PER NON DIMENTICARE
 

2 luglio del 1962: un fatto atroce

 

 

2 luglio 2012 - www.granma.cu

 

 

L’assassinio dei membri della famiglia Romero, il 2 luglio del 1962, nella fattoria San José de Altamira, fu una delle azioni più brutali commesse dalle bande controrivoluzionarie stimolate e finanziate dall’Agenzia Centrale d’Intelligenza degli Stati Uniti - CIA - nella regione di montagna dell’Escambray.

 

Solo perchè erano contadini incorporati alla Rivoluzione, gli uomini del gruppo guidato da Julio Emilio Carretero massacrarono José Pío Romero Rojas, sua sorella Ana e suo figlio Eustaquio.

 

La crudeltà fu orribile: Ana aveva le cosce e i seni pieni di pugnalate, ed aveva ricevuto 12 pallottole; Eustaquio ugualmente era stato pugnalato ed una raffica di mitra gli aveva strappato metà della testa, mentre Pio, oltre ai colpi di baionetta e gli spari, mostrava un braccio rotto in tre parti.

 

Anche se riuscirono a scappare in una fuga disperata, la moglie di Pio subì la frattura di una scapola per un colpo, una delle figlie di 12 anni ebbe un seno lacerato e l’altra figlia per un pugno cadde e si fratturò la clavicola.

 

Il giorno seguente il comandante Juan Almeida Bosque, parlando durante il funerale, disse: “Le mani assassine di banditi disumani hanno spezzato per sempre le vite di questi tre cari compagni. Oggi noi ci chiediamo: credono forse questi imbecilli che intimoriranno i nostri contadini ? Perchè noi possiamo rispondere senza sbagliarci: certo che no! Questo possiamo rispondere senza sbagliarci: che no! Unicamente ed esclusivamente, otterranno con questi ripugnanti crimini odio, schifo e un’immensa sete di vendetta, e questi onorati rivoluzionari riempiranno le pagine della nostra storia come martiri del nostro popolo...”

 

Lo stesso 3 luglio del 1962 fu creata la Sezione di Lotta contro i Banditi - LCB - dell’ Esercito del Centro, che in quel momento copriva le province di Las Villas e Camagüey, con un ordine firmato dal comandante Juan Almeida, che designava come capo il comandante Raúl Menéndez Tomassevich.