Google risponde: i cubani devono astenersi dall’usare

servizi di internet se gli USA lo decidono

 

 

25.06.2012 - www.granma.cu

 

 

Nonostante Google Analytics sia un prodotto gratuito che funziona dalla rete e non dev’essere scaricato dagli utenti, un portavoce della multinazionale di Internet ha ratificato l’esclusione di questo servizio per i cubani ed ha espresso che il blocco in Internet per l’Isola è definito nelle sanzione che da oltre 50 anni gli Stati Uniti hanno imposto a Cuba.

 

Google ha affermato che l’installazione di questo nuovo ostacolo tecnico che impedisce l’uso di Google Analytics a Cuba “si basa sulle regole definite precedentemente con l’Isola”, ed ha sostenuto che gli utenti cubani “non avrebbero dovuto utilizzare il servizio di controllo del traffico in linea perché in questo modo stavano violando le disposizioni dell’embargo commerciale degli Stati Uniti”.

 

“Era scritto nei nostri termini e condizioni. Non si può usare Google Analytics nei paesi sottoposti ad embargo”, ha dichiarato Christine Chen, a capo delle Comunicazioni Globali ed Affari Pubblici di Google, al The Miami Herald, come se una legge ingiusta dovesse essere rispettata pedissequamente dalla sue vittime. Il nuovo ostacolo tecnico è solo un modo di far rispettare questi termini, ha aggiunto la portavoce, che tuttavia non ha potuto spiegare per quale ragione hanno incluso nei servizi censurati per Cuba Google Analytics, un prodotto gratuito - come il motore di ricerca o la posta elettronica di questa compagnia -, che funziona in internet, senza scaricarlo sul computer dell’utente, e pertanto in teoria non esiste scambio o consegna di prodotti.

 

“La compagnia non ha offerto una ragione concreta per la chiusura del servizio”, assicura The Miami Herald. “Proviamo ad offrire il più possibile a tutti gli utenti”, è stata la risposta dei Chen. “Però dobbiamo sottostare alle politiche del Dipartimento del Tesoro. In altre parole, qualsiasi utente cubano che stava usando Google Analytics, uno strumento disegnato per ricevere informazioni statistiche sui visitatori di un sito web, stava violando i termini d’uso del servizio”.

 

Le regole del blocco perseguitano con accanimento qualsiasi servizio che offre una compagnia nordamericana all’Isola e che possa beneficiare quest’ultima economicamente, come il commercio elettronico, però non sembrava essere il caso di Google Analytics, che fornisce soltanto statistiche dei siti web, grandi o piccoli, di empori mediatici e di blog personali.

 

Questa decisione dimostra che gli USA sono interessati ad isolare tutti i cubani dall’utilizzo di internet, salvo quelli che rispondono agli interessi di Washington per il “cambio di regime”, scopo per il quale vengono destinati ogni anno milioni di dollari apportati dai contribuenti nordamericani.

 

Martedì 19 giungo, Cubadebate ha denunciato la scandalosa censura della chiusura dell’accesso a Google Analytics, Google Earth, Google Destktop Search, Google Toolbar e Google Code Search, che dovrebbero promuovere la bontà del software libero, applicazioni che ormai sono proibite ai cubani.

 

Il blocco degli Stati Uniti contro Cuba, stabilito nel 1962, restringe la maggior parte delle attività commerciali, economiche o finanziarie tra i due paesi, ed impone sanzioni extraterritoriali. Nel campo tecnologico questo si è tradotto in una proibizione di offerta di prodotti scaricabili e servizi pagati tramite internet agli utenti cubani da parte di compagnie statunitensi.

 

Google Earth, un servizio di mappe, e Google Toolbar, che permette di effettuare ricerche direttamente dalla parte superiore del navigatore senza accedere alla pagina principale di google, sono software scaricabili. Google AdSense e Google AdWords sono servizi che implicano lo scambio di denaro. Per questo Google aveva già bloccato l’accesso da Cuba a questi prodotti, anche se permette l’uso dei suoi servizi di chat, messaggi istantanei ed altri strumenti di comunicazione, autorizzati nella sezione 515578 delle regolamentazioni del blocco.

 

John Sullivan, portavoce del Dipartimento del Tesoro, ha indicato che “la decisione di Google di bloccare il programma di informazione analitica sembra adempiere ai regolamenti della OFAC (Ufficio di Controllo di Attività Straniere del Dipartimento del Tesoro)”, però ha evidenziato che soltanto la compagnia può dare informazioni riguardo alle proprie azioni, afferma The Miami Herald.

 

 

 

Scandalosa censura

 

di Google a Cuba:

 

media e blogger dell'isola non possono accedere alle statistiche  

 

 

 

19.06.2012 - www.cubadebate.cu/

 

 

 

 

 

 

Il servizio di Google Analytics stamattina era bloccato per gli utenti dell'isola, secondo quanto comprovato da Cubadebate.

 

Quando da un computer, da Cuba, si cerca di accedere al servizio, utilizzato dalla maggioranza dei media digitali e blogger del paese, appare un messaggio che rimette alla pagina del Dipartimento del Tesoro che vigila il rispetto delle sanzioni stabilite dal blocco USA:

 

We’re unable to grant you access to Google Analytics at this time.

A connection has been established between your current IP address and acountry sanctioned by the U.S. government. For more information, see http://www.ustreas.gov/offices/enforcement/ofac/.

(Non possiamo offrire l'accesso a Google Analytics in questo momento. La connessione stabilita dal suo attuale indirizzo IP appartiene ad un paese sanzionato dal governo statunitense. Per ulteriori informazioni, vedere:

http :/ / www.ustreas.gov/offices/enforcement/ofac/

- pagina che stabilisce le sanzioni del blocco contro Cuba-)

 

 

Google Analytics offre un potente servizio di statistiche di siti web e blog, indipendentemente dalla dimensione di questi. Come dice  l'annuncio dell'applicazione "si tratta di una delle soluzioni di analisi web più  complete del mercato e, inoltre, é gratuita". Ma non per l'isola.

 

Questo non è l'unico servizio che Google censura ai cubani per l'irrazionalità del blocco. Non sono disponibili per gli utenti di Internet che si connettono dall'isola servizi come Google Earth, Google Desktop Search e Google Toolbar. Né si accede a Google Code Search, che presumibilmente  promuove le virtù del software libero.

 

Il divieto opera extraterritorialmente. Per esempio, coloro che vogliono scaricare le applicazioni di Google Desktop in qualsiasi paese diverso dagli Stati Uniti, non possono farlo se i robot rilevano che l'indirizzo da cui l'utente si connette è cubano, anche quando di solito appaiono nei servizi locali un paragrafo di Termini e Condizioni, come questo offerto dal web spagnola:

 

"(Queste pagine) saranno regolate e interpretate in conformità con la legge spagnola e le parti, con rinuncia espressa di qualsiasi altra giurisdizione che possa corrispondere, si sottomette alla giurisdizione esclusiva dei Tribunali spagnoli per qualsiasi altra disputa o controversia che potesse sorgere derivato dal presente Contratto, in conformità con le normative che risultano in applicazione".

 

Ciò significherebbe che il rifiuto di Google ad offrire questo programma a Cuba sta violando le leggi spagnole, poiché tra la nazione dei Caraibi e questo paese non vi è alcun tipo di limitazione commerciale che impedisca l'interscambio di prodotti. Anche così, la sanzione viene eseguita impunemente contro i cubani.

 

Né è la prima volta che Google censura i media dell'isola. Nel pomeriggio dell'11 gennaio 2011, di fronte a una denuncia della persona che ha filmato una cerimonia in cui l'ex agente CIA Luis Posada Carriles annunciava che quell'anno sarebbe stato a Cuba e chiedeva il pagamento per i suoi servizi - tra questi l'esplosione di un aereo civile cubano che ha assassinato 73 persone - diligentemente Google ha disattivato il sito Cubadebate su Youtube.

 

In quel momento il nostro canale aveva più di 1,6 milioni di download e 475 video, dalla sua apertura nel 2007.

 

Tra i video originali a disposizione del sito si trovano, tra gli altri, interviste esclusive e messaggi del leader cubano Fidel Castro, videoclip musicali presentati dai loro autori a Cubadebate e documentari esclusivi, come quello realizzato dal regista Rebeca Chávez sulla morte del Che Guevara in Bolivia, dove appare un funzionario USA che partecipò alla "caccia" del famoso guerrigliero argentino-cubano.

 

Il governo cubano ha denunciato la chiusura del canale Cubadebate in YouTube, al Simposio Internazionale sulla Libertà di Espressione, organizzata dall'UNESCO, che si è riunito a Parigi il 27 gennaio 2011.

 

È interessante notare che questo atto arbitrario contro l'isola si sia verificato 48 ore dopo l'annuncio che Google ha accettato le richieste dei governi di bloccare gli utenti di Internet, secondo un'analisi rilasciata dalla stessa transnazionale di internet.  Il rapporto mostra che da luglio a dicembre 2011, enti del governo degli Stati Uniti hanno fatto 187 richieste per rimuovere i contenuti da Internet, rispetto alle 97 fatte da gennaio a giugno.

 

Escandalosa censura de Google a Cuba: Medios y blogueros de la Isla no pueden acceder a estadísticas

El servicio de Google Analytics amaneció hoy bloqueado para los usuarios de la Isla, según ha comprobado esta mañana Cubadebate.
Cuando desde una máquina en Cuba se intenta acceder al servicio, que utiliza la mayoría de los medios digitales y blogueros del país, aparece un mensaje que remite a la página del Departamento del Tesoro que vigila el cumplimiento de las sanciones establecidas por el bloqueo de los Estados Unidos:

We’re unable to grant you access to Google Analytics at this time.

A connection has been established between your current IP address and acountry sanctioned by the U.S. government. For more information, seehttp://www.ustreas.gov/offices/enforcement/ofac/.

(No podemos ofrecer el acceso a Google Analytics en este momento. La conexión establecida desde su dirección de IP actual pertenece a un país sancionado por el gobierno de los EE.UU. Para obtener más información, vea: http :/ / www.ustreas.gov/offices/enforcement/ofac/ -página que establece las sanciones del bloqueo contra Cuba-)


Google Analytics ofrece un servicio potente de estadísticas de sitios web y blogs, independientemente del tamaño de estos. Como dice el anuncio de la aplicación, “se trata de una de las soluciones de análisis web más completas del mercado y, además, es gratuita”. Pero no para la Isla.
Este no es el único servicio que Google censura a los cubanos por la sinrazón del bloqueo. No están al alcance de los internautas que se conectan en la Isla utilidades como Google Earth, Google Destktop Search y Google Toolbar. Tampoco accedemos Google Code Search, que supuestamente promueve las bondades del software libre.
La prohibición funciona extraterritorialmente. Por ejemplo, quien desee descargar el Google Desktop en aplicaciones ubicadas en cualquier país que no sea Estados Unidos, tampoco podrá hacerlo si los robots detectan que la dirección desde donde se conecta el usuario es cubana, aun cuando suelen aparecer en los servicios locales un acápite de Términos y Condiciones, como este que ofrecen las web españolas:
“(Estas páginas) serán reguladas por e interpretadas de acuerdo con la legislación española y las Partes, con renuncia expresa a cualquier otro fuero que les pudiera corresponder, se someten a la jurisdicción exclusiva de los Tribunales españoles para cualquier disputa o litigio que pudiera surgir derivado del presente Contrato, de acuerdo con la normativa que le resulte de aplicación”.
Eso significaría que la negativa de Google a ofrecer este programa a Cuba está violando las leyes españolas, pues entre la nación caribeña y ese país no existe ningún tipo de limitación comercial que impida intercambiar productos. Aún así, la sanción se ejecuta impunemente contra los cubanos.
Tampoco es la primera vez que Google censura a los medios de la Isla. En la tarde del 11 de enero de 2010, ante una reclamación de la persona que filmó un acto donde el ex agente de la CIA Luis Posada Carriles anunciaba que este año estaría en Cuba y exigía pago por sus servicios -entre estos últimos la voladura de un avión civil cubano que costó la vida a 73 personas-, diligentemente Google desactivó el sitio de Cubadebate en Youtube.
En ese momento nuestro canal tenía más de 1,6 millones de descargas y 475 videos, desde su apertura en el 2007.
Entre los videos originales que disponía el sitio se encuentran, entre otros, entrevistas exclusivas y mensajes del líder cubano Fidel Castro, video clips musicales entregados por sus autores a Cubadebate y documentales exclusivos, como el realizado por la cineasta Rebeca Chávez sobre la muerte del Che Guevara en Bolivia, en el que aparece un oficial norteamericano que participó en la “cacería” del célebre guerrillero argentino-cubano.
El gobierno cubano denunció el cierre del canal de Cubadebate en Youtube, en el Simposio Internacional de Libertad de Expresión organizado por la UNESCO, que sesionó en París el 27 de enero de 2011.
Es notorio que este acto arbitrario contra la Isla se produzca 48 horas después del anuncio de que Google accedió a solicitudes de los gobiernos para bloquear a los internautas, de acuerdo con un análisis divulgado por la propia transnacional de Internet.
El informe ilustra que desde julio a diciembre de 2011, dependencias gubernamentales de los Estados Unidos hicieron 187 solicitudes para retirar contenido de internet, comparado con 97 que hicieron de enero a junio.