Addestratori

 

Gli USA organizzano fotografi a Cuba

con esperienze in Siria e Libia

 

 

7 febbraio 2012 - Iroel Sanchez http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/

 

 

Ricordate il post in cui ci siamo chiesti che faceva Alec Ross sulla via di Damasco? Abbiamo detto allora: "Esattamente un anno fa, a Alec Ross, principale consigliere di Hillary Clinton per Internet gli sfuggiva che era stato in Siria, addestrando molte persone nell'uso dei social network. Lo testimonia il video di una conferenza che il funzionario USA a impartito a Santiago del Cile. La ragione per tanta esperienza evangelizzatrice è stata, secondo quanto ha detto Ross, insegnare ai siriani a denunciare le presunte punizioni corporali nelle scuole.

"Ci si poteva chiedere perché Ross non si occupava di aiutare i corporalmente castigati a
Guantanamo che tanto lo necessitano e, tuttavia, andava così lontano in cerca di discepoli. Ma gli eventi avvenuti in Siria, dove si sta eseguendo il copione che l'amministrazione Obama ha indicato come "nuovo metodo", dall'intervento in Libia, ci rivelano la vera ragione della presenza dello sperimentato giovane sulla via di Damasco.

"Il ricercatore canadese Mahdi Darius Nazenroaya afferma che sia la Siria e come in Libia "è stato usato Facebook, Twitter, cellulari e Youtube per diffondere materiale contro i due governi. La CNN, BBC, Al Jazeera, Fox News, Sky News, France 24, TF1 e altre reti, come molti giornali si sono rivolti a queste fonti senza nemmeno verificare le informazioni".

"Aggiunge Nazenroaya che "dall'inizio degli avvenimenti in Siria e Libia, questi media sono stati mobilitati e gestiti dall'estero. Riempirono pagine di Facebook e tweet su ciò che stava accadendo con migliaia di iscritti sconosciuti. Gli autori di queste pagine sono ancora discutibili; tutti scritti in inglese e altre lingue e molto ben progettati. Essi non hanno parvenza di spontaneità e gli account non erano in lingua siriana o libica, cioè l'arabo".

"Un esempio è stata la scandalosa frode circa il blog "Una ragazza gay a Damasco" le cui informazioni erano replicate da diverse testate giornalistiche e che risultò essere realizzato da uno statunitense che studio in Scozia. Come quello della "ragazza gay" diversi siti web sulla Siria sono stati creati nel febbraio 2011, prima delle proteste, divulgando false informazioni. Mahdi Darius Nazenroaya cita il caso di "The Syrian Revolution 2011" che incitava ad un "giorno dell'ira" per venerdì 4 febbraio 2011. Sottolinea l'investigatore che "il nome di questa pagina Facebook è in inglese ed il numero di iscritti non si é tradotto in una eguale mobilitazione fisica. "Inoltre "gli account registrati appartenevano a piccole aree in cui vi é un piccolo numero di persone con accesso a Internet".

 

L'autore aggiunge che "oltre alla formazione di persone dell'opposizione che viene fatto dal Dipartimento di Stato con il pretesto di promuovere la democrazia questa situazione è ancora meglio spiegata sapendo come il Pentagono e la NATO hanno cercato di dar enfasi alla strategia militare per il cyberspazio.

"L'uso dei social media è sotto il controllo del SMSC (Social Media in Strategic Comunication) del Pentagono il cui scopo è quello di utilizzare i media come uno strumento militare". L'accademico cita anche l'uso dei media contro l'Iran e anche in Bolivia, Cuba, Venezuela, Bielorussia, Russia, Serbia, Ecuador, Armenia, Ucraina, Libano e Cina.

"Senza dubbio, Ross preparava il terreno perché la sua capa tornasse a dire, ridendo, nel miglior stile dell'impero romano "venni, vidi e morì", come ha fatto dopo il linciaggio - mediante punizioni corporale - effettuato dai loro alleati del Consiglio Nazionale di Transizione libico di Muammar el Gheddafi. Perché se Bush diceva che parlava con Dio, non c'è dubbio che Hillary e Obama parlano con i Cesari più sanguinari".

Nella conferenza, in Cile, in cui il signor Ross ha spiegato come ha addestrato, in Siria, persone per diffondere immagini in internet c'era
Ernesto Hernandez Busto, che è uno dei principali "attivisti" della strategia degli Stati Uniti contro Cuba sul Web. Casualmente, Hernández Busto - che é stato incaricato di ritirare il premio Ortega y Gasset data dal quotidiano El País a Yoani Sanchez - ha chiesto, per iscritto, l'intervento militare degli Stati Uniti nell'isola.

Ieri sera a L'Avana, Yoani Sanchez, insieme a un fotografo che ha dato ripetute dimostrazioni dello stesso desiderio di Hernandez Busto premiava un concorso di fotografia digitale per "captare l'immagine futura del nostro presente nazionale". E ora sappiamo l' "immagine futura" che captarono in Libia alleati degli Stati Uniti con l'attrezzatura e dati forniti dalla NATO, ma Cuba non è la Libia o l'Afghanistan per  quanto si affannino gli aspiranti a fotografare marine urinando sui cadaveri e statue a L'Avana.