Presentare Cuba come un paese

 

terrorista è un atto irresponsabile

 

 

8 agosto 2012 - Miguel Fernández Martínez www.granma.cu

 

 

È irresponsabile e disonesto presentare Cuba come uno stato terrorista dinnanzi al popolo degli Stati Uniti, ha affermato a New York la professoressa Maria Isabel Alfonso della direzione di Cuban American for Engagement (C.A.F.E.).

 

In un’intervista per via elettronica concessa a Prensa Latina, la professoressa di Lingue Moderne del Saint Joseph´s College, di New York, ha espresso la sua opinione in merito alla recente inclusione di Cuba nella lista dei paesi patrocinatori del terrorismo, secondo il criterio unilaterale del Dipartimento di Stato nordamericano.

 

Alfonso ha precisato che gli emigrati cubani devono essere un ponte tra la società dell’Isola e quella degli Stati Uniti ed ha sottolineato l’importanza per i vari gruppi comunitari di esprimersi contro quella che è una tergiversazione della situazione di Cuba.

 

L’attivista cubano americana ha segnalato che il presidente statunitense, Barack Obama, ha ereditato questa situazione dalle precedenti amministrazioni, fin dal 1982.

 

Ha aggiunto che se Obama sarà rieletto presidente, dovrà considerare seriamente la recente proposta del presidente cubano, Raúl Castro, ed iniziare un dialogo ampio su tutti i temi tra L’Avana e Washington.

 

“Cuba non è considerato un paese terrorista o una minaccia nei documenti di nessun altra cancelleria, e gli Stati Uniti devono adottare un minimo di serietà in relazione a questa lista e abbandonare la politica accomodante nei confronti della destra anticubana, che comporta solo una perdita di credibilità per Washington nel mondo”, ha ribadito.

 

Prensa Latina ha contattato inoltre Elena Freyre a Miami, presidentessa della Fondazione pro Normalizzazione delle Relazioni tra Stati Uniti e Cuba (Fornorm), che ha definito vergognosa e ipocrita la decisione di includere Cuba nella lista del Dipartimento di Stato.

 

“Gli Stati Uniti sono lo stesso paese che permette ai veri terroristi di passeggiare impunemente per le strade di Miami, mentre perseguita, imprigiona o mantiene reclusi lontano dalle loro famiglie Cinque uomini cubani che provarono soltanto a difendere il loro paese da questi attacchi”, ha affermato Freyre.

 

La presidentessa del Fornorm ha evidenziato che da molto tempo è risaputo che questa inclusione è legata al soddisfare gli interessi di quei “cosiddetti” cubani estremisti di Miami e non ha nulla a che fare con la realtà dell’Isola.