Un’altra azione dell’assedio degli Stati Uniti


Il blocco contro la

 

libertà religiosa

 

 

27 novembre 2012 - Sheyla Delgado Guerra www.granma.cu

 

 

 

La più recente tra le violazioni del blocco degli USA, stavolta contro la libertà religiosa in Cuba, è stata denunciata dopo il congelamento nella succursale di Miami della banca ecuadoriana Pichincha, di 101000 dollari che si dovevano trasferire alcune settimane fa, per coprire le spese d’alimentazione e alloggio dei partecipanti alla VI Assemblea Generale del Consiglio Latinoamericano delle chiese (CLAI).

 

Al CLAI è stato notificato che "i fondi non sono bloccati, ma congelati”, ha detto alla stampa il suo presidente, il vescovo Julio Murray, che ha insistito sull’urgenza di liberare questo capitale che appartiene alle chiese e alle istituzioni religiose latino americane e dei Carabi, ed è destinato ad un evento di grande importanza nell’evangelizzazione.

 

Durante la lettura della dichiarazione ufficiale, il reverendo Joel Ortega Dopico, presidente del Consiglio delle Chiese di Cuba ha detto che la sola ragione di questa misura è che Cuba sarà la sede dell’Assemblea.

 

“Ancora una volta si manifestano le politiche del blocco contro Cuba e il suo popolo da parte dell’attuale amministrazione statunitense, come hanno fatto le dieci precedenti. Questo modo di procedere costituisce una seria limitazione alla libertà delle chiese cristiane per sviluppare il loro lavoro”, ha sottolineato.

 

Il reverendo Nilton Giese segretario generale del CLAI ha spiegato che dopo aver contattato la banca al principio di novembre, a Miami, per sapere che cos’era successo, lo hanno informato che “i fondi erano momentaneamente congelati, sino ala conoscenza della loro destinazione”.

 

“Abbiamo mandato una lettera e poi abbiamo avuto varie risposte telefoniche e tutti hanno detto che stavano sempre analizzando e questo dura da quattro settimane”, ha aggiunto.

 

Questa Assemblea si organizza ogni sei anni e per decisione del direttivo del CLAI è stato accordato che L’Avana sarà la sede della VI edizione dell’incontro religioso, previsto tra il 19 e il 24 febbraio del 2013, con la partecipazione di circa 40 delegati.

 

Non disponendo dei fondi destinati a questo incontro, il Consiglio delle Chiese di Cuba ha annunciato la mobilitazione delle chiese cubane per raccogliere altri fondi, ed ha lanciato un appello all’appoggio internazionale come risposta all’assedio nordamericano.

 

Murray ha detto che questa limitazione viola le stesse norme del Dipartimento del Tesoro degli USA che permettono l’invio di rimesse o trasferimenti di questo tipo per fini religiosi.

 

Nella dichiarazione del reverendo Ortega Dopico si sostiene che gli Stati Uniti, che si auto proclamano un esempio della libertà religiosa nel mondo, invece la limitano e la bloccano con politiche eticamente inaccettabili.

 

A pochi mesi dalla celebrazione dell’incontro, il Consiglio Latinoamericano delle Chiese, che raggruppa 188 chiese e organismi ecumenici di 20 paesi, ha ratificato la decisione di mantenere la sede a l’Avana, perchè Cuba è un testimonio vivo per il mondo in quanto a libertà religiosa.

 

 

Consiglio Latinoamericano delle Chiese

condanna il blocco contro Cuba
Joel Michel Varona

 

 

Il Consiglio Latinoamericano delle Chiese (CLAI) ha condannato il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dal governo degli Stati Uniti contro Cuba dagli anni ’60.

 

Durante l’assemblea preliminare dell’organizzazione, il presidente del CLAI, Julio Murray, ha considerato che suddetta politica viola i principi più elementari delle relazioni internazionali.

 

È importate sottolineare, quando parliamo dell’ingiustizia del blocco, che questo colpisce la qualità di vita dei cubani, ed impedisce l’accesso a risorse economiche, sanitarie, tecnologiche e culturali, ha evidenziato il religioso.

 

In tal senso, pubblica Juventud Rebelde, ha espresso la ferma posizione del CLAI di condanna all’ingiusto blocco, che va contro la vita, la cui difesa è uno dei principi biblici fondamentali.

 

Murray insieme ai reverendi Nilton Giese, e Geovanny Santana, ha inoltre espresso solidarietà con la causa dei Cinque antiterroristi cubani detenuti negli Stati Uniti dal 1998, ed ha valutato il prolungato castigo come una flagrante violazione dei diritti umani fondamentali.

 

Antonio Guerrero, Fernando González, Ramón Labañino, René González e Gerardo Hernández furono condannati severamente per aver informato in merito ai piani di azioni violente contro Cuba organizzati da gruppi con base in territorio nordamericano.