dei nostri Cinque Eroi ed il loro ritorno incondizionato in Patria.

 

Precisamente con questo tema desidero concludere le mie parole, trasmettendo ai Cinque un forte abbraccio e l’assoluta determinazione di tutto il nostro popolo di non abbandonare mai la lotta per la loro libertà.

 

Questo è tutto.

 

Molte grazie.