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Brasile: smascherano Yoani Sánchez

 

 

31.01.12 - http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/

 

 

Nei giorni scorsi, vari blogger brasiliani stano pubblicando informazioni che smascherano la costruzione politica e mediatica dietro Yoani Sánchez. Così han fatto José Luiz Quadroz de Magalhaes (“Que se vayan vayan pa’ Miami“), Avelina Martínez Gallego (“A verdadeira face da blogueira cubana Yoani Sánchez“) e Alexandre Haubrich (“Yoani Sánchez: personagem e arma da guerra midiática contra Cuba“), tra altri.

Di Alexander Haubrich è il testo riprodotto qui di seguito, tratto dal suo blog Giornalismo B.

Yoani Sánchez: personaggio e

arma di guerra mediatica contro Cuba

Alexander Haubrich

Con il
viaggio, a Cuba, della presidentessa Dilma Rousseff, in programma per la prossima settimana, un gruppo di giornali brasiliani non ha voluto perdere l'occasione di farle pressioni. Una delle più ricorrenti critiche  dei media dominanti al governo di Lula faceva riferimento alla politica estera. A differenza di tutti i governanti precedenti, il PT manteneva, in generale, un posizionamento indipendente, infastidendo i settori della società brasiliana che hanno sempre lucrato con un paese subordinato agli interessi imperialisti (negli ultimi decenni può essere letto come Stati Uniti, ma non solo) e che voleva strangolare i più deboli.

Il cambiamento in America Latina, nel suo insieme, nella direzione di politiche estere di collaborazione, a scapito della concorrenza cannibale tra i paesi storicamente sfruttati ha infastidito le élite e, naturalmente, i loro rappresentanti mediatici. La pressione - e il sottile ma reale cambio ideologico - hanno fatto sì che Dilma assumesse una posizione molto più offensiva di Lula in relazione all'Iran. Ora, una
strategia simile dei media è utilizzata per allontanare la presidente dal governo cubano. E un pezzo fondamentale in quel gioco è stato - e continuerà ad esserlo - Yoani Sanchez.

La blogger cubana è, da anni, star internazionale della lotta imperialista contro la Rivoluzione cubana. Multi vincitrice di premi sponsorizzati da giornali ed organizzazioni internazionali affiliate al neoliberismo, Yoani é solita rivendicare molto ciò che chiama "mancanza di libertà di espressione" a Cuba, ma mantiene un blog senza problemi, e il suo account su Twitter. Allo stesso modo, ha uso offrire numerose interviste, per telefono, e-mail o di persona. Inoltre, si dice perseguitata. Generazione Y, blog gestito dalla cubana, è tradotto in 18 lingue, e non si conosce altro sito al mondo con tale numero di traduzioni. Le fonti di questa forza non sono note, così come non sono chiarite molte questioni su Yoani. I premi, per esempio, l'aiutano a sostenere la sua tranquilla vita a l'Avana. Quali interessi rappresentano, è una domanda che i grandi media internazionali non tendono a menzionare le centinaia di volte in cui la citano o intervistano la blogger.

Solo nel 2012, di cui non é trascorso il primo mese, i tre maggiori giornali brasiliani - Estadão, Folha de S. Paulo e O Globo - già hanno fatto, ognuno, un'intervista esclusiva con Yoani oltre a pubblicare materiali e note di agenzie. E' chiaro che nessuno di loro ha chiesto riguardo al finanziamento di Generazione Y, la "censura" che l'intervistata afferma di soffrire, o qualsiasi altro problema più profondo e evidente sulla situazione a Cuba. Il tema dei
Cinque cubani incarcerati negli Stati Uniti, portato di nuovo alla ribalta dal recente libro di Fernando Morais, neppure è stato menzionato. Sull'assedio del governo statunitense a Cuba, di nuovo silenzio.

Tuttavia, nelle tre interviste, la pressione combinata tra l'intervistata e gli intervistatori affinché, durante la sua visita a Cuba, Dilma s'incontri con oppositori del governo cubano, però, curiosamente, quando un presidente del Brasile va negli Stati Uniti non si fanno pressioni perché riservi spazio per udienze con l'opposizione del momento. Allo stesso tempo, ci sono grida per il diritto di Yoani di venire in Brasile, ma la normativa migratoria cubana non è spiegata chiaramente in nessun momento.

Solo il giornale Zero Hora é riuscito a superare Estadão, O Globo e Folha. In meno di un mese, due interviste con Yoani, entrambe per telefono. Sembra che l'accesso dei media internazionali alla blogger non sia poi così difficile. Dov'è la censura, allora? Un'intervista concessa da Yoani ad un giornalista francese,
Salim Lamrani nel 2010, dà buone indicazioni circa la risposta più adeguata. Ma è chiaro che quel reportage,  assolutamente critico e che azzera la credibilità della blogger, non è stato riprodotto o commentato nei vecchi media brasiliani. Non è questo il volto di Yoani che interessa i grandi media. Al francese Salim Lamrami dice che, da Cuba, non si può avere accesso al suo blog, a cui egli risponde che lo aveva appena fatto. Allora si aggroviglia un pò e sostiene che non ha spazio nei maggiori media del paese. Quante persone hanno spazio nei maggiori media brasiliani?

Yoani è un pezzo interessante sulla scacchiera in cui si lotta tra la rivoluzione cubana e l'imperialismo capitalista. Lei usa i media internazionali per promuoversi e fare soldi - un sacco di soldi, come indicano almeno le premiazioni che riceve - al tempo stesso viene utilizzata come fonte principale di tutti i discorsi su Cuba, sempre in direzione di attacchi frontali al governo cubano. Le interviste  a cui la blogger risponde sono molto poco problematiche e con molto elogi e la sua  "lotta per la libertà" è, in quell'immagine, una costruzione di Cuba filtrata solo dagli occhi sospettosi di Yoani Sanchez e dal suo conto in banca ripieno di dollari e in euro.