Qual è il peso dei morti:

Sandy e i popcorn

 

 

31 ottobre 2012 - http://amicuba.altervista.org/blog/

 

 

L’uragano Sandy è diventato il protagonista dei media … da quando è a New York. Sandy è più Sandy adesso. Prima, la copertura mediatica che è stata fatta del suo passaggio attraverso la Repubblica Dominicana, Haiti e Cuba, dove ha lasciato 60 morti, non è che fosse inferiore, è stata offensivamente inferiore. I 16 morti a New York pesano più che i 44 di Haiti, che a differenza della città degli Stati Uniti, ha dovuto far fronte a un uragano con il paese disseminato di campi di rifugiati per il terremoto di due anni fa, ormai dimenticati dalla Comunità Internazionale.

 

La copertura mediatica di Sandy a New York è un riflesso in più di, perdonatemi per l’espressione diretta, di quanto è marcia questa società. Quando abbiamo perso l’orientamento? Quando ci siamo dimenticati la via dell’umanità a favore della notizia spettacolo con uno scenario da film? Di fatto è che la copertura fotografica dell’arrivo dell’uragano ha un che di cinematografico, di una di quelle tragedie come El día de mañana(2004).

 

Avete visto una copertura mediatica così estesa e con tanti dettagli su Sandy ad Haiti, per esempio? Lì certamente le immagini dovevano essere scarne, dal punto di vista spettacolare, ma no, non concediamo al popolo haitiano la possibilità di ricordarci che non abbiamo soddisfatto le promesse di aiuti umanitari dopo il terremoto del 2010. Invece, è molto più spettacolare vedere i grattacieli, vedere Times Square coperto di nuvoloni scuri, trombe d’acqua e venti a oltre 100 chilometri all’ora. Lo viviamo come più vicino, come più nostro, con o senza popcorn, anche se non succede la stessa cosa quando un tifone devasta una città asiatica.

 

Forse dovremmo pensare, non tanto se sia stata adeguata la copertura di Sandy a New York – in dirittura finale, per di più,come la campagna elettorale – ma se lo sia stata quando ha devastato i Caraibi con maggiore virulenza, con maggiore durezza… con una mortalità molto maggiore. E se la vostra risposta continua a essere che in entrambi i casi la comunicazione è stata corretta, la nostra maledetta agenda informativa sarà diventata come quella, travolgendoci in un collasso morale così profondo che sarà senza rimedio.

 

 

 

 

Qui sotto il testo originale

 

El huracán Sandy se ha convertido en el protagonista de los medios de comunicación… desde que está en Nueva York. Sandy es más Sandy ahora. Previamente, la cobertura que se hizo de él a su paso por República Dominicana,por Haití o Cuba, en donde dejó 60 muertos, no es que fuera inferior, fue insultantemente menor. Los 16 muertos deNueva York pesan más que los 44 de Haití, que a diferencia de la ciudad estadounidense, tuvo que hacer frente a un huracán con el país sembrado de campos de refugiados por el terremoto de hace dos años, ahora olvidados por la Comunidad Internacional.

La cobertura mediática de Sandy en Nueva York es un reflejo más de, me van a perdonar lo directo de la expresión, lo podrida que está esta sociedad. ¿En qué punto hemos perdido tanto el norte? ¿Cuándo olvidamos por el camino la humanidad en favor de la noticia espectáculo con escenografía de película? Y es que la cobertura fotográfica de la llegada del huracán tiene algo de cinematográfico, de una de esas tragedias tipo El día de mañana (2004).

¿Vieron una cobertura tan masiva y con tanto lujo de detalles de Sandy en Haití, por ejemplo? Allí, sin duda las imágenes debieron de ser espectacularmente descarnadas, pero no, no concedimos al pueblo haitiano la oportunidad de volver a recordarnos que no cumplimos con las promesas de ayuda humanitaria tras el seísmo de 2010. En su lugar, es mucho más espectacular ver los rascacielos, ver Times Square cubierta con negros nubarrones, trombas de agua y vientos de más de 100 kilómetros por hora. Lo vivimos como más cercano, como más nuestro, con o sin palomitas de maíz, aunque no suceda lo mismo cuando un tifón asola una urbe asiática.

Quizás deberíamos pensar, no tanto si está ajustada la cobertura de Sandy en Nueva York -en la recta final, además, de la campaña electoral- sino si lo estuvo cuando asoló el Caribe con mayor virulencia, con mayor crudeza… con mucha mayor mortandad. Y si su respuesta continúa siendo que en ambos casos fue correcto el tratamiento, la maldita agenda informativa se habrá vuelto a salir con la suya, sumiéndonos en un colapso moral tan profundo que ni siquiera reparamos en ello.