Nuestra America - Paraguay

 

 

 

Lugo: “Ci convertiremo in fiscali

osservatori di tutto ciò che faranno”

 

 

26.06.12  - www.granma.cu

 

 

Il presidente destituito del Paraguay, Fernando Lugo, ha dichiarato che desidera convertirsi in un fiscale osservatore dei ministri del nuovo governo di questa nazione. “Controlleremo tutto quello che faranno, infatti ci interessa il processo democratico dopo il fallimento istituzionale avvenuto venerdì scorso”.

 

“Insieme ai ministri vogliamo convertirci in fiscali osservatori e controllare tutto ciò che faranno i nuovi ministri dal loro giuramento della mattina” di lunedì 25 giugno, ha dichiarato Lugo durante una conferenza stampa tenuta a seguito di una riunione con i suoi sostenitori.

 

“Avremo una riunione di valutazione e di organizzazione su come rispondere nelle prossime ore e nei giorni nei quali potrebbero esserci in seguito fatti rilevanti”, ha aggiunto.

 

“Il Fronte Guasú, il Fronte di Difesa per la Democrazia, i giovani, gli adulti e i bambini che stanno resistendo e difendendo la libertà, i contadini e la creazione di un’istanza internazionale, si riuniranno per osservare e spiegare quanto accaduto nel nostro paese”, ha ribadito.

 

Lugo ha dichiarato che “la Costituzione Nazionale contempla una resistenza, però noi gli accentuiamo e gli collochiamo la parola pacifica, la cittadinanza deve condannare in maniera pacifica la rottura costituzionale avvenuta venerdì scorso”.

 

In relazione alle denunce sul silenzio dei mezzi d’informazione, Lugo ha affermato “non abbiamo mai censurato nessun mezzo pubblico o privato. Abbiamo ricevuto critiche dall’informazione, sia positive per il Governo che negative, su questo si basa la libertà d’espressione”.

 

Secondo la sua opinione, se si mettessero a tacere i mezzi d’informazione, si darebbe un motivo per parlare male di coloro che si sono installati al Governo la scorsa settimana.

 

Lugo ha definito le sue attività, che sta realizzando insieme ad alcuni deputati, come un gruppo di osservatori per vigilare che si conservi un filo costituzionale. “Dobbiamo mantenere una comunicazione chiara con la comunità nazionale ed internazionale (...), dobbiamo potenziare una resistenza pacifica contro questo venerdì Nero”.

 

Gli USA sapevano fin dal 2009 di un possibile processo politico contro Lugo

 

Gli Stati Uniti sapevano fin dal 2009 che l’opposizione in Paraguay aveva intenzione di destituire il presidente Fernando Lugo, secondo un rapporto pubblicato da WikiLeaks lo scorso anno.

 

“Ci sono voci che il leader della UNACE, il generale Lino Oviedo, insieme all’ex presidente Nicanor Duarte Frutos, avrebbero provato a destituire Fernando Lugo con un processo politico all’interno del Parlamento”, riportava il testo datato 28 marzo 2009, inviato con carattere segreto dall’ambasciata degli USA ad Asuncion al Dipartimento di Stato con sede a Washington.

 

Le notizie filtrate, pubblicate nell’agosto del 2011 dalla fondazione di Julian Assange, evidenziarono alcune delle discrepanze osservate tra il mandatario ed il suo vicepresidente. Secondo il rapporto, l’obiettivo di Oviedo e Duarte Frutos era di approfittare di un qualsiasi errore dell’ex vescovo Fernando Lugo per mettere in piedi un processo politico nel Congresso ed assicurarsi la supremazia politica.

 

Secondo la pubblicazione, in caso di trionfo del piano dei due leader, Franco avrebbe assunto la Presidenza. Da parte sua, Duarte avrebbe avuto la presidenza del Senato, passando ad essere il terzo nella linea di successione del Governo.

 

Anche se il liberale Franco fosse il presidente, Oviedo e Duarte Frutos controllerebbero il Congresso ed i tribunali, riportavano le notizie filtrate.

 

Allo stesso modo, il messaggio parlava inoltre dell’esistenza di “squali politici” che circondavano il capo di Stato. “Crediamo che si trovi sotto una grande pressione”, citava il testo, nel quale veniva descritta la possibilità che alcuni avrebbero potuto conseguire una rinuncia del mandatario o che affrontasse un processo politico.

 

La destituzione di Fernando Lugo mediante un processo politico è stata ripudiata da tutto il Mercosur e da gran parte dell’America Latina. Argentina, Brasile e Venezuela hanno già ritirato i propri ambasciatori dal Paraguay. Inoltre, il presidente Hugo Chávez ha annunciato che interromperà le vendite di petrolio al paese.