Il New York Times riconosce che Cuba è stata

 

essenziale per fermare il colera ad Haiti

 

 

2.04.2012 - www.granma.cubaweb.cu

 

 

Un ampio reportage pubblicato oggi da The New York Times sulla situazione sanitaria in Haiti riconosce che l'intervento di Cuba è stato fondamentale per individuare i primi casi di colera, ed essenziale per il trattamento dell'epidemia, che in 17 mesi ha ucciso più di 7050 haitiani e infettati più di 531000.

Il giornale afferma che dall'inizio dell'epidemia, solo la Brigata Medica Cubana e Medici Senza Frontiere, auto-finanziati, "gestivano la stragrande maggioranza dei casi".
“All’inizio ci sentivamo abbastanza soli”, ha dichiarato al quotidiano nordamericano Yann Libessart, portavoce di Medici Senza Frontiere. “Era una situazione paradossale. Tutto il mondo era ad Haiti. Nonostante ci fosse la maggior densità di attori umanitari del mondo, noi e i cubani abbiamo trattato l’80% dei malati di colera”.

Il giornale ha assicurato che il trattamento offerto dai cubani, che includeva antibiotici consegnati gratuitamente ai pazienti, ha evitato la morte di migliaia di haitiani.

"Autorità sanitarie del mondo, preoccupati per il costo e la resistenza ai farmaci, in principio erano contro l'applicazione degli antibiotici e hanno detto che dovevano essere riservati ai casi più gravi".

La presenza, durante 13 anni, della collaborazione sanitaria in Haiti è uno  di quegli sforzi vittime del silenzio e della censura dei media, arbitraria e premeditata. I media informativi internazionali hanno ignorato, per anni, gli sforzi e la solidarietà del nostro paese.