Antiterrorismo

 

 ll fiasco dell’esperimento

Testimonianze inedite dell’agente per la Sicurezza dello Stato "Vladimir", che per oltre 25 anni è stato infiltrato nella controrivoluzione

 

 

2 marzo 2011 - Francis Mexidor Deisy www.granma.cubaweb.cu

 

 

Moisés Rodríguez Quesada conosce la storia dei gruppuscoli controrivoluzionari a Cuba. Ha vissuto in mezzo a loro. Così, quando gli chiedono di togliersi il velo della memoria allude a un anno: 1980.

 

Fu allora che ha conosciuto Elizardo Sanchez Santa Cruz Pacheco, El Camaján. "Lì iniziammo un rapporto" che si estese ad "altri a lui associati, al fine di creare un movimento per i "diritti umani" nel paese", in linea con i vecchi interessi del governo degli Stati Uniti per farla finita con tutto quello che sa di rivoluzione sull'isola.

 

La punta di diamante è stata questa, ma "dopo che Washington ordina che non solo si creino questi gruppi ma anche di artisti, professionisti provenienti da diversi rami ... infine, quelli di taglio politico", ricorda Moises, che fu il primo vice presidente del cosiddetto Comitato Cubano Pro Diritti Umani emerso a quel tempo.

 

"Abbiamo speso un po'di tempo cercando di decidere il modo come avremmo fatto e anche ascoltando gli ordini dei padroni: mi riferisco alla Sezione di Interessi degli Stati Uniti, che già lavorava qui a L'Avana come centro di progettazione e direzione della controrivoluzione" dice quest'uomo parlando serenamente.

 

Il contesto era propizio. Gli eventi in Europa nei decenni 1980 e 1990 furono brodo di coltura per questi gruppuscoli dopo essere collassato il campo socialista. "Si tentava di fabbricare un certo parallelismo a Cuba" dice.

 

E'stato "un periodo in cui i funzionari venivano dall'Europa orientale per “la grande offensiva" come se fosse la stoccata mortale contro il socialismo cubano".

 

"Io partecipavo a riunioni con i nordamericani e con la cupola della 'dissidenza' in cui si pronosticava il modo in cui sarebbe affondato, che mancavano giorni al crollo della Rivoluzione, e persino celebravano in anticipo", dice Moisès, già in quel momento Vladimir per gli Organi di Sicurezza dello Stato, e a chi gli aveva affidato il compito di penetrare nel piccolo mondo di coloro che affermano di appartenere a una opposizione politica, ma che in realtà - come confessa questo lavoratore doganale - nella maggior parte dei casi, quando hanno "la prima occasione, ciò che fanno è lasciare il Paese o nel tempo di attesa fare soldi".

 

Anche, dice, "la mia casa servì per diverse riunioni". Uno di questi incontri fu un cosiddetto "summit parallelo" all'Ibero-americano che era a L'Avana. Si trattava di approfittare della presenza dei Presidenti "per dare una immagine che avevamo un'opposizione organizzata".

 

Secondo il giudizio di Moises, la SINA è stata 'il laboratorio' in cui si formulò “chimicamente” quanto concernente questo movimento di ipotetici difensori dei 'diritti umani'. Essi furono i padrini di ogni progetto in tale esperimento, come la chiamata Concertazione Democratica Cubana, la Coalizione Democratica Cubana, il Concilio Cubano, La Patria è di tutti, Tutti Insieme ... sempre con uno scopo: cercare di unire la controrivoluzione".

 

Tuttavia, "ogni gruppo aveva una caratteristica diversa" dice Moises specificando che "gli stessi potevano essere di due persone, tre, quattro o dieci" e ai sensi di ciò "ci davano un’indicazione, ordini per agire".

 

A suo avviso, con il passare del tempo ed i pochi risultati ottenuti "si saranno accorti che pianificarono un qualcosa che alla fine uscì storto".

 

 

AL SERVIZIO DELLA SINA

 

 

Quando pensa a queste cose, Moises dice che per lui la Sezione di Interessi USA a l'Avana è anche "un luogo tenebroso".

 

Dal 1988 al 2005, ebbi rapporto con tutti i dirigenti e funzionari che  passarono per l'Ufficio. "Ci sono state diverse amministrazioni a Washington che hanno, più o meno, aumentato la manovra rispetto all’aggressività contro la Rivoluzione cubana e, naturalmente, chi era in servizio riceveva le linee guida, e a partire da quelle lavorava con noi".

 

Ricorda che "nel 1992 venne a L'Avana Vicky Huddleston come inviata del Dipartimento di Stato per 'conversare' con la Commissione Cubana per i Diritti Umani e Riconciliazione Nazionale nella ricerca di sostegno alla recente Legge Torricelli".

 

"La riunione si fece - spiega - presso l’ufficio del capo della SINA e parteciparono i quattro membri che guidavano la struttura della commissione. L'obiettivo che lei voleva era di ottenere che noi ci pronunciassimo a favore del blocco, volevano che si giustificasse la guerra economica degli Stati Uniti contro il nostro paese, soprattutto davanti all'opinione pubblica internazionale".

 

In quell’occasione fu quando Moises incontrò Vicki Huddleston "successivamente capa della SINA. Quella fu una anteprima di ciò che sarebbe stato il suo mandato. Abbastanza forte, di sicuro".

 

Da quel momento ebbi anche l’ 'opportunità' di relazionarmi con Robin Diane Mayer, seconda Segretaria Politica – Economica dal 1994 al 1996; Zuniga Timothy Brown, primo Segretario Politico Economico tra il 1997 e il 1999, e Victor Vockerodt, con uguale incarico di  Diane nel periodo 1999-2002, e Steven Rice, viceconsole dal 1995 al 1999.

 

"Per esempio, il periodo di Mayer ha coinciso con il sorgere del Concilio Cubano, che per me fu il momento in cui la Casa Bianca s’impegnò maggiormente, perché presumeva che era la fine della Rivoluzione. E pensarono di creare una testa di ponte con un leader o una leadership nei piccoli gruppi dei 'diritti umani' a livello interno".

 

Questo è stato intorno al 1995. Da allora la SINA "ottenne di creare artificialmente tra noi, e con molto sforzo, qualcosa come una unione di diverse organizzazioni. Loro dicevano che erano numericamente circa 300, ma fisicamente non raggiungevano 150".

 

Ma abbiamo dovuto fare una relazione, inviare un documento, non importava che le statistiche fossero alterate con congregazioni fantasma. La matematica non poteva sbagliare: "mentre inviavamo più relazioni di gruppi, più ci pagavano, più soldi ci mandavano". Sostegno finanziario che "era direttamente collegato ai gruppi mafiosi di Miami, utilizzati dal governo degli Stati Uniti per canalizzare grandi somme di denaro".

 

Nonostante racconti su alcuni di quei funzionari della SINA con cui venne in contatto, Moises segnala che la diplomatica "Robin Diane Mayer, che arrivava dall'Europa dell'Est, era una specialista." "Sono sicuro - ha aggiunto - che il suo governo ha scommesso su lei nell'obiettivo di porre fine alla Rivoluzione".

 

Tuttavia, la Mayer, che era arrivata con il vento che soffiava dal crollo del socialismo europeo "ha dovuto andarsene senza adempiere al suo mandato".

 

Le successe Zúñiga Brown. Venne "con un buon dossier" e presumibilmente pronto a "rialzare un’opposizione, quando buona parte dei suoi membri erano andati" ,addirittura, doveva “trattare di fermare il fuggi fuggi che si produsse a causa del Programma di Rifugiati, che loro stessi inventarono per stimolare il lavoro della controrivoluzione in Cuba".

 

Brown, anche se non poteva fare molto, mantenne una grande attività con i gruppuscoli durante il suo soggiorno di due anni a L'Avana. "Il livello di rapporto che abbiamo avuto fu amplio. Verso la fine del suo soggiorno qui come primo Segretario Politico Economico della SINA è lui che mi incoraggiò ad andare negli USA” col pretesto che "io andassi in Costarica per un corso presso l'Istituto Interamericano di Diritti Umani, che aveva legami con la Commissione Cubana dei Diritti Umani".

 

Lo stesso diplomatico - o meglio, la SINA – ha pagato il viaggio a Moises nel 1999, ma, che strano, non andò a San Jose, perché lo mantennero per tutto il tempo negli Stati Uniti, secondo un’agenda di lavoro precedentemente concepita.

 

Ciò gli permise rincontrarsi "con diversi controrivoluzionari cubani che erano emigrati in quel paese come Ricardo Bofill, Adolfo  Rivero Caro, e altri che formavano l'arena dei gruppuscoli di Miami. E un dettaglio: se i gruppuscoli sono divisi a L'Avana, lo sono anche quelli di Miami che da là comandavano quelli a Cuba di seguitare ciascuno per sé" spiega Mosè.

 

Accade che tanto dentro che fuori l'isola, la principale causa di frattura di queste fazioni è l'ambizione di leadership e di denaro. Precisamente fu proprio uno dei motivi della lotta tra Elizardo e Bofill. Si accapigliarono per pochi dollari e distrussero la prima Commissione dei Diritti Umani.

 

Egli ricorda che durante quel viaggio negli USA riuscì anche  a stabilire relazioni con l'organizzazione Freedom House, a cui apparteneva l’agente della CIA Frank Calzón (attualmente direttore esecutivo del Centro per una Cuba Libera), che allora aveva approvato un bilancio di 49000 dollari destinati al presunto aiuto ai prigionieri e alle loro famiglie e per coprire i costi della cosiddetta Commissione Cubana per i Diritti Umani e la Riconciliazione Nazionale.

 

Moises anche si rincontra con Robin Diane Mayer - che a quel tempo occupava una posizione importante all'interno del governo USA - e inoltre conosce Victor Vockerodt, successivamente nominato nella SINA, per trattare di "armare la già demoralizzata e decimata controrivoluzione".

 

Proprio sotto la presidenza di George W.Bush alla Casa Bianca si incrementò, molto più, la politica di sovversione contro Cuba, che trovò in James Cason (2002-2005) uno dei suoi principali esecutori a L'Avana. "Permase qui come capo della SINA per parte del mandato di Bush, e la sua azione fu  abbastanza aggressiva".

 

Con il soprannominato cabo Cason "fu quando si fecero grandi raduni di controrivoluzionari a casa di un capo della SINA" commenta Moises citando uno dei fatti più ripugnanti a cui ha assistito. "Nel 2004 si imita una votazione per le elezioni presidenziali nella residenza di Cason. A coloro che hanno assistito sembrava come se ci trovassimo negli Stati Uniti. C'era un clima di aggressività, di odio verso la Rivoluzione Cubana molto pericoloso. Applaudirono Bush, in alcuni momenti della notte, e quasi tutti i presenti votarono a favore della sua rielezione come presidente".

 

Moises ancora conserva un pass d’ingresso alla SINA, firmato dal vice capo della Sezione in quel momento. "Potevo andare quante volte volevo. Avevo la possibilità di essere ascoltato solo per il mio dossier storico come 'controrivoluzionario': questa era la garanzia"

 

 

ESSENZA DEL MERCENARISMO

 

 

Gruppuscoli o individui controrivoluzionari come quelli che Moises tanto ben conobbe sono pezzi essenziali per mettere in moto la macchina della sovversione promossa dalle varie amministrazioni USA. Essi sono la linfa vitale di quelle campagne di discredito contro la Rivoluzione, che giustificano l'ostilità contro Cuba. Si tratta di una strategia che continua e cresce.

 

Lo scorso 23 febbraio, un comunicato del presidente Barack Obama non ha risparmiato aggettivi per esaltare la controrivoluzione e, a sua volta, manipolare il primo anniversario della morte di un detenuto che era stato condannato per reati comuni, e che Washington, il settore più recalcitrante di Miami e l'Europa hanno convertito in "dissidente", con il sostegno dei media della disinformazione al servizio dell'impero.

 

Obama ha ignorato l'avvertimento che dal 15 aprile 2009 gli faceva l'attuale capo della SINA, Jonathan Farrar, quando ha informato il Dipartimento di Stato delle sua valutazione - rivelata di recente da un cablo di WikiLeaks - sulla cosiddetta dissidenza che é scollegata dalla vita del paese, senza nessuna influenza sulle generazioni più giovani, e che sono praticamente sconosciuti al di fuori della cerchia dei diplomatici stranieri e della stampa.

 

"Questi gruppi - dice Mosè – sono stati i principali interlocutori ed “informatori” verso l’estero nell'ultimo capitolo della manipolazione montata contro l'isola che vede protagonisti dei detenuti e delle persone collegate a questa "dissidenza" che decidono di fare scioperi". Anche se era in gioco la vita umana, la Casa Bianca ha visto la possibilità di fomentare una mega campagna contro il nostro paese.

 

Anche se non è solo questo. Per Moises è una verità indiscutibile che i membri di questa cosiddetta opposizione "mentre più dicono quello che fuori vogliono sentire, più e meglio li pagano".

 

Nella sua retrospettiva, torna a riprendere aneddoti della sua visita negli Stati Uniti. "Ero negli studi di Radio Martí", dice, dove ho partecipato con Emilio San Roman - che allora presiedeva le trasmissioni verso Cuba nella stazione - ad una riunione". Ciò che si affrontò in questa riunione non dava spazio a dubbi: il sostegno al media cubano radicava nel numero di informazioni dall'isola, meglio se più deformate. In tema di manipolazione loro sono stati storicamente "molto bravi" dice.

 

"Inoltre, Radio Martí risponde a un bilancio che esce dal governo degli Stati Uniti e che è destinato a pagare le azioni che giustificano l'aggressione contro il nostro paese", aggiunge.

 

In un altro momento del dialogo, Moises si riferisce al modo in cui furono coniati i termini di 'prigioniero politico' o i termini “prigionieri di coscienza". Ciò, dice, "fu 'venduto' a Elizardo Sanchez, perché la cosiddetta Human Rights Watch ha incorporato questo linguaggio per cercare di differenziare e giustificare i prigionieri controrivoluzionari, dandogli la nomenclatura che 'per pensare' sono in carcere e ciò non è vero. Loro ricevono ingenti somme di denaro per quello che fanno e anche godono del vantaggio di potersene andare negli Stati Uniti passando questa 'prova'. Questo è il premio finale.

 

"Infatti, molti di quelli che se ne andarono in questo modo, divennero in seguito uno in più del gruppo, e si resero conto che non è tale l’assistenza né il supporto. Inoltre, non gli danno la stessa importanza come quando erano a Cuba, perché con l’andarsene non producono più alcun vantaggio al governo degli Stati Uniti. Diventavano come nullità, una sorta di merce di seconda scelta".

 

In più di 25 anni come agente della Sicurezza dello Stato, Moisés Quesada Rodríguez (Vladimir) ebbe la possibilità  "di conoscere quasi tutti, se non tutti, coloro che sono si sono messi nel business della controrivoluzione a Cuba. Se la SINA è il Quartier generale, la casa de El Camaján, per esempio, è come l'ambasciata di questa controrivoluzione, lo so perché ho vissuto lì per sei anni.

 

"Elizardo ha sempre avuto molta ansia di potere. Il fatto che maneggiasse liste di reclusi,  mappe con l'esatta posizione delle carceri, gli forniva un evidente vantaggio sulla questione dei diritti umani a Cuba. Questo era il compito fondamentale che la SINA gli diede fin dall'inizio.

 

"In una occasione si rumoreggiò della sua possibile doppia identità. Dicevano i nordamericani che gli era giunto che egli poteva essere della Sicurezza cubana, ma ciò nonostante sostenevano che questo non gli interessava, per loro l’importante erano le relazioni che fa per Ginevra, con l’obiettivo di condannare Cuba per presunte violazioni dei diritti umani. Elizardo, ancora oggi, rimane la fonte di informazioni più 'affidabile' per la SINA su questo tema".

 

"La controrivoluzionaria Martha Beatriz Roque ha chiesto, in un’occasione, a Elizardo, durante un incontro, che la favorisse nel mondo dei gruppuscoli e gli disse "ho bisogno che tu mi aiuti a scalare". Lei ha sempre cercato il protagonismo, pensò che un'Assemblea di mercenari le risolvesse il problema per il resto dei suoi giorni, che avrebbe ottenuto ingenti somme di denaro, perciò, ad ogni momento, estrae un progetto differente. E’ una donna che ha cercato di fare molto danno alla Rivoluzione cubana.

 

"E questo è tutto. Penso che in questi anni, i metodi utilizzati sono cambiati, hanno sofferto come una metamorfosi, ma la sostanza è stata sempre la stessa: lacerare il prestigio della Rivoluzione, far credere che qui esista un'opposizione e ciò è bugia".

 

Moises sa anche che questi “salariati” "la prima cosa che cercavano era un avallo politico per presentarlo al Programma dei Rifugiati della SINA, che alla fine si è convertito in un boomerang: hanno cercato di stimolare la controrivoluzione, ma  a loro volta i principali leader o buona parte di loro se ne andarono per questa via. Non ho conosciuto nessuno realmente sincero. Tutti avevano l'essenza del servilismo, dell’annessionismo e del mercenario".