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Dichiarazione Ministero

degli Esteri

 

 

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba condanna energicamente il brutale assassinio de uno dei figli del leader libico Muamar El Gheddhafi, con tre nipotini, che si trovavano nella residenza familiare a Tripoli, che è stata oggetto  di un attacco delle forze della NATO, come hanno informato le agenzie internazionali di stampa.

 

L’ambasciatore cubano in Libia, che ha visitato domenica 1º maggio, con il corpo diplomatico accreditato e i corrispondenti stranieri, il luogo bombardato, ha confermato che la residenza si trova in un quartiere residenziale dove tra l’altro ci sono varie sedi diplomatiche.

 

Due giorni prima era avvenuto un attacco simile contro la televisione libica, confermato da media internazionali e dall’ambasciata cubana.

 

Queste azioni criminali si uniscono agli intensi bombardamenti, eseguiti anche con aerei telecomandati  con la più moderna tecnologia, nei quali muoiono persone innocenti, la consegna di armi e di equipaggiamenti alle dette forze insorgenti e allo spiegamento nel territorio della Libia di assessori militari stranieri.

 

La NATO manipola e viola la stessa Risoluzione 1973 che ha imposto, carente di ogni legittimità, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con il pretesto di proteggere la vita dei civili.

 

I fatti hanno confermato gli allarme anticipati del Comandante in Capo cubano, Fidel Castro Ruz, su un intervento militare della NATO in Libia, ed è evidente che gli obiettivi dell’Alleanza sono un cambio di regime ed il controllo delle risorse petrolifere.

 

Il Ministero delle Relazioni Estere, mentre esprime la sua più profonda condanna per gli attacchi indiscriminati di cui è oggetto il popolo libico; reclama l’interruzione immediata dell’aggressione armata e si somma al richiamo dell’Unione Africana e di altri gruppi di paesi, ala ricerca urgente di una soluzione pacifica alla situazione in questo paese, con il pieno rispetto della sua indipendenza, integrità territoriale, sovranità sulle sue risorse naturali e autodeterminazione senza alcun tipo d’ingerenza straniera.

 

La Habana, 1 di maggio del 2011