Sappi Spagna: in Cuba “il nemico” è il governo

scritto da Iroel Sanchez da www.cubadebate.cu

In un’intervista al quotidiano El Mundo che molti mezzi di comunicazione hanno pubblicato con il titolo “Ho detto a Hillary Clinton: La Spagna è tornata!”, il cancelliere spagnolo Josè Manuel Garcia-Margallo ha raccontato il suo incontro in Germania la scorsa settimana con la Segretaria di Stato nordamericana.

 

Garcia-Margallo ha affermato, nelle sue dichiarazioni, di aver detto alla sua omologa statunitense che la Spagna “vuole essere protagonista nella scena internazionale” e che quello che lui rappresenta è un “governo serio, responsabile”. E niente di meglio per dimostrare agli Stati Uniti queste ansie di protagonismo che un attacco a Cuba nella stessa intervista, piena di omaggio verso il poderoso paese del Nord.

 

Ma il cancelliere spagnolo non avrebbe potuto scegliere momento peggiore per ingraziarsi gli USA dettando modelli di comportamento a Cuba.

 

Quasi simultaneamente alle sue dichiarazioni, una nuova scena di repressione contro proteste popolari convalidava la risposta del vice ministro cubano di Relazioni Estere, Dagoberto Garcia, che ha raccomandato a Garcia-Margallo di occuparsi della sua periferia per sapere dove stanno i seguaci del dittatore Francisco Franco. Il cubano ha suggerito al ministro ispano che “il suo governo deve occuparsi piuttosto di dare soluzione ai gravi problemi che affronta nella sua società come la crisi economica, il continuo incremento della disoccupazione che colpisce a oltre cinque milioni di persone, soprattutto i giovani”.

 

Foto: El País

Feriti e detenuti gli studenti a Valencia

 

21.02 - Quattro feriti e 14 arresti sono stati il saldo della repressione della polizia contro una marcia di studenti che protestavano per i tagli fatti all’insegnamento pubblico nella città di Valencia. Il capoluogo della provincia autonoma con lo stesso nome, Valencia, a 360 Km. da Madrid, sulla costa mediterranea, è l’epicentro de una settimana circa di molte proteste da parte degli allievi della scuola media Lluís Vives.

Ha acceso la miccia l’arresto d’uno studente durante una concentrazione per protestare contro questi tagli creati dal governo regionale, rappresentato dal PP, il Partito Popolare.

Gli agenti speciali sono tornati ad usare la forza per disperdere i circa 300 ragazzi della Lluís Vives, che percorrevano le strade del centro per esigere più educazione e meno corruzione, come dice uno degli slogan.

Le immagini di diverse catene televisive mostrano la polizia che picchia coi manganelli i ragazzi che scappano. Molti allievi hanno anche protestato perchè i poliziotti rifiutano di identificarsi ed hanno gridato “si deve educare la polizia”, e “Valencia arderà come la Grecia”.

In un comunicato la portavoce della Sinistra Unita - IU - nel Parlamento valenciano, Marga Sanz, ha giudicato il modo d’agire delle forze dell’ordine “assolutamente selvaggio e senza controllo”.

Siamo in una città presa dalla polizia che sta dando immagini di brutalità e aggressioni contro ragazzi, giornalisti e passanti”, ha denunciato.

La IU, come il Partito Socialista Operaio Spagnolo, il principale dell’Opposizione hanno chiesto la presenza urgente nel Congresso dei Deputati, del Ministro degli Interni, Jorge Fernández, perchè spieghi gli eccessi commessi dai gendarmi.

La coalizione di sinistra considera che nell’attuale momento di conflitto sociale provocato dalle misure prese dal PP, i responsabili della sicurezza devono agire “con la mano leggera” e non “con la mano dura”.

Fernández deve esporre chiaramente come lavoreranno le forze di sicurezza d’ora in poi ed eliminare i dubbi sugli ordini che hanno gli agenti di fronte alle rivendicazioni pubbliche.

Il fatto è che se il cancelliere spagnolo - invece di tentare di ingraziarsi la signora Clinton - avesse osservato la sua periferia avrebbe visto i brutali attacchi della polizia a Valencia contro gli adolescenti dell’istituto Lluis Vives. Lì l’attuazione delle autorità ha indignato la società iberica e generato manifestazioni di appoggio in tutto il paese verso coloro che sono stati chiamati “il nemico” da un capo della polizia, perché esigevano che cessino i ritagli ai presupposti educativi.

 

Garcia-Margallo dovrebbe sapere che quella che sì non tornerà mai ad obbedire agli ordini nordamericani è Cuba, dove gli studenti non hanno sofferto mai un attacco della polizia da quando i governi dell’Isola hanno smesso di essere benedetti dagli Stati Uniti. Come ha segnalato il vicecancelliere cubano nella sua risposta al ministro spagnolo, questa Isola è “un paese sovrano ed indipendente che non accetta critiche da nessuno, e soprattutto da quelli che cercano di dare delle lezioni, quando in realtà hanno la coda di paglia”.

 

Ed è che qui, da più di cinquanta anni, “il nemico” è nel potere. Il diritto ad un’educazione gratuita, laica e di qualità che reclamano i giovani spagnoli esiste nel DNA sociale dei cubani, e nessun poliziotto, chiamasi Stati Uniti o il ridicolo governo che gli ubbidisce a Madrid, se lo potrà strappare.