Mercenari

 

I mercenari a Cuba: nel dilemma tra

 

la sfacciataggine ed il fallimento

 

 

7 gennaio 2012 - Aday del Sol Reyes tratto da www.cubasi.cu  http://cambiosencuba.blogspot.com/

 

 

Poco prima della fine dello scorso anno, Fulton Armstrong, consigliere del Comitato per le Relazioni Estere del Senato USA ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava il fallimento dei programmi diretti da Washington a promuovere la sovversione a Cuba.

Armstrong ha scritto, in un suo articolo, dal titolo: "È ora di ripulire i programmi che promuovono un cambiamento di regime a Cuba", pubblicato nel The Miami Herald, che i programmi sostenuti dall'USAID contro Cuba "hanno i segni di un'operazione segreta di intelligence" ed ha aggiunto che "come gli altri milioni di dollari che abbiamo speso per rovesciare il governo cubano, questi programmi hanno fallito".

Come previsto, le dichiarazioni di Armstrong non hanno avuto alcuna ripercussione mediatica, come neppure lo hanno tenuto, benché siano stati pubblicati discretamente ed in determinati e scelti mezzi di comunicazione, il
tributo che il governo degli Stati Uniti ha recentemente fatto ad una delle "dissidenti" cubane, la defunta Laura Pollan, leader delle cosiddette Dame in Bianco.

Qualsiasi lettore bene informato potrebbe pensare che il consigliere Armstrong mente, soprattutto se si considerano le medaglie e gli atti di riconoscimento con cui nelle ultime settimane - perfino nel Congresso degli Stati Uniti - omaggiarono l' "oppositrice".

Quello che forse non si sa è che, a differenza di altri anni, nel passato 2011 mai si é resa più esplicita la dipendenza dei cosiddetti  "dissidenti" cubani dai loro padroni di Washington.

Dopo che in aprile 2011 il senatore Jonh Kerry ha guidato una commissione per determinare dove erano andati realmente a finire i milionari fondi che l'USAID destinava alla sovversione a Cuba, informati blogger filo governo  dell'Avana, hanno pubblicato le ricevute di pagamento che le tanto onorate Dame di Washington hanno avuto per le loro provocatorie "marce".

Le ricevute sono servite a conferma delle istruzioni che, secondo un cablo di Wikileaks firmato nella Sezione di Interessi USA all'Avana, aveva impartito l'allora capo della SINA, Farrar Jonhatan, su come in cui si dovevano pagare i servizi alle Dame.

Secondo Farrar per proteggere le "Dame" delle implicazioni e conseguenze che possono portare questo tipo di transazioni tra mercenari cubani - la cosa migliore era quella di effettuare il pagamento in forma clandestina, come era già stato fatto in altre occasioni: "Le Dame hanno ricevuto in passato i fondi di "membri della loro famiglia" negli Stati Uniti attraverso la Western Union."

Allo stesso modo, il sito Wikileaks ha rivelato che tanto la blogger Yoani Sanchez come il marito, l'ex giornalista ufficiale cubano Reynaldo Escobar, mantengono stretti rapporti con l'Ufficio Interessi USA all'Avana (SINA).

Entrambi sono stati descritti come persone che avevano, presuntamente, rinunciato alla loro carriera di successo in Europa (Svizzera) ed che erano tornati a Cuba per promuovere il cambiamento sull'isola

In un altro dispaccio della stessa fonte, il marito della blogger è stato smascherato - uno dei più grandi timori del Dipartimento di Stato relativi alle rivelazioni di Wikileaks - come un "informatore" di tale ufficio.

L'allora capo della SINA, Michael Parmly non ha neppure risparmiato elogi sulle cifre sul processo elettorale cubano offerte dalla sua fonte il blogger Reynaldo Escobar.


Allo stesso modo, anche questo alla fine dello scorso anno, i social network cubani hanno messo a nudo in forma grafica, gli abbracci effusivi che l'attuale leader delle Dame in Bianco, Berta Soler, si dava coi funzionari della SINA così come il furtivo ingresso della multi premiata Yoani Sánchez in casa dell'attuale capo di tale ufficio, John Caulfield, in occasione di un altro
"atto", per inciso, in onore di Pollan.

Al di là dei favori che l'amministrazione può avere con certe mafie che governano stati elettoralmente chiave, come la Florida, a quanto pare, all'arroganza imperiale non è possibile riconoscere il fallimento di cui parla Armstrong nel suo  quasi censurato
articolo.

Cuba, al contrario, è stata troppo esplicita al riguardo. Come ha detto il Presidente cubano al termine della
VIII Periodo Ordinario della VII Legislatura del Parlamento, lo scorso dicembre: "Obama sembra essere disinformato e non capire che Cuba ha fatto enormi sacrifici per difendere la sua libertà, per cui un piccolo gruppo di mercenari non toglie il sonno a un popolo rivoluzionario, armato, istruito e libero che mai rinuncerà a difendersi".