ELEZIONI A CUBA E

NEGLI STATI UNITI

 

 

2 ottobre 2012 - Scritto da  Nicanor Leon Cotayo http://yohandry.com/

 

 

Il processo elettorale in corso negli Stati Uniti dimostra la sua povertà di figure di elevato prestigio e il vuoto di discorsi senza risposte ai gravi problemi del paese.

Ad esempio, il candidato presidenziale repubblicano Mitt Romney, un miliardario senza molta esperienza nella gestione della cosa pubblica, personalità grigia e non adempiente al pagamento delle imposte.

Due volte é stato sorpreso esprimere, pubblicamente, il suo rude disprezzo verso i poveri, di cui é giunto a dire: "non mi interessano", schiaffo che i democratici hanno sfruttato contro di lui.

Il suo candidato a "vice", Paul Ryan, è un uomo del neo-nazista Tea Party, specializzato nel promuovere tagli ai finanziamenti per l'istruzione e la sanità pubblica per equilibrare i deficit di bilancio.

Nel caso del presidente-candidato democratico, Barack Obama, egli rappresenta un presidente che non ha adempiuto alle sue più importanti promesse elettorali.

Una grave crisi socio-economica colpisce il tanto vantato "modo di vita nord americano" e quella nazione presenta circa 25 milioni di disoccupati e sottoccupati. Proprio quando gli aiuti ufficiali ai bassi redditi sono stati brutalmente diminuiti, mentre la soppressione delle spese arriva sino a paralizzare un servizio antincendio nella baia di Miami.

Un'altra immagine del panorama che vivono gli Stati Uniti è stato recentemente fornita dal Census Bureau all'annunciare che i poveri arrivano a circa 47 milioni di persone.

Tale scenario è stato un terreno fertile perché i gruppi di odio, stile nazista, si siano moltiplicati in centinaia nel paese.

Accademici, giornalisti, scrittori e altri intellettuali ripetono che mai, in molti anni, il sentimento di pessimismo si era  tanto radicato all'interno di quella società.

Nel mezzo di questo  colossale dilemma si avvicinano le elezioni generali di novembre, le cui spese, solo per quanto riguarda il match per la presidenza, dovrebbero raggiungere circa 1500 milioni di $.

A parte si contano i grandi esborsi attribuibili al rinnovo della Camera dei Rappresentanti e un terzo del Senato, così come le elezioni per eleggere i Governatori e cariche minori.

Ci sono candidati alla Camera Bassa, come il rappresentante cubano americano 
David Rivera, uno dei legislatori più investigati per essere invischiato in in fatti criminali.

Anche un senatore di simile origine, Marco Rubio, che The Washington Post ha smascherato come un volgare bugiardo, perché simulò essere figlio di una coppia che fuggì da Cuba nel 1959 dopo il trionfo della Rivoluzione, quando in realtà lasciarono l'isola nel 1956.

Un altro elemento che aiuta a conoscere meglio in che consiste la democrazia USA lo forniscono i famosi "boleteros" personaggi che si aggirano, per di là, a caccia di voti in assenza.

Questi di solito provengono da persone molto vecchie o con limitazioni fisiche ciò che rende difficile andare ai seggi elettorali.

Ma una gestione apparentemente umanitaria è diventata una grossolano trasferimento di cedole a favore di alcuni candidati; affare di cui vivono non pochi attivisti, molti di origine cubana.

Esempio di ciò lo offre un quartiere floridiano,
El Pequeño Haiti, dove, come ha scritto ne El Nuevo Herald la giornalista Nadege Green, "si lotta, in ogni campagna elettorale, per raccogliere cedole di voti assenti".

Per molto tempo, aggiunge Green, i boleteros si muovevano nelle aree in gran parte ispaniche di Miami-Dade, ma ora "fanno parte di una fiorente industria della comunità haitiana".

D
a più di 50 anni Washington accusa Cuba, come accade ora, di non realizzare libere elezioni nello stile di quelle che si realizzano negli Stati Uniti. Hanno assolutamente ragione.

Si tratta di due tipi di elezioni molto diverse. L'isola preferisce andare al rogo piuttosto che al cielo accompagnato da furfanti come David Rivera, Marco Rubio e gli illustri boleteros della Florida.

 

ELECCIONES EN CUBA Y ESTADOS UNIDOS

Escrito por Nicanor León Cotayo http://yohandry.com/

El actual proceso electoral en Estados Unidos demuestra su pobreza en figuras de elevado prestigio y lo hueco de discursos sin respuestas para los graves problemas del país.

Por ejemplo, el candidato presidencial republicano, Mitt Romney, es un multimillonario sin mucha experiencia en manejar asuntos públicos, personalidad gris y no cumplidor en el pago de impuestos.

Dos veces ha sorprendido en público al expresar su rudo desprecio hacia la gente pobre, de quienes llegó a decir, “no me interesan”, bofetada que los demócratas explotaron en su contra.

Su candidato a “vice”, Paul Ryan, es un hombre del neonazi Tea-Party, especializado en impulsar recortes a los fondos de la educación y la salud pública para equilibrar déficit presupuestarios.

En el caso del presidente-candidato demócrata, Barack Obama, representa a un mandatario que ha incumplido sus más importantes promesas electorales.

Una aguda crisis socio-económica golpea al tan pregonado “modo de vida norteamericano” y esa nación exhibe unos 25 millones de personas sin trabajo y subempleadas.

Precisamente cuando la ayuda oficial a los de menos ingresos ha sido brutalmente disminuida, mientras la supresión de gastos llega hasta paralizar un servicio de bomberos en la bahía de Miami.

Otra muestra del panorama que vive Estados Unidos fue brindada recientemente por su Oficina del Censo al anunciar que ya los pobres llegan allí a unos 47 millones de personas.

Tal escenario ha sido caldo de cultivo para que los titulados grupos de odio, al estilo de los nazis, se hayan multiplicado por cientos en el territorio nacional.

Académicos, periodistas, escritores y otros intelectuales repiten que nunca en muchos años el sentimiento de pesimismo se había arraigado tanto en el seno de aquella sociedad.

En medio de este colosal dilema se aproximan allí las elecciones generales de noviembre, cuyos gastos, solo en lo relativo al pugilato por la presidencia, deben llegar a unos 1 500 millones de dólares.

Aparte se cuentan los grandes desembolsos atribuibles a la renovación de la Cámara de Representantes y un tercio del Senado, así como los comicios para elegir Gobernadores y cargos menores.

Hay aspirantes a la Cámara Baja, como el representante cubanoamericano David Rivera, uno de los legisladores más investigados por estar mezclado en hechos delictivos.

También un senador de igual origen, Marco Rubio, al cual The Washington Post desenmascaró como un vulgar embustero porque simuló ser hijo de un matrimonio que huyó de Cuba en 1959 luego del triunfo de la Revolución, cuando en realidad salieron de la isla en 1956.

Otro elemento que ayuda a saber mejor en qué consiste la democracia estadounidense lo aportan los famosos “boleteros”, personajes que deambulan por allá a la caza de votos en ausencia.

Estos por lo general proceden de personas muy ancianas o con limitaciones físicas que les dificultan trasladarse a los colegios electorales.

Pero una gestión aparentemente humanitaria ha devenido grosero trasiego de cédulas a favor de ciertos candidatos, negocio del que ya viven no pocos activistas, muchos de origen cubano.

Ejemplo de eso ofrece un barrio floridano, El Pequeño Haití, donde, como escribió en El Nuevo Herald la periodista Nadege Green, “se pelean en cada campaña electoral para recolectar boletas de voto ausente”.

Durante mucho tiempo, añade Green, los boleteros se movieron en áreas mayoritariamente hispanas de Miami-Dade, pero ahora “son parte de una floreciente industria en la comunidad haitiana”.

Hace más de 50 años desde Washington acusan a Cuba, tal como sucede ahora, de no realizar elecciones libres al estilo de las que se realizan en Estados Unidos. Tienen absoluta razón.

Se trata de dos tipos de comicios muy distintos. La isla prefiere ir a la hoguera antes que al cielo acompañada por truhanes como David Rivera, Marco Rubio y los ilustres boleteros de la Florida.