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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

@chavezcandanga ha già 3 milioni di sostenitori

 

 

29.05.12 - www.granma.cu

 

 

L’account @chavezcandanga, indirizzo nel social network Twitter di Hugo Chávez, ha superato i 3 milioni di sostenitori, a poco più di due anni dalla sua creazione e dopo essersi trasformato nel mezzo attraverso il quale il presidente del Venezuela ha fatto annunci, celebrazioni, fatto le condoglianze ed informato sul suo stato di salute.

 

“Ai 3 milioni di Candangueros e Candangueras, va il mio speciale ringraziamento! E continuiamo portando avanti, anche attraverso questo mezzo, la battaglia delle idee!”, dice il messaggio presente su @chavezcandanga.

 

Il ministro delle Comunicazioni del Venezuela, Andrés Izarra, ha dichiarato alla televisione statale Venezuelana de Television (VTV) che Chávez “è il presidente latinoamericano più seguito” ed il secondo capo di Stato con più sostenitori dopo il mandatario degli Stati Uniti, Barack Obama.

 

Fino ad oggi @chavezcandanga ha pubblicato 1.612 messaggi inclusi i rapporti riguardanti il suo stato di salute, a pochi giorni dal primo anniversario dell’intervento chirurgico contro il cancro, avvenuto il 20 giugno del 2011.

 

Alla fine di febbraio il mandatario informò il paese in merito ad un nuovo intervento chirurgico nel quale è fu estratto un nuovo tumore, ed in seguito si sottopose a nuove cure e ad un riposo che non si è ancora concluso.

 

Il cancro ha obbligato il presidente ad abbassare il suo ritmo di lavoro ed a ridurre i suoi discorsi televisivi, fatto che ha contrastato con i suoi messaggi di 140 caratteri nel social network.

 

“Già sull’aereo! Tutti contenti andiamo verso il nostro amato Venezuela! Porto i saluti di Fidel e di Raúl! E di tutta Cuba! Viva Venezuela!”, scriveva in un messaggio apparso su @chavezcandanga nell’aprile scorso, poco prima della sua partenza da Cuba verso il Venezuela.

 

Chávez ha aperto la sua pagina nell’aprile del 2010 per “contrattaccare” i suoi rivali in internet, anche se ha usato questa piattaforma per condividere impressioni, fare annunci di approvazione di risorse, nominare o destituire ministri, fare gli auguri a personalità mondiali e comunicare con i venezuelani.

 

Izarra ha indicato che per celebrare il raggiungimento e superamento dei 3 milioni di sostenitori si vuole posizionare l’etichetta #HOY3EL7DIEZ (OGGI3IL7DIECI) per “annunciare” i dieci milioni di voti che il chavismo spera di conseguire il prossimo 7 ottobre, quando si celebreranno le elezioni presidenziali.

 

“In Venezuela è il paese che più utilizza Twitter in tutta l’America Latina e (...) Chávez ha abbracciato questa tecnologia (...) ed è entrato nei social network ed ha rivoluzionato il social network fino al punto che possiamo festeggiare questi tre milioni di sostenitori”, ha assicurato.

 

Il ministro ha messo in risalto che Chávez abbraccia tutte le piattaforme che gli permettono di “comunicare con il suo popolo” ed ha ricordato che il presidente si è servito anche della radio e della televisione con il suo programma Aló Presidente, che ha appena compiuto tredici anni dalla sua prima trasmissione.

 

@Chavezcandanga: uno strumento del mondo

virtuale per la Rivoluzione reale

Parole nella cerimonia dei due anni di account in Twitter del presidente venezuelano Hugo Chavez. Caracas, Venezuela, 28 aprile 2012

 

 

29.04.12 - Iroel Sanchez http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/

 


 

Nell'agosto 2008, il Cte Fidel Castro ha avuto un dialogo con i giornalisti venezuelani Vanessa Davies, Andres Izarra, Walter Martinez e Mario Silva, in cui, tra altri temi,  ha affrontato il ruolo della comunicazione nella lotta ideologica contemporanea. Fidel, dopo aver affermato che le armi per far oggi la rivoluzione stanno nel divulgare la realtà, diceva ai suoi interlocutori: "io penso che voi abbiate l'arma nucleare nelle mani, ideologica".

L'affermazione di Fidel è coerente con una strategia che ha sempre dato alla comunicazione un ruolo centrale nella lotta rivoluzionaria. Così fu nella Sierra Maestra, per affrontare ciò che la dittatura di Batista chiamò "Piano FF" (Fase Finale o Fine di Fidel), che con colonne composte da migliaia di uomini, supportati da artiglieria, aerei e carri armati si concluse nell'inizio della sconfitta strategica della tirannia. Tra i tre fondamentali obiettivi della concezione che permise la vittoria della guerriglia, rivelati da Fidel in un discorso alla radio fatto immediatamente dopo la sconfitta dell’operazione, il secondo era quello di "mantenere in funzione l’Emittente Rebelde che é diventata un fattore di primaria importanza".

Risulta ovvio che da allora ad oggi, questa "primaria importanza" dell’ informazione, lungi dal diminuire, è aumentata. I "think tank" di Washington lo confermano. Joseph S. Nye, assistente del Segretario alla Difesa durante l'amministrazione Clinton, è giunto ad affermare che "il paese che meglio sappia guidare la rivoluzione dell’informazione sarà il più potente ... e per il prevedibile futuro, questo paese saranno gli USA" aggiungendo che "come la supremazia nucleare era la chiave per la leadership della coalizione nel passato, la supremazia informativa sarà la chiave nell'era dell'informazione".

La Rivoluzione Bolivariana, venuta al mondo in quelle circostanze, ha assunto in modo creativo e audace questa sfida, convertendo lo scenario delle reti sociali in internet in uno strumento per l'azione rivoluzionaria. A mio parere, l'uso che realizza il presidente Hugo Chavez del suo account su Twitter è oggi l'equivalente della antenna di Radio Rebelde che, dalla Sierra Maestra, portava la voce di Fidel, smantellando le menzogne ​​e le calunnie con cui la dittatura pro yankee di Fulgencio Batista cercava di far tacere la  realtà di quello che avveniva in campo militare.

L’imperialismo USA e i suoi servi in ​​Venezuela, hanno elaborato per l’ennesima volta, il loro Piano "Fine di Chavez". Con un sacco di soldi, le tecnologie più avanzate e potenti mezzi di comunicazione cercano di costruire ed imporre una realtà creata dai loro laboratori di guerra psicologica. E lì c'è questo guerrigliero di Internet con il suo @chavezcandanga, smantellando  campagne mediatiche, interagendo con il suo popolo, informando come utilizza le risorse a beneficio dei più bisognosi, comunicando con i suoi ministri e anche con i leader di altri paesi, mentre ha in essa una via di feedback diretta della cittadinanza circa l'efficacia delle politiche e delle azioni della Rivoluzione.

Particolarmente nuovo e impattante è il modo in cui il presidente Chavez utilizza il suo account in Twitter per interagire con i media della Rivoluzione, commentando con immediatezza le informazioni che vede in televisione, inviando messaggi ai conduttori degli spazi, dando un orientamento a coloro che partecipano a una mobilitazione, promuovendo un evento o  riconoscendo un comportamento o un risultato.

Se il capitalismo pretende, con internet, convertire, ancor più, i cittadini in consumatori, alienarli dalla pratica politica e addomesticarli perché ogni volta gli sia sempre più difficile distinguere tra verità e menzogna, tra realtà e finzione, il presidente Chavez ha convertito Twitter – uno strumento virtuale – in un’arma ideologica per difendere e vincere in difesa di una Rivoluzione reale che ha alfabetizzato, aperto la possibilità di crescita intellettuale e tolto dalla povertà milioni di venezuelani. Senza dubbio, uno strumento del mondo virtuale per una Rivoluzione reale, così reale che  erge contro di sé le forze del più potente impero della storia, quello che ha inventato Internet e ora dà colpi e adotta misure nella ricerca del modo di controllarlo ogni volta sempre più. Ma in Venezuela, come ha appena detto Fidel nella sua ultima
Riflessione, l' "oligarchia mai più potrà governare" né nelle strade né nelle reti.
 

 

@Chavezcandanga: Un instrumento del mundo virtual para una Revolución real*

 

Iroel Sánchez

 

En agosto de 2008, el Comandante Fidel Castro sostuvo un diálogo con los periodistas venezolanos Vanessa Davies, Andrés Izarra,Walter Martínez y  Mario Silva en el que, entre otros temas abordó el papel de la comunicación en la lucha ideológica contemporánea. Fidel, luego de afirmar que las armas para hacer hoy la revolución están en divulgar la realidad, le decía a sus interlocutores: “yo creo que ustedes tienen el arma nuclear en las manos, ideológica”.

La afirmación de Fidel es consecuente con una estrategia que ha dado siempre a la comunicación un lugar central en la lucha revolucionaria. Así fue en la Sierra Maestra, al enfrentar lo que la dictadura batistiana denominó “Plan FF” (Fase Final o Fin de Fidel),  que con columnas conformadas por miles de hombres, el apoyo de artillería, aviación y tanques terminó en el inicio de la derrota estratégica de la tiranía.  Entre los tres objetivos fundamentales de la concepción que permitió la victoria guerrillera, revelados por Fidel en un discurso radial realizado inmediatamente después de aplastada la operación, el segundo era “mantener en el aire la Emisora Rebelde que se ha convertido en factor de primerísima importancia”.

Resulta obvio que de entonces acá esa “primerísima importancia” de la información, lejos de disminuir se ha incrementado. Los “tanques pensantes” de Washington  lo confirman. Joseph S. Nye, asistente del Secretario de Defensa durante la Administración Clinton, llegó a afirmar que “el país que mejor sepa conducir la revolución de la información será el más poderoso… Y en el futuro previsible, ese país será Estados Unidos”, añadiendo que “al igual que la supremacía nuclear era la clave para el liderazgo de la coalición en el pasado, la supremacía informativa será la clave en la era de la información”.

La Revolución Bolivariana, llegada al mundo en esas circunstancias, ha asumido de modo creativo y audaz ese reto, convirtiendo el escenario de las redes sociales en Internet en un instrumento para la acción revolucionaria. En mi opinión,  el uso que realiza el presidente Hugo Chávez de su cuenta en Twitter es hoy el equivalente de la antena de Radio Rebelde que desde la Sierra Maestra llevaba la voz de Fidel, desbaratando las mentiras y calumnias con las que la dictadura pronorteamericana de Fulgencio Batista intentaba acallar la realidad de lo ocurría en el terreno militar. 

El imperialismo norteamericano y sus servidores en Venezuela, han elaborado por enésima vez, su Plan “Fin de Chávez”. Con mucho dinero, las más avanzadas tecnologías y poderosos medios de comunicación intentan construir e imponer una realidad creada por sus laboratorios de guerra sicológica. Y ahí está ese guerrillero de la Internet con su @chavezcandanga, desbaratando campañas mediáticas, interactuando con su pueblo, informando cómo utiliza los recursos para beneficio de los más necesitados, comunicándose con sus ministros y también con mandatarios de otros países, a la vez que tiene en ella una vía de retroalimentación directa de la ciudadanía acerca de la efectividad de las políticas y acciones de la Revolución. 

Particularmente novedoso e impactante es el modo en que el presidente Chávez utiliza su cuenta en Twitter para relacionarse con los medios de comunicación de la Revolución, comentando con inmediatez informaciones que ve en la televisión, enviando mensajes a los conductores de los espacios, dando una orientación a quienes participan en una movilización, estimulando un hecho, o reconociendo una conducta o un resultado. 

Si el capitalismo pretende con Internet convertir aún más a los ciudadanos en consumidores, enajenarlos de la práctica política y domesticarlos para que cada vez les sea más difícil distinguir entre verdad y mentira, entre realidad y ficción; el presidente Chávez ha convertido  Twitter -un artefacto virtual- en un arma ideológica para defender y vencer en defensa de una Revolución real que ha alfabetizado, abierto la posibilidad del crecimiento intelectual y sacado de la pobreza a millones de venezolanos. Sin dudas, un instrumento del mundo virtual para una Revolución real, tan real que levanta en su contra las fuerzas del imperio más poderoso de la historia, ese que inventó Internet y ahora da golpes y adopta medidas en busca del  modo de controlarla cada vez  más y más. Pero en Venezuela, como acaba de decir Fidel en su más reciente Reflexión, la “oligarquía jamás podría gobernar de nuevo”, ni en las calles ni en las redes. 

*Palabras en el acto por los dos años de la cuenta en Twitter del presidente venezolano Hugo Chávez. Caracas, Venezuela, 28 de abril de 2010.