Nuovi passi legali nel caso dei

Cinque Antiterroristi cubani

 

 

22.06.12 - Martha Andrés Román  www.granma.cu

 

 

Una mozione che chiede al Governo degli Stati Uniti di presentare le prove sull’ambiente ostile creato contro i Cinque antiterroristi cubani reclusi dal 1998 in questo paese, costituisce il passaggio legale in corso nella lotta per la loro liberazione.

 

Lo scorso 6 giugno, la difesa di Gerardo Hernández, che fu detenuto assieme a Ramón Labañino, René González, Antonio Guerrero e Fernando González, ha richiesto a Washington i documenti relazionati al pagamento dei giornalisti per realizzare una campagna negativa prima e durante il processo.

 

I Cinque, come sono conosciuti nel mondo, furono arrestati perchè erano infiltrati nei gruppi violenti che da Miami organizzano azioni come quelle che negli ultimi 53 anni hanno provocato più di 1400 vittime a Cuba.

 

Nella richiesta consegnata alla Corte del distretto sud della Florida, si appella al procedimento di "discovery" per avere accesso a materiali non rivelati durante il processo, nel quel sono state imposte condanne come il doppio ergastolo più 15 anni nel caso de Gerardo.

 

L’avvocato statunitense Martin Garbus, che ha presentato la mozione con il collega Tom Goldstein, ha spiegato in un’intervista offerta ai mezzi della stampa, che si tratta di un argomento completamente nuovo e unico, con il quale si vuole ottenere l’annullamento delle condanne.

 

Dopo aver denunciato che il governo degli USA ha pagato i giornalisti per creare un clima ostile contro i Cinque in Florida, il giurista ha detto che legalmente Washington non era autorizzato a farlo, perchè ha trasformato i giornalisti in agenti salariati.

 

La richiesta di "discovery" di Garbus e Goldstein, attraverso il loro collega locale Richard Klugh, include 84 individui vincolati alla copertura della stampa relazionata con il caso, sette stazioni di televisione e 13 di radio.

 

Il procedimento giudiziario vuole stabilire la portata totale del tema attraverso l’identificazione di tutti i giornalisti e dei mezzi della stampa che hanno ricevuto denaro dagli Stati Uniti ed hanno pubblicato dichiarazioni false, ostili, incendiarie e piene di pregiudizi scrivendo dell’accusato. Inoltre vuole verificare gli articoli, le interviste. i segmenti radiofonici e televisivi nei quali apparvero le dichiarazioni, oltre al grado preciso d’influenza e controllo del governo su questi giornalisti e sui mezzi di comunicazione.

 

Un altro dei punti da verificare è il chiarimento del grado di conoscenza che avevano sul tema il Dipartimento di Stato nordamericano, da dove proveniva il pagamento ai giornalisti, come altri settori dell’amministrazione, tra i quali il Dipartimento di Giustizia.

 

Va aggiunta l’indagine sull’impatto negativo che la campagna di propaganda ha avuto sul processo degli antiterroristi, quattro dei quali sono sempre reclusi, mentre uno, René González, è in libertà vigilata a Miami dall’ottobre scorso e questo gli attivisti lo considerano una condanna addizionale.

 

La mozione è parte dell’appello collaterale iniziato nel giugno del 2010 e basato nel diritto di chi la presenta, e dei suoi compagni, di conoscere la portata della campagna di pubblicità finanziata dal Governo, per assicurarsi che fossero dichiarati colpevoli, come risultò ben evidente a Miami.

 

“Tutti i tentativi sono validi per confermare il ruolo del Governo degli Stati Uniti nella campagna mediatica contro i Cinque”, ha segnalato Garbus, rispondendo ad una domanda dell’agenzia Prensa Latina sul procedimento e le aspettative, durante una teleconferenza dagli USA.

 

In accordo con l’avvocato, noto per le sue battaglie legali negli Stati Uniti, anche se è presto, per trarre delle conclusioni, nel caso d’una sentenza avversa alla mozione in corso, si prevede di portare il reclamo all’Undicesimo Circuito d’Appello di Atlanta e alla Corte Suprema, se sarà necessario.

 

Sin dal primo momento il processo doveva essere revocato, perchè è incredibile che sia stato inquinato da giornalisti, anche se certamente sarà difficile provare il grado d’implicazione di questa stampa, la selezione fatta dal governo e com’è avvenuta.

 

L’avvocato Garbus, che è professore universitario, ha precisato che ci sono gruppi della comunità internazionale e degli Stati Uniti che stanno richiedendo una serie di documenti per provare quello che è successo in realtà con i giornalisti pagati: una prova che mostra solo la punta dell’iceberg!

 

Il testo della mozione espone che il governo ha ammesso che un numero di giornalisti ha ricevuto compensi significativi per la partecipazione ai programmi di radio e TV Martí, divenendo così agenti salariati per attaccare direttamente gli antiterroristi.

 

Sino ad oggi Hernández ha sostenuto i suoi reclami con documenti ottenuti mediante il “Atto de Libertà d’Informazione” (FOIA, la sigla in inglese), che mostrano i contratti tra il governo e i giornalisti che hanno pubblicato articoli sul caso.

 

Nel documento si sostiene che il giornalismo incendiario, prima e durante il processo, ha deviato il corso della giustizia, ha influenzato la Giuria ed ha negato agli accusati la possibilità d’avere un processo imparziale.

 

Garbus, che ha conosciuto il caso attraverso il suo collega Leonard Weinglass, che era membro della difesa, ed è morto il 23 marzo del 2011, ha riferito che la petizione del cambio di sede era una cosa che qualsiasi giudice avrebbe accettato in quella occasione ma che non avvenne, e che si tratta di una fatto anticostituzionale.

 

Una delle specificità della mozione presentata radica nel fatto che il meccanismo di "discovery" si usa solo per la questione del pagamento a giornalisti, anche se dice che il richiedente ha l’intenzione di presentare separatamente petizioni relazionate con altri temi.