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IL TRADUTTORE SI SCUSA PER GLI ERRORI 

   

 

Non è ora che il Governo cubano cominci a

chiedere spiegazioni per i morti in Spagna?

 

 

22.01.12 - José Manzaneda, coordinatore http://www.cubainformacion.tv

 

 

Lo scorso 3 gennaio moriva in un carcere di Chicago (USA) una donna che era in sciopero della fame (1). Nel novembre del 2011, tre prigionieri di sesso maschile morivano, in California, anch'essi dopo uno sciopero della fame che ha mobilitato 12000 prigionieri in 13 stati degli USA (2). Niente di tutto questo é stata una notizia internazionale o ha provocato proteste diplomatiche contro il governo degli Stati Uniti.

Lo scorso 19 gennaio, moriva a
Santiago de Cuba il detenuto Wilman Villar Mendoza. Immediatamente, i media internazionali divulgavano la versione della cosiddetta "dissidenza" cubana, legata al governo degli Stati Uniti: il prigioniero era morto per uno sciopero della fame per protestare per essere imprigionato dopo aver partecipato a una manifestazione pacifica (3).


Questa informazione, ripetuta all'infinito dai grandi media, è assolutamente falsa. Wilman Villar Mendoza è stato arrestato, nel luglio dello scorso anno, per
aggressione con lesioni alla moglie, a seguito di una denuncia presentata dalla madre di questa. Al momento dell'arresto, Villar ha violentemente aggredito gli agenti e nel novembre è stato condannato a quattro anni di carcere per il reato di oltraggio, aggressione e resistenza (4).

Una volta condannato, secondo un percorso classico in questi ultimi tempi, è entrato in contatto con la "dissidenza" cubana, con l'intenzione di essere beneficiato dalle
misure di grazia del governo cubano ai prigionieri di questo gruppo.

Villar è stato curato presso l'Ospedale Clinico Chirurgico "Dr. Juan Bruno Zayas" ed è morto per le complicanze di una grave polmonite. Il Governo cubano dice anche che non era nemmeno in sciopero della fame (5).

In contrasto con il silenzio diplomatico, dopo le citate morti per sciopero della fame negli USA, le pressione diplomatiche contro Cuba, dopo la morte di questo detenuto, non si sono fatte attendere. Il governo spagnolo, per esempio, ha chiesto al cubano di "liberare tutti i prigionieri politici" (6).

 

Il punteggio dei prigionieri di coscienza a Cuba, secondo Amnesty International, ritorna a zero
 

23.01 Cubainformación .- Le autorità cubane hanno rilasciato Malleza Ivonne, Ignacio Martinez e Isabel Alvarez, arrestati lo scorso 30 novembre dopo una protesta nel Parco della Fraternità a l' Avana, secondo l'emittente governativa  degli Stati Uniti Radio Marti.
Questo stesso venerdì 20 gennaio, al calore della campagna mediatica contro il governo di Cuba dopo la morte del prigioniero Wilman Villar Mendoza, Amnesty International ha deciso di dichiarare queste tre persone come "prigionieri di coscienza".
Amnesty International non riconosceva alcun prigioniero di coscienza sull'isola dall'ultima scarcerazione, marzo 2011, realizzata dal governo cubano dopo un accordo con la Chiesa cattolica cubana e il precedente governo spagnolo.
Così, il numero dei prigionieri di coscienza a Cuba, secondo la versione di Amnesty International torna ad essere pari a zero.

Dobbiamo ricordare che Amnesty International riconosce come prigionieri di coscienza solo 3 persone a Cuba. E lo fa in un comunicato pubblicato - certamente -  al calore di questi recenti sviluppi, già che la ONG non riconosceva alcun prigioniero di coscienza sull'isola dall'ultima scarcerazione, nel marzo 2011 (7).

 

Organizzazioni della "dissidenza" cubana finanziata dagli Stati Uniti sostengono, d'altra parte, che ci sono almeno 60 "prigionieri politici" sull'isola (8). Ma la stessa agenzia stampa USA Associated Press (AP), poco sospetta di sostenere le versioni del governo cubano, informava che queste 60 persone sono in carcere per reati "violenti, anche se politicamente motivati, come sabotaggio e sequestro di navi" (9). Questi sono, a quanto pare, i "prigionieri politici" che rivendica il governo spagnolo.

Se consideriamo questi dati, i 3 prigionieri di coscienza a Cuba sono molto meno dei più di 100 nelle carceri spagnole, condannati solo per la loro appartenenza politica all'indipendentismo basco e che mai hanno partecipato ad azioni violente (10).

Va inoltre ricordato che nel luglio 2011, moriva nel carcere a Teruel, in Spagna, un detenuto dopo cinque mesi di sciopero della fame. La sua morte non ha prodotto reclami diplomatici e i pochi media che informarono del  fatto lo fecero brevemente e secondo la versione ufficiale (11). Lo scorso 20 dicembre moriva nel Centro di Internamento per Stranieri (CIE), di Madrid, un immigrato congolese senza documenti, per una polmonite che non gli è stata diagnosticata perché, detto centro, mancava di servizi medici (12).

Per tutti questi fatti, il Governo cubano non ha inviato alcuna nota di protesta al Governo spagnolo. Non è tempo che si incominci a farlo?