Dissidenti

 

I dissidenti 'usa e getta'

 

 

29 maggio 2012 - Jordan Navia Rouslyn da Girón

 

 

Il capitalismo nei paesi di grande sviluppo economico é giunto a caratterizzarsi per una sovrapproduzione di articoli in serie e a basso costo. Produce tutto l'immaginabile, e lo fa sembrare incredibilmente facile, grazie all'utilizzo della tecnologia, dove le macchine fanno gran parte del lavoro a tempo di record.

Con lo sviluppo è giunta sino a noi anche la parola
desechables ('usa e getta') e la speranza di vita dei prodotti si sono volutamente limitate, spesso con obiettivi logici (innegabile che un tovagliolo di carta finisce per essere meglio di un panno che dovrebbe lavarsi per il suo  riuso) e altre volte è stato fatto per tutelare gli interessi finanziari (è il caso della obsolescenza programmata, di cui ho parlato già una volta).

Analizzando questo funzionamento del capitalismo, sono riuscito a dimostrare che non si limita solo agli oggetti, ma che anche gli esseri umani possono arrivare a far parte di questa produzione quasi infinita. Tale è il caso dei dissidenti 'usa e getta' che costantemente stanno fabbricando, contro Cuba, gli agenti della CIA e della SINA, la loro base strategica situata a L'Avana.

Ed è per questo che li ho chiamati dissidenti usa e getta:

1 - Sono prodotti a basso costo, pagati con pacchi regalo a fine anno e con i dollari che dal sedicente esilio raccolgono gli stessi quattro gatti di sempre, rafforzati inoltre dal bilancio che annualmente assegna, il governo degli Stati Uniti, per promuovere la sovversione interna nell'Isola. Naturalmente, ogni regola ha la sua eccezione, e tale è il caso della famosa mercenaria
Yoani Sanchez, che ha già intascato quasi un quarto di milione di euro, un salariaccio che mozza il fiato a più di una Dama in Bianco che si lamenta di non essere in grado di scrivere in modo regolare o passabile per poter farle concorrenza e quindi le tocca afferrare un gladiolo e fare una passeggiatina per Miramar per guadagnare qualche pesos.

2 - Si producono in serie, vale a dire, la somiglianza dei loro pseudo-discorso sono una prova evidente dell'incapacità creativa, che li costringe a continuare a recitare gli stessi copioni che gli vengono imposti in fabbrica.

3 - Dopo aver svolto le loro funzioni, vengono inviati al cestino dei rifiuti più vicino (o più distante, tenendo conto della convenienza del costruttore). Questo ultimo passo è più evidente con l'esempio di coloro che si ostinano a chiamarsi come ex prigionieri politici, che hanno lasciato Cuba (e citano l'emigrazione politica in questo caso) e sono finiti in
Spagna, dove erano stati loro promessi un sostegno finanziario per godersi il loro ritiro dopo aver attivamente lottato  per la "libertà e la democrazia" a Cuba, e poi dopo un po' di tempo, sono diventati oneri che nessuno vuole caricarsi e gli hanno ritirato il sostegno finanziario provocando proteste, suicidi, critiche, scioperi e persino qualche voce occasionale si é alzata per annunciare che preferiva ritornare sull'isola che spesso aveva chiamato isola-prigione.

La Spagna, naturalmente, é stato l'immondezzaio più lontano dove sono finiti i dissidenti 'usa e getta', altri sono incorsi in "miglior" fortuna come la madre del suicida
Orlando Zapata Tamayo, che è andata con le sue ossa a Miami, dove ha frequentato la più viziosa della vecchia scuola terrorista anti cubana e poi  se ne é andata lamentandosi di sentirsi tradita e che la avevano riempito di vuote promesse.

Che cosa si può dedurre allora da questo sinché gli USA producano dissidenti in serie, a basso costo e li scarta quando non serve più? Dopo tutto, solo valgono quando possono armare molta confusione nell' "oppressa e tiranneggiata" Cuba ... una volta fuori da Cuba, non hanno alcuno scopo né valore.

Non dimentichiamo che loro si promuovono come i buoni della pellicola, e cercano di passare come disinteressati nella lotta contro il comunismo, ma quando cade la maschera, di volta in volta, è allora che il mondo gira la faccia per non  prendere atto.
 

 

Disidentes desechables
Por Rouslyn Navia Jordán

El capitalismo en los países de alto desarrollo económico ha llegado a caracterizarse por una superproducción de artículos en serie y a bajo costo. Producen de todo lo imaginable, y lo hacen parecer increíblemente fácil, gracias al uso de la tecnología, donde las máquinas hacen gran parte del trabajo en tiempo récord.

Con el desarrollo llegó hasta nosotros también la palabra desechable, y las esperanzas de vida de los productos se limitó de forma intencional, muchas veces con objetivos lógicos (innegable que una servilleta de papel termina por ser mejor que un pañuelo que deberás lavar para volverlo a usar) y en otras ocasiones se hizo en aras de proteger intereses financieros (y es el caso de la obsolescencia programada, de la que ya hablé una vez).

Analizando este funcionamiento del capitalismo, he logrado comprobar que no se limitan solo a objetos, sino que también los seres humanos pueden llegar a formar parte de esta cadena de producción casi interminable. Tal es el caso de los disidentes desechables que constantemente están fabricando contra Cuba los agentes de la CIA y de la SINA, su base estratégica ubicada en La Habana.

Y he aquí por qué les llamé disidentes desechables:

1-Son fabricados a bajo costo, pagados con jabitas en fin de año y los dólares que desde el autollamado exilio reúnen los mismos cuatro gatos de siempre, apoyados además por el presupuesto que anualmente destina el gobierno norteamericano para promover la subversión interna en la Isla. Claro, que toda regla tiene su excepción, y tal es el caso de la mercenaria insigne Yoani Sánchez, que ya se ha embolsillado casi un cuarto de millón de euros, un salariazo que le quita el aliento a más de una Dama de Blanco, que lamenta no saber escribir de manera regular o pasable para poder hacerle la competencia y le toca entonces agarrar un gladiolo y darse una caminatica por Miramar para ganarse unos pesos.

2-Se producen en serie, es decir, la semejanza de sus pseudo-discursos resultan muestra evidente de la incapacidad creativa, que los obliga a continuar recitando los mismos guiones que les imponen en la fábrica.

3-Luego de cumplir con sus funciones, son enviados al tanque de basura más cercano (o más lejano, teniendo en cuenta la conveniencia del fabricante). Este último paso se hace más evidente mediante el ejemplo de los que insisten en denominarse a si mismos como ex presos políticos, que salieron de Cuba (y citan a la emigración política en este caso) y fueron a parar a España, donde se les había prometido ayuda financiera para que disfrutaran de su retiro tras luchar activamente por la “libertad y la democracia” en Cuba, y luego de pasado un tiempo, se convirtieron en lastres con los que nadie quiere cargar y les retiraron la ayuda económica ocasionando protestas, suicidios, críticas, huelgas y hasta alguna que otra voz se alzó para anunciar que prefería regresar a la que tantas veces llamó isla-prisión.

España, claro está, fue el basurero más lejano a donde fueron a parar los disidentes desechables, otros corrieron con “mejor” suerte como la madre del suicida Orlando Zapata Tamayo, que fue a dar con sus huesos a Miami, donde se codeó con la crápula más viciada de la vieja escuela terrorista anticubana y luego andaba quejándose de sentirse engañada y de que la habían llenado de promesas huecas.

¿Qué puede deducirse entonces de esto sino que EUA produce disidentes en serie, a bajo costo y los desecha cuando ya no le son útiles? A fin de cuentas, solo valían cuando podían armar tánganas en la “oprimida y tiranizada” Cuba…una vez fuera de ella, no tienen objetivo, ni valor.

No olvidemos que ellos se promueven como los buenos de la película, y tratan de pasar como desinteresados en su lucha contra el comunismo, pero la careta se les cae de vez en cuando y es entonces cuando el mundo voltea el rostro para no darse por enterado.