Nuestra America

 

 

Fronte comune latinoamericano all'

ONU contro le misure di austerità

 

 

27 settembre 2012 - www.granma.cu

 

 

I paesi latinoamericani hanno fatto fronte comune nelle Nazioni Unite per alzare la loro voce contro le misure di austerità come ricetta per affrontare gli effetti della crisi e denunciare l’impatto delle stesse sul mondo emergente.

 

 “La storia ha dimostrato che l’austerità, quando è eccessiva ed è isolata dalla crescita, è controproducente”, ha affermato la presidentessa brasiliana, Dilma Rousseff, nel primo degli interventi dei presidenti internazionali all’apertura dei dibattiti della sessione 67 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

Rousseff ha approfittato del suo intervento per scagliarsi contro le politiche fiscali “ortodosse”, che considera come le responsabili del peggioramento della recessione nelle economie sviluppate, un messaggio condiviso anche dalla presidentessa argentina, Cristina Fernández, ed il dominicano, Danilo Medina.

 

La presidentessa brasiliana, che ha citato come esempio la buona situazione economica del suo paese, del quale ha evidenziato la capacità di mantenere un “alto tasso d’impiego” mentre riduce le disuguaglianze sociali, ha difeso la possibilità di costruire un patto completo a favore della rinascita della crescita economica mondiale.

 

Anche Fernández ha inveito contro le misure d’austerità in un infiammato discorso interrotto diverse volte dai partecipanti dell’assemblea, nel quale ha portato all’interno dell’Assemblea Generale le proteste degli “indignati” in Spagna e la “repressione” da parte della polizia nelle strade di Madrid.

 

Non siamo venuti per dare lezioni, ma soltanto a raccontare l’esperienza di una nazione che ha vissuto una situazione simile a quella nella quale si trovano adesso altri paesi del mondo sviluppato”, ha affermato prima di sottolineare che il suo paese ha ristrutturato il 94% del suo debito e adempie “rigorosamente” alle sue scadenze dal 2005.

 

Nel discorso della presidentessa argentina è stato citato anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI), organismo che è stato criticato per la sua strategia di imporre ai paesi soluzioni basate sugli aggiustamenti e l’austerità, un fatto che ha definito “assolutamente assurdo” perché è stato dimostrato, ha aggiunto, che proprio questi principi sono alla base della crisi.

 

Fernández ha ricordato che l’Argentina ha sofferto le politiche neoliberali imposte dagli organismi internazionali che produssero la crisi istituzionale del 2001, un paese che raggiunse un debito del 160% del prodotto interno loro (PIL) a causa, ha ribadito, di “misure feroci” che in questo momento soffocano paesi come Spagna, Grecia e Portogallo.

 

Un coro contro l’austerità è venuto anche dal presidente dominicano, Danilo Media, che durante il suo intervento ha difeso l’idea di “convertire le politiche anticicliche di investimento sociale nella leva per rianimare le economie”, a differenza dei modelli basati sull’austerità che riducono le difese sociali.

 

 “L’economia dev’essere al servizio delle persone, non il contrario”, ha dichiarato Medina, che ha poi avvertito che “non basta la crescita” per ridurre le disuguaglianze sociali, ed ha difeso un nuovo modo di misurare lo sviluppo affinché i paesi che hanno bisogno di aiuto non restino senza cooperazione.

 

Il nuovo presidente dominicano ha affermato che si tratta di “lavorare insieme per superare l’esclusione invece di conservare in modo indefinito la povertà”, ed ha scommesso sul riordino dei parametri d’investimento e su politiche pubbliche per promuovere l’equità e l’inclusione sociale dei gruppi più vulnerabili.

 

Il presidente di El Salvador, Mauricio Funes, ha denunciato nel suo intervento la mancanza di controllo dei flussi finanziari che provocano “frequenti crisi” pagate “sempre dai popoli e mai dai responsabili”, così come una distribuzione “ingiusta” di beni e ricchezze e l’aggressione costante dell’ambiente.