Libertà per i Cinque, ora!
 

All’Editore del New York Times

 

 

16 marzo 2012 - www.granma.cu

 

 

Il suo articolo intitolato “Cuba: Rabbino visita un Prigioniero Americano”, nella sua edizione del 6 marzo, è interessante e rivelatore, e dimostra quanto è ingiusto il sistema di giustizia nordamericano e quanto è soggettiva la copertura dei giornali nordamericani trattando fatti di Cuba e soprattutto sui Cinque Cubani.

 

Mentre il prigioniero Alan Gross, riceve visite regolari di rabbini (questo non è stato il primo a visitarlo e a portargli dei dolci) , amici, familiari, politici, ecc., ai quattro prigionieri cubani non si permette tale privilegio, per esempio, ricevere rabbini, sacerdoti, politici, nè familiari, (o solo in forma eccezionale e limitata), e ovviamente senza dolci.

 

La cosa più deplorevole, malvagia e inumana è che non possono nemmeno ricevere le visite delle loro mogli, come nei casi di René Gonzalez e Gerardo Hernandez.

 

Quando René González era in prigione, per più di 13 anni, sua moglie Olga non ha mai ottenuto il visto per andare a visitarlo negli Stati Uniti (e nemmeno ora).

 

Gerardo Hernández, recluso in una prigione di massima sicurezza in California, non vede sua moglie Adriana da più di 15 anni, perchè gli USA non le concedono il visto.

 

Il rabbino ha comunicato che Gross è preoccupato per i membri della sua famiglia e questo è rivelatore, dato che René González in questo momento si trova in libertà vigilata, dopo aver scontato la sua condanna e suo fratello Roberto, con un cancro in fase avanzata, è in condizioni critiche. La figlia maggiore di Renè, Irmita, sta per sposarsi, ma a lui non si concede il permesso di due settimane per visitarli.

 

Sua moglie non ha avuto mai un visto per visitarlo.

 

Mentre sono felice che il signor Gross si goda le sue visite, spero che il presidente Obama stia pensando a concedere un trattamento simile ai quattro prigionieri cubani ed in particolare a Gerardo Hernández, condannato a due ergastoli più 15 anni, non per avere cercato di far cadere il Governo nordamericano, ma per aver semplicemente fatto quello che il Governo degli Stati Uniti non ha mai fatto per mettere fine alle attività terroristiche che si organizzano dal territorio statunitense contro Cuba.

 

Gilbert Brownstone - Fondazione Brownstone