Edizione Speciale N.50 del

bollettino Amicuba on line

 

 

6.09.12 - www.granma.cu

 

 

Ci sono argomenti che sembra che in nessun modo riescano a sfondare le  porte d’ingresso dei media, e non solo in Italia.

 

Uno particolarmente emblematico è il “caso dei Cinque”.

 

Un caso che se avesse riguardato qualunque altro paese avanzato, avrebbe riempito le cronache mondiali per mesi e per anni. Un caso in cui sono stati e continuano a essere calpestati i Diritti Umani.

 

Un caso in cui sono state violate le norme giuridiche e processuali.

 

Un caso per cui hanno lanciato appelli personalità, istituzioni e organizzazioni di tutto il  mondo: premi Nobel, Istituzioni internazionali, Centri per i Diritti Costituzionali, Centri Studi, Accademici, Associazioni di  Giuristi, Intellettuali, Attori e Registi di fama mondiale.

 

A sostegno del “caso” operano attivamente Comitati Internazionali, centinaia di organizzazioni di tutto il mondo, blog dedicati e non, migliaia di persone che in qualche modo sono venute a conoscerlo. Si organizzano grandi eventi internazionali e importanti manifestazioni nel cuore delle città  più note e si portano bandiere nei luoghi più sperduti del pianeta. Sono state scritte canzoni e opere teatrali. Sono stati realizzati film-documentario. Youtube pullula di video. Dei Cinque parla persino Wikipedia.

 

Ma i grandi media, quelli che in un attimo potrebbero far conoscere il caso a tutti, quei media che ci avvertono anche quando un principe reale si cambia le scarpe, girano la faccia, ignorano completamente i Cinque. Certo, è un caso che riguarda gli Stati Uniti e Cuba, un caso in cui si parla di presunto spionaggio, un caso “politico”, meglio non metterci il naso, meglio non approfondire, se no magari si rischia di conoscere un po’ di più e di dover scegliere di “diventare di parte”.

 

Bene, noi siamo di parte. Ma non vogliamo che si “sposi” il caso senza capire.

 

Vogliamo, come tutte le organizzazioni e le persone che si battono per la verità, che si sappia che cosa è successo e che cosa sta succedendo e perché Cinque persone innocenti sono in prigione da 14 anni (tranne uno, da poco meno di un anno in regime di libertà vigilata, che corre più rischi che da detenuto).

 

Per questo, vogliamo dedicare  interamente ai Cinque il numero 50 di AMICUBA on line, il bollettino della nostra Associazione che,  inoltre, uscirà il 5 settembre, posticipato di qualche giorno, per sostenere l’iniziativa mondiale il 5 per i 5.

 

Siamo consapevoli che è impossibile riuscire a condensare in così poco spazio 14 anni di ingiustizie, di sofferenze, di lotte, di speranze, di attività e di impegni. Il nostro obiettivo è  quello di riunire un piccolo dossier di informazioni minime per far capire a chi non lo conosce che cosa è “il caso dei Cinque” e che cosa e chi si muove per sostenerlo.

 

Sicuramente ci saranno delle involontarie omissioni, magari anche di fatti rilevanti, e ce ne scusiamo fin d’ora. Sappiamo anche che molti tra quelli che per primi riceveranno il bollettino conosceranno già tutto ciò che vi troveranno scritto, ma ci auguriamo che possano e vogliano usarlo come strumento per informare altri, magari integrandolo.

 

Cominceremo con una breve cronologia e presentando I Cinque, poi lasceremo parlare prevalentemente le immagini.

 

Sarà una goccia nel mare, ma vogliamo così esprimere la nostra solidarietà ai Cinque, alle loro famiglie e al popolo cubano. Ricordiamo le parole di Leonard Weinglass, uno degli avvocati difensori, purtroppo recentemente scomparso:

 

“La cosa peggiore che può succedere a qualcuno dentro il sistema della giustizia nordamericana è di essere solo. La solidarietà è necessaria per indicare che il mondo sta vigilando e che la legge deve essere applicata”.

 

I Cinque sono innocenti. I Cinque devono tornare a Cuba, nelle loro case, dalle loro famiglie, non tra un anno, ma adesso, subito. E con l’aiuto di tutti quelli che credono nella verità, TORNERANNO.