Segnalata a Ginevra l’amplia

 

libertà di religione in Cuba

 

 

10 marzo 2012 -  www.granma.cu

 

 

Il delegato Yusnier Romero, nella XIX sessione del Consiglio dei Diritti Umani della ONU, ha informato che esistono oggi a Cuba circa 400 religioni e istituzioni basate nel credo dei loro membri che, tutte unite nel popolo cubano, riceveranno Sua Santità il Papa Benedetto XVI dal 26 al 28 marzo e questo sarà un momento di giubilo per la nazione, ha dichiarato.

 

Partecipando al dialogo interattivo con il Relatore Speciale sulla libertà di religione o di credo, il diplomatico ha spiegato che la Rivoluzione cubana ha eliminato ogni precetto che poteva discriminare o punire un credente per la sua fede.

 

Rispetto alla relazione presentata dal Relatore Speciale, centrata nel riconoscimento e la funzione dello Stato, Romero ha apprezzato gli sforzi per promuovere un ambiente di rispetto e tolleranza delle diversità culturali e religiose.

 

“Noi crediamo però, ha detto, che si siano ovviati elementi di grande importanza, come le condizioni nazionali specifiche e l’esistenza di differenti sistemi politico-giuridici”.

 

Le attività di registrazione e ottenimento della personalità giuridica differiscono inevitabilmente da un luogo all’altro, da una regione all’altra, e sono segnate dalle condizioni, i costumi, le religioni ed i sistemi particolari di ogni nazione.

 

Il delegato cubano ha segnalato l’importanza dei detti procedimenti speciali, come uno strumento la cui attuazione si vedrà rinforzata nella misura in cui è guidata dai più alti standard di condotta umana e professionale.

 

“Sfortunatamente, ha aggiunto, e nonostante l’esistenza di un codice di condotta, il Consiglio ha continuato ad essere testimone di violazioni delle sue disposizioni, pur impegnandosi nel clima di cooperazione e rispetto mutuo necessario per un effettiva relazione tra procedimenti speciali e gli Stati.

 

Romero ha segnalato tra alcune delle pratiche che si devono evitare, l’ingerenza nei temi di competenza esclusiva degli Stati e la presentazione precipitata di giudizi dei valori senza avere precedentemente verificato le circostanze.