Il Bilancio della raccolta di canne da zucchero 2011-2012


Curare i problemi e non aspettare l’autopsia

 

 

30 maggio 2012 - Sheyla Delgado Guerra www.granma.cu

 

 

Sembra sempre che sia il primo racconto di canne che si fa nel paese. Tutti gli anni si comincia ad apprendere e sono più di duecento che si produce zucchero. Se stiamo parlando della necessita di cambio, la prima cosa da fare è cambiare questa routine.

 

La fabbrica di zucchero Uruguay, di Sancti Spíritus, la prima del paese che ha compiuto di suo piano di produzione. Foto: Otmaro Rodríguez
La fabbrica di zucchero Uruguay, di Sancti Spíritus, la prima del paese che ha compiuto di suo piano di produzione

Le riflessioni del Secondo Segretario del Partito e Primo Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, José Ramón Machado Ventura, durante il bilancio del raccolto 2011-2012, che si è svolto lunedì 29 nella capitale, sono girate attorno a queste idee.

 

“Dobbiamo dire quello che tacciamo, ha insistito il membro del Burò Politico, al di là dei passi avanti fatti.

 

I problemi di questo raccolto superano i discreti risultati, come ha detto Osiris Quintero López, specialista di analisi del Gruppo Zuccheriero. La canna lasciata e non triturata per via dei ritardi di 21 delle 46 fabbriche di zucchero che hanno fatto il raccolto, unito ad uno scarso utilizzo della capacità potenziale e alla mancanza di compimento dell’efficienza pianificata, sono stati i principali detonatori che hanno fatto crollare piani e aspettative. Certi ritardi in alcuni investimenti hanno avuto la loro quota di responsabilità nei risultati finali; dallo staff di direzione del gruppo imprenditoriale AZCUBA, ai livelli intermedi e nelle unità imprenditoriali di base, si commettono errori e mancanze che influiscono nella corretta preparazione dell’industria per affrontare la produzione di zucchero.

 

Sino ad oggi la produzione si è prolungata di 29 giorni in diverse fabbriche.

 

Il tallone d’Achille, in generale, per la produzione di zucchero, è l’industria, dove le capacità si sono utilizzate solo al 60%, cifra inferiore a quella della raccolto dell’ anno scorso e a quella fissata nel piano.

 

Per il tempo perduto nel raccolto i maggior problemi si concentrano precisamente negli alti livelli di rottura e nelle interruzioni operative, assieme alla mancanza di severità all’ ora d’esigere nelle fabbriche una qualità ottima della materia prima ed altre contravvenzioni di quanto stabilito, che divengono denominatori comuni dell’inefficienza industriale.

 

Sono in cima alla lista dei più critici in questo senso cinque fabbriche: Héctor Molina (Mayabeque), Mario Muñoz (Matanzas), Amancio Rodríguez (Las Tunas), Grito de Yara (Granma) y Argeo Martínez (Guantánamo).

 

Inoltre c’è stata un’incidenza negativa nel piano di produzione dello zucchero da parte di sette fabbriche che hanno iniziato a lavorare dopo diversi anni di paralisi e che non hanno risposto alle aspettative, ed hanno triturato il 54% della loro norma potenziale. Per questa ragione non sono state prodotte 27.500 tonnellate di zucchero, e per l’inefficienza 68.000 tonnellate di zucchero non sono uscite dalle centrifughe.

 

Tra le analisi, richiamano l’attenzione alcuni paradossi; primo, sono state triturate più canne di quanto pianificato(101,2%), ma si è prodotto meno zucchero (96 % del piano); numero due, l’impegno di produrre zucchero bianco è stato saldato con un modesto risultato superiore e senza dubbio l’elaborazione in fabbrica del bianco diretto è stata eseguita solo all’8%.

 

Dopo molti sguardi e una radiografia di quel che è stato e quel che poteva essere, questo raccolto anche se è il maggiore degli ultimi otto anni e c’è una crescita del 16%, con una diminuzione dei costi della tonnellata di zucchero in 33,78 pesos, in relazione a quanto previsto, le riflessioni pongono in vista qualcosa di più dei criteri, le critiche o determinati riconoscimenti : la necessità di lasciare indietro concetti e abitudini obsolete e meccanismi controproducenti, insomma tutto quello che “puzza d’inefficienza”.

 

Positiva ed energica la convocazione del membro del Burò Politico e vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Marino Murillo Jorge, di non speculare nell’economia, ma partire da studi di fattibilità e quindi pianificare meglio.

 

Questa è la coniugazione di questa proiezione ben concepita nel piano e nel suo controllo sistematico alla quale ha fatto riferimento il presidente del Gruppo, Orlando Celso García.

 

Chiarissimo il richiamo del Primo Vicepresidente Machado Ventura di analizzare le crepe per ripararle e portare il lavoro “sul cammino del fare bene”.

 

Si tratta d’evidenziare la mancanza di compimento e curarla nel momento giusto in cui appare il male, invece di aspettare sino a quando non esiste altro rimedio che fare l’autopsia.