Santiago di Cuba: un

mese dopo Sandy

 

 

26 novembre 2012 - Eduardo Palomares Calderón www.granma.cu

 

 

Con il vigore dei flamboyanes, delle bouganvilles e degli algarrobos che, svettanti, sono simbolo della fermezza di fronte alla devastazione di Sandy, Santiago di Cuba sembra rinascere, dopo un mese di arresto del tempo.

 

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Gli elettricisti hanno ricevuto un caldo saluto nella ex caserma Moncada
 

Il terribile incubo vissuto tra le 12.30 e le 4 di mattina di giovedì 25 ottobre, aveva trasformato tutta la provincia, con 171000 case danneggiate, danni al 90% degli alberi e la distruzione dei servizi elettrico e telefonico e della rete del commercio.

 

Mentre la furia del vento si abbatteva sulla Città Eroica e dolorosamente spegneva vite umane, nella stesse ore nascevano cinque piccoli, includendone uno che sua madre Idalmis Hechavarría, ha voluto chiamare Sandy.

 

I gravi danni provocati dall’uragano hanno avuto come risposta l’immediata mobilitazione dell’appoggio offerto da tutta Cuba per il recupero.

 

In quello che un ufficiale delle FAR ha chiamato “la solidale invasione da occidente a oriente” sono giunti immediatamente migliaia di elettricisti e specialisti in telefonia, lavoratori della costruzione e dell’agricoltura, mentre soprattutto i combattenti dell’Esercito Orientale sgombravano il passaggio delle differenti entrate nella capitale indomita.

 

In una città che ogni anno genera un milione e mezzo di metri cubi di rifiuti solidi, in circa quattro settimane sono stati raccolti cinque milioni di rifiuti e di residui forestali, con camion, gru, motoseghe e altri mezzi giunti da varie province.

 

Gli instancabili uomini e donne dei servizi comunali, ora percorrono i quartieri alla ricerca di qualsiasi residuo, dopo il recupero delle le serre, dei giardini, dei parchi e delle strade, e la potatura sanitaria degli alberi, che meritano una speciale attenzione.

 

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Ha ripreso vita il Coppelia la Arboleda con i nuovi tendoni e tutte le sue luci

Tutto questo riflette il lento ritorno alla quotidianità in una città di quasi mezzo milione di abitanti, con le sue strade di nuovo invase dalle uniformi degli studenti, l’installazione di nuovi semafori, di segnali d’informazione, il transito degli autobus Yutong articolati e soprattutto la ripresa della vita notturna.

 

Come mostra si è vista l’affluenza di bambini e adulti alle gelaterie La Arboleda e El Jardín de las Enramadas, e inoltre migliaia di giovani sono stati riuniti dal duo Buena Fé, giovedì 22, nella ex caserma Moncada, e con la presenza dei cittadini delle zone più colpite alle attuazioni delle brigate artistiche locali.

 

Per il prossimo fine settimana, mentre le "Avispas" ( le vespe) riaprono contro l’Isola della Gioventù lo stadio Guillermón Moncada, riparato, è stato annunciato lo spettacolo pubblico di Manolito Simonet y su trabuco. Poi verranno anche Adalberto Álvarez y su son, los Van Van di Formell e la meravigliosa Colmenita di Alberto Cremata.

 

In questo ritorno alla vita, Santiago di Cuba ha salutato nel poligono di tiro della ex caserma Moncada, e al loro passaggio per le strade, buona parte dei tremila elettricisti dell’Unione Elettrica che dallo stesso 25 ottobre hanno condiviso i rischi, per ridare la luce a 322870 case e a migliaia di centri economici e di servizio.

 

Così praticamente terminano le riparazioni delle prime urgenze che nei prossimi giorni si completeranno con la soluzione dei servizi telefonici ancora pendenti, l’attenzione alla maggior organizzazione, con sensibilità e amore per le persone le cui case sono state danneggiate, con il recupero delle installazioni e l’impulso alla produzione di alimenti.

 

 

Santiago continuerà ad essere Santiago

 

 

“Chiedo ai miei fratelli di Santiago che si proteggano. Il ciclone arriva diretto a Santiago e il colpo sarà tremendo. Si proteggano nelle case e nelle installazioni più resistenti. In queste ore le vite di tutti sono le cose più importanti...”

 

In questo modo, per radio e televisione, il presidente del Consiglio di Difesa Provinciale, Lázaro Expósito Canto, si era rivolto ai santiagueri. Ora, dopo 30 giorni, dice a Granma:

 

“Con la stessa furia dell’impatto del ciclone, abbiamo realizzato il recupero. Un ciclone d’elettricisti, un ciclone di costruttori, un ciclone di popolo, un ciclone di Rivoluzione, con la direzione di Raúl e della rivoluzione abbiamo eseguito azioni con molta forza, si è lavorato duramente alle prime priorità da lui indicate, come riallacciare la corrente elettrica, eseguire la pulizia della città, riportare l’acqua, e questo è stato realizzato.

Restano cose da risolvere nei prossimi giorni, ma in essenza le priorità sono state risolte e lo abbiamo fatto rapidamente, con fede e con molta solidarietà. Con un eterno ringraziamento alle FAR, che meritano tanto affetto da questo popolo. E ai compagni del MICONS, agli elettricisti, ai lavoratori dei telefoni, a tutte le province che solidariamente sono state qui, e alla direzione della Rivoluzione, al fronte di tutte le azioni.

Ora iniziamo una nuova tappa, cioè il recupero della vita quotidiana dei santiagheri, per andare avanti, per consolidare il lavoro e arrivare alla fine dell’anno con risultati concreti come ci eravamo ripromessi nel 60º anniversario degli assalti alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, e come ci ha chiesto Raúl.

Faremo una città più bella, più solida e solidale, perchè questo ci è servito non solo per provare la nostra forza materiale, ma anche per dare più forza all’unità attorno al Partito e alla direzione della Rivoluzione.

Come ha detto saggiamente il Generale d’Esercito Raúl Castro: “Santiago continuerà ad essere Santiago”.

 

 

Testimonianza da Santiago de

Cuba sui danni dell’uragano

amicuba

 

 

Riportiamo alcune parti di una lettera spedita da un membro dell’Associazione Svizzera – Cuba che si trova vicino a Santiago de Cuba ad un compagno che lo deve raggiungere. E’ la testimonianza diretta da Matías (Tercer Frente, Provincia di Santiago de Cuba) di quanto avvenuto con il passaggio dell’uragano Sandy. E’ per questo che le Associazioni di Solidarietà con Cuba stanno raccogliendo fondi da inviare per aiutare la ricostruzione.

 

“…Santiago è un disastro: praticamente in città, nei parchi, nelle strade non ci sono più piante o sono rimasti solo i tronchi. Pali della luce, lampioni, fili per terra, negozi ancora chiusi in quanto le raffiche di vento hanno devastato le vetrate, case e fabbriche scoperchiate, e questo in città, in periferia, dove le condizioni sono “contadine”, case distrutte o scoperchiate, una vera catastrofe. Una vecchietta di 92 anni dice che non ha mai visto un ciclone simile a Santiago. Lungo l’autopista per arrivare qui, colline intere con solo pezzi di tronchi delle piante in piedi. Preparati che quando arriverai a Holguín sarà molto diversa da due anni fa, anche se lì ha colpito meno duro.

 

Qui si sta lavorando alacremente, sono arrivati aiuti via mare e aerea da Cina, Russia, Vietnam, Venezuela, Bolivia e altri paesi amici di Cuba. …

 

…imponenti misure di prevenzione: non puoi entrare in un luogo pubblico senza disinfettarti le mani e le scarpe con liquidi a base di cloro, alla gente viene distribuito cloro per disinfettare l’acqua che deve anche essere bollita…

 

…Anche in questo frangente l’intervento della medicina preventiva è stato determinante. Comunque poco a poco si sta normalizzando e la popolazione non si sente abbandonata. …”

 

Matías, Tercer Frente, 25 novembre 2012