Cultura

 

Cuba chiede ai pacifisti del mondo

di interessarsi ai “Cinque”

 

 

28 maggio 2012 - da www.cubadebate.cu Traduzione di Paola Flauto

 

 

Il presidente del Parlamento di Cuba, Ricardo Alarcón, ha chiesto agli “amanti della pace nel mondo” di interessarsi al caso dei cinque agenti cubani incarcerati negli Stati Uniti.

 

Nella giornata di chiusura del VI Incontro Internazionale di Giustizia e Diritto 2012, che si è svolto durante tre giorni nel “Palacio de las Convenciones” della capitale, Alarcón ha ripreso il caso di Fernando González, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Gerardo Hernández y René González.

 

I Cinque, come vengono riconosciuti a livello internazionale, stanno compiendo sanzioni che in uno dei casi arrivano a due ergastoli dopo che un tribunale di Miami li giudicò colpevoli nel 2001 di vari capi d’imputazione negli Stati Uniti, durante un processo carico di irregolarità.

 

Alarcón si è di nuovo lamentato di quello che definisce il silenzio mediatico e politico che prevale negli Stati Uniti con rispetto al caso, e la forma in cui i terroristi vengono protetti in tale paese.

 

Il VI Incontro Internazionale di Giustizia e Diritto si è concluso questo Venerdì a L’Avana con l’annuncio che i tribunali cubani cercano di velocizzare la soluzione dei casi giudiziari.

 

Il vicepresidente del Tribunale Supremo Popolare (TSP) di Cuba, Manuel Silvera, ha sottolineato davanti a più di 500 delegati di 14 paesi che alla fine del 2010, nel sistema di tribunali di questo paese è stato risolto il 94% dei casi penali.

 

Il presidente del Tribunale Provinciale Popolare de l’Avana, Armando Torres, ha detto in una conferenza che Cuba compie, in modo efficace, la risoluzione delle Nazioni Unite conosciuta come Regolamenti di Tokio, destinata alle persone condannate a pene non privative della libertà.

 

Secondo il giurista, per il reinserimento nella società di coloro i quali compiono sanzioni non privative della libertà e di coloro i quali invece ne sono stati privati ma che escono dalla prigione in anticipo, si dispone di un adeguato meccanismo di controllo e di assistenza.

 

Il direttore dell' Istituto Latinoamericano delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Delitto e il Trattamento del Delinquente, Elías Carranza, ha osservato che Cuba ha raggiunto “grandi successi” nel campo della riduzione della criminalità ed è” il paese più sicuro” di tutta la regione.

 

 

Cuba adempie alle regole umanitarie

dell'ONU in materia penale

 

 

Cuba adempie, in maniera efficace, la risoluzione delle Nazioni Unite conosciuta come Regole di Tokio, destinate alle persona condannate a pene che non prevedono la detenzione, ha affermato Armando Torres, presidente del Tribunale Provinciale Popolare de L’Avana.

 

Il giurista ha manifestato che è stato possibile applicare dette norme grazie alla società civile organizzata con la quale può contare il paese, in una conversazione esclusiva con la AIN, durante il VI Incontro Internazionale Giustizia e Diritto 2012, conclusosi il 25 maggio nel Palazzo delle Convenzioni de L’Avana.

 

L’esperienza, attiva dall’anno 2000 e che si estende a tutto il territorio nazionale, è regolata dal Consiglio di Governo del Tribunale Supremo, ed è stata possibile grazie all’esistenza di organizzazioni sociali e di massa che interagiscono con le istituzioni statali e del governo.

 

In queste associazioni si propizia la partecipazione della comunità -come stabilito da dette regole-, infatti è qualcosa che non si può lasciare solo allo Stato attraverso i tribunali e la Polizia Nazionale Rivoluzionaria (PNR).

 

Per il reinserimento sociale di coloro che scontano pene senza la privazione della libertà e per i detenuti che escono in anticipo dai centri penitenziari, si dispone di un adeguato meccanismo di controllo ed assistenza, ha evidenziato l’esperto.

 

Ha spiegato che esistono altri benefici come la licenza extrapenale, la sospensione del lavoro correzionale con internamento - che normalmente si compie in un regime non detentivo -, e le sanzioni che non privano della libertà, ma impongono soltanto un gruppo di obblighi e proibizioni.

 

Ha dichiarato che attraverso il lavoro correzionale senza detenzione si inviano questi condannati ai centri di lavoro e si accetta anche che siano lavoratori in proprio, a patto che abbiano la dovuta licenza e paghino i tributi corrispondenti.

 

Torres ha spiegato che queste sono pene che si applicano quando, per la natura del delitto e le caratteristiche della persona, questi non è meritevole di una sanzione. La prigione deve riservarsi, ha affermato, per i casi di maggiore gravità.

 

Ha commentato che a queste persone viene chiesto soltanto di mantenere una condotta sociale adeguata, vincolarsi ad un’attività socialmente utile ed adempiere a norme elementari di convivenza sociale.

 

Ha sottolineato che in questa esperienza (durante la quale gli viene fornita assistenza nella ricerca del lavoro e addirittura gli si trova un’ubicazione lavorativa) partecipano, inoltre, le direzioni del lavoro, i rappresentanti del CDR, della federazione, la PNR con i capi di settore, piccoli agricoltori, sindacati ed anche l’Associazione dei Combattenti.

 

Ha informato che nella stragrande maggioranza dei casi, i condannati hanno potuto scontare la propria condanna senza la necessità di essere rinviati in prigione, e molti continuano a lavorare nei centri dove erano stati accolti.

 

Torres ha insistito nell’importanza di questo lavoro e nella convenienza di mettere da parte i pregiudizi e comprendere che il delitto è un fenomeno sociale ed è necessario combatterlo, quindi, da parte di tutta la società.

 

 

VI Incontro Internazionale
 

Giustizia e Diritto 2012

 

 

26 maggio 2012 - Sergio Alejandro Gómez - O. Fonticoba Gener www.granma.cu

 

 

Il presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, Ricardo Alarcón, ha informato sui dettagli del caso dei Cinque i circa 500 giudici e magistrati che hanno partecipato al VI Incontro Internazionale Giustizia e Diritto che si è concluso ieri, venerdì 25, a L’Avana.

 

La situazione di questi combattenti antiterroristi è un tema che riguarda tutti i cubani e gli altri popoli del mondo, come tutte le persone alle quali importa la giustizia, ha segnalato nel suo intervento.

 

Attualmente si conta su un gran numero di prove dell’innocenza dei Cinque e sul processo manipolato al quale furono sottoposti a Miami; si conosce il pagamento di giornalisti per stimolare la campagna di odio contro di loro in quella città e l’occultamento e la manipolazione delle prove nel caso di Gerardo Hernández Nordelo.

 

Inoltre Alarcón ha ricordato la sentenza del gruppo di giudici della Corte d’Appello di Atlanta che nel 2005 dichiaro l’annullamento del processo contro i cubani e che quella sentenza costituisce un documento storico utilizzato come materiale di studio per alcune facoltà di diritto statunitensi, ma che il fatto è stato censurato dai grandi mezzi di comunicazione.

 

Alarcón ha condannato il silenzio mediatico e politico prevalente negli Stati Uniti rispetto al caso e alla forma con cui sono protetti i terroristi nel paese del nord.

 

La missione dei Cinque implicava la protezione di vite umane, evitare danni alle proprietà e prevenire le azioni di terrorismo.

 

Nessuna accusa li coinvolge nell’uso di armi, di azioni violente o distruzione delle proprietà, ha sottolineato ancora.

 

A Giustizia e Diritto 2012 hanno partecipato delegati di 15 paesi d’America, Europa e Africa.