Cuba, verso migliori indicatori

della salute infantile

 

 

 

 

27 settembre 2012 - V.Collazo www.granma.cu

 

 

Lo sviluppo raggiunto dal sistema sanitario cubano ha permesso al paese di avere attualmente il tasso di mortalità infantile più basso della sua storia, 4,5 su ogni mille nati vivi, ha assicurato il dottor Roberto González, viceministro della Sanità. Anche la mortalità materna è al momento la più bassa di sempre, con 23 per ogni 100 mila nati vivi, ha segnalato l’esperto.

 

Anche se mancano ancora alcuni mesi per la fine del 2012, ci si attende che il paese riesca a mantenere le cifre ottenute negli ultimi cinque anni, sempre inferiori a cinque, ha manifestato Berta Lidia Castro Pacheco, a capo del Gruppo Nazionale di Pediatria del Ministero di Salute Pubblica.

 

In un’intervista a Prensa Latina, l’esperta ha spiegato che la volontà e la decisione politica del governo, un sistema sanitario accessibile e gratuito per tutti, l’attuale programma di vaccinazione che protegge da 13 malattie ed è riuscito ad eliminarne altre nove, sono i fattori che contribuiscono a questo risultato.

 

Ha fatto riferimento ad uno studio realizzato su richiesta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulle esperienze di Cuba nell’area materno-infantile dal 1959.

 

Questo rapporto descrive come, nonostante le condizioni economiche che ha dovuto affrontare la nazione, il blocco degli Stati Uniti per oltre 50 anni, i danni provocati dai cicloni tropicali e le epidemie, è stato possibile ridurre la mortalità infantile da 35,9 nel 1960, a 5,3 nel 2006 ed a 4,9 per ogni mille nati vivi nel 2011.

 

Al trionfo della Rivoluzione cubana, nel paese c’era un medico per ogni 1008 abitanti, l’attenzione pediatrica non superava il 10% della popolazione infantile e meno del 60% dei parti erano istituzionali, ha segnalato Castro Pacheco.

 

A partire da questa situazione, negli anni ’60 fu applicata una politica sociale centralizzata gestita dallo Stato, che stabilì l’equità e l’accesso ai servizi sanitari, garantendo l’attenzione medica ai gruppi più vulnerabili della popolazione.

 

Da allora, e durante vari anni, sono state implementate misure intersettoriali, si sviluppano e si perfezionano programmi, si creano piani come quello del medico e l’infermiera della famiglia, un modello basato su un approccio clinico, epidemiologico e sociale, esteso a tutta la nazione.

 

La creazione di centri come quello di Genetica medica, Immunologia, Ingegneria Genetica e Biotecnologia, negli anni ’80, ha favorito lo sviluppo ed il consolidamento del programma di attenzione materno-infantile, mediante la creazione di farmaci e vaccini e la diagnosi della malattie congenite, ha affermato.

 

In quegli anni cominciò il programma di ricerca neonatale, con il dosaggio di alfafetoproteina, diagnosi di fenilchetonuria, anemia falciforme ed ipotiroidismo congenito.

 

Molti altri progetti sono stati implementati, come l’attenzione integrale alla salute della madre e del bambino, la creazione e lo sviluppo delle case materne, la formazione delle risorse umane, la sfida contro le epidemie, l’espansione della solidarietà internazionale, che ha permesso ai professionisti cubani di partecipare nell’attenzione infantile in oltre 100 paesi.

 

Tuttavia, Castro Pacheco segnala che esistono ancora molti obiettivi da superare, come l’allattamento materno esclusivo fino ai sei mesi e quello complementare fino ai due anni.

 

Inoltre bisogna migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita nei bambini nati prematuramente, diminuire gli incidenti, perfezionare la vigilanza nutrizionale della popolazione infantile, in modo da raggiungere una favorevole evoluzione degli indicatori sanitari a Cuba, ha concluso.