55º anniversario del

 

Combattimento a El Uvero
 

Il Comandante della Rivoluzione Ramiro Valdés ha presieduto la cerimonia

 

 

29 maggio 2012 - Eduardo Palomares Calderón www.granma.cu

 

 

La trascendenza del Combattimento a El Uvero, che infuse forza all’Esercito Ribelle e alle sue possibilità di vittoria, è stata ricordata nella cerimonia per il 55º anniversario effettata nello stesso luogo di quell’avvenimento con la presenza di un gruppo di partecipanti, guidato dal Comandante della Rivoluzione Ramiro Valdés Menéndez.

 

Il membro del Burò Politico del Partito e vicepresidente dei Consiglio di Stato e dei Ministri, con i combattenti Miguel Ángel Luis Maceira, Orestes Álvarez Calunga, Rolando Larrea y Antonio Béquez, ha posto una corona di fiori a nome del popolo di Cuba davanti al monumento eretto alla memoria dei sette compagni morti nell’azione.

 

Lázaro Expósito Canto primo segretario del Partito nella provincia ha detto nel suo discorso che lo sparo iniziale di quel combattimento, realizzato da Fidel, ci convoca oggi a compiere con efficienza, esigenza e disciplina, i grandi compiti che sono indicati nelle Linee approvate nel Sesto Congresso del Partito.

 

Erano presenti anche il membro del Comitato Centrale e capo dell’esercito Oriental, generale di divisione Onelio Aguilera Bermúdez,; Reinaldo García Zapata, presidente dell’organo di Governo nella provincia, familiari dei martiri del Combattimento di El Uvero e una numerosa rappresentazione della popolazione della zona.

 

La battaglia di EL Uvero
 

“Lì l’insurrezione si

coperse di gloria!”

 

 

28 maggio 2012 - Comandante Raúl Castro Pubblicato dal quotidiano Hoy il 28 maggio del 1965  www.granma.cu

 

 

"È mia opinione e in questo coincido con tutti i compagni che presero parte a quella azione, che il combattimento di El Uvero fu il primo importante che avvenne, e forse fu decisivo, in quella guerra nella quale avevamo potuto sferrare solamente attacchi a piccola scala, a sorpresa e senza immergerci in veri scontri di spari con il nemico.

 

Attaccammo una guarnigione grande e per me, in realtà, il combattimento durò quasi cinque ore, dalle cinque di mattina sino alle dieci, contando anche le precauzioni che si presero per la ritirata, dopo la raccolta dei morti e la preparazione dei feriti per il loro trasferimento.

 

Almeida fu l’anima del combattimento e Che Guevara cominciò a farsi notare lì come guerriero impetuoso.

 

Vidi il combattimento abbastanza difficile alla fine e dissi a Fidel che ci dovevamo ritirare. Sparavamo continuamente contro l’impianto elettrico della caserma per evitare che potessero comunicare con l’aviazione e chiedere rinforzi.

 

Catturammo armi in quell’occasione che ci permisero di dotare quasi due colonne, anche se non erano bene armate.

 

Quella ritirata attraverso la Sierra Maestra divenne famosa, quasi leggendaria sui bordi delle falde della montagna.

 

Soffrivamo una fame terribile, ma non trovammo niente da mangiare in nessun insediamento o nelle capanne solitarie, perchè la dittatura aveva già cominciato a sfollare la Sierra con il proposito di bombardarla.

 

Mi ricordo che mangiai della trippa di bue che puzzava e mi seppe divina.

 

Lo scontro di El Uvero ci diede la categoria di truppa con esperienza, ed ebbe una certa risonanza, perchè si provò il calibro di quei combattenti che erano decisi a tutto.

 

Avevamo degli informatori nell’accampamento dell’esercito a El Uvero, ma alcuni dettagli non si aggiustarono mai e furono quelli i problemi che soffrimmo nell’attacco.

Inoltre il nemico era davvero fortificato. Ricordo che le barricate le avevano formate con elementi difficili da perforare per la scarsa potenza di fuoco su cui si contava.

 

Senza dubbio il coraggio di Almeida permise di trasformare quell’attacco problematico in una risonante vittoria, anche se era un certo tempo che non si combatteva.

 

Per misurare l’importanza dell’azione di El Uvero, basti dire che Fidel utilizzò lì tutti i membri delle sue forze e tutto il mondo lottò e Celia Sánchez divenne un soldato di linea e sparò con la sua arma instancabilmente.

 

Lì, l’insurrezione si coperse di gloria!”