In un articolo di Fernando Ravsberg apparso sul sito spagnolo Publico.es e ripreso da rebelion.org si analizza il tema dei medici cubani nel mondo.

 

Pare che la vendita di servizi medici rappresenti per Cuba una delle maggiori entrate economiche, più del turismo, delle rimesse familiari e del nichel.

 

Ravesberg cita dati del Ministero degli Esteri cubano: i lavoratori della sanità cubani nel mondo sono circa 40.000 e il loro apporto alle casse dello Stato cubano sarebbe di 3782 milioni di euro.
 

Solo con il lavoro dei medici cubani in Venezuela si pagano 100.000 barili di petrolio al giorno, grazie ai quali sull’isola sono cessate le interruzioni di corrente, gli apagones.


E’ stata organizzata anche una “brigata di risposta rapida” di 1500 operatori della salute da inviare in caso di grandi disastri, come è successo in Pakistan dopo il terremoto.


Poche settimane fa il governo del Brasile ha annunciato che avrebbe contrattato 6000 medici cubani per lavorare nei quartieri marginali o nelle zone rurali di difficile accesso, dove i medici brasiliani non si avventurano e il reddito degli abitanti è bassissimo.


Washington ha capito che i cooperanti della sanità sono un respiro economico per Cuba, e quindi ha preparato un programma di concessione rapida di visti per tentare i medici che sono in  missione all’estero. Qualsiasi medico cubano all’estero può presentarsi a un consolato USA e riceverà un visto in modo quasi automatico.