Stati Uniti: protezione ai terroristi, carcere

per quelli che lo combattono

 

 

7.02.13 - Atilio A. Boron http://lapupilainsomne.jovenclub.cu/

 

 

Come voi sapete - anche se ci sono molte persone all'interno e all'esterno degli Stati Uniti che lo ignorano -  ci sono cinque lottatori antiterroristi ingiustamente reclusi nelle carceri USA. Prigionieri proprio per essersi infiltrati nelle organizzazioni terroristiche radicate a Miami - e protette da varie agenzie governative degli Stati Uniti - al fine di interrompere i loro piani che hanno già mietuto 3478 vite di cubani e non, lasciando inoltre un saldo di 2099 invalidi; per cui il terrorismo ha prodotto un totale di 5577 vittime. In sintesi, vi è una vittima del terrorismo per ogni 1972 cubani, ciò che configura un tasso scandalosamente alto per un paese che non ha dichiarato guerra a nessuno e che nonostante ciò lo si aggredisce ferocemente da oltre mezzo secolo.

 

Anche se "i 5" non sottrassero informazione a nessuna agenzia governativa USA, non si sono  appropriati di alcun documento ufficiale o commesso alcun crimine al di là di conoscere, dal di dentro, i piani che ordivano le organizzazioni criminali i lottatori cubani furono fermati dalle autorità statunitensi, giudicati in un processo pieno di irregolarità e condannati a lunghe pene detentive -  inizialmente erano quattro ergastoli più 77 anni di carcere, per essere poi, tre di loro, nuovamente rigiudicati: Antonio Guerrero Rodríguez, Ramón Labañino Salazar, y Fernando González Yort. Sia a  Gerardo Hernandez Nordelo che a Renè Gonzalez Sehwerert è stato negato il diritto ad essere rigiudicati. Le condanne attuali sono: Fernando 17 anni 9 mesi; Antonio 21 anni 10 mesi; Ramon 30 anni. Gerardo due ergastoli più 15 anni e a René, che ha scontato la sua pena a 15 anni il 7 ottobre 2011, sono stati applicati tre anni ulteriori di libertà vigilata per il "crimine" di essere nato negli USA! Lo stesso pretendono fare con Antonio; anche lui nato in quel paese.

E sebbene non li si accusò di aver commesso delitti federali si decise di giudicarli niente meno che a Miami! dove la stampa controrivoluzionaria e della mafia anti castrista, radicata in quella città, li aveva già condannati. Così, ciò che la giustizia USA garantisce a uno stupratore e assassino seriale di bambine della scuola primaria, trasferendolo in una città dove i giurati possano essere esenti dalle pressioni dell'ambiente in cui si commise il crimine, questo stesso diritto ad un processo equo è stato negato a "i 5".

 

Questi eroi cubani sono prossimi a compiere 15 insopportabili anni di carcere, eccetto René González che deve rimanere assurdamente, due anni in più, in libertà vigilata in Florida prima di poter tornare a Cuba.

 

In breve, si tratta di una condanna ingiusta, illegittima, illegale e in violazione della stessa Costituzione degli Stati Uniti. Non solo: una condanna che si é accanita con le famiglie dei prigionieri. In questi anni a Olga Salanueva e Adriana Pérez, rispettivamente mogli di René e Gerardo, sono stati negati i visti d'ingresso negli Stati Uniti con l'unico scopo di visitare i loro mariti, violando il diritto di ogni detenuto di ricevere la visita dei familiari ed il diritto di famiglia; arbitrio più volte denunciato da organizzazioni per i diritti umani in tutto il mondo, tra cui Amnesty International. Autorità USA hanno detto, più volte, che la loro visita avrebbe messo in pericolo la sicurezza nazionale del più potente impero che sia mai esistito sulla faccia della terra. A "i 5" neppure  fu permesso visitare parenti in condizioni critiche o sul letto di morte. Come si può vedere, al di là della palese ingiustizia c'è una crudeltà che ripugna alla condizione umana.

Che cosa potrebbe spiegare questo malato accanimento contro i prigionieri e le loro famiglie e la tanto sistematica violazione delle stesse istituzioni giuridiche nord americane? Crediamo che queste aberrazioni morali esprimano una insana volontà di castigare Cuba per aver avuto l'audacia di effettuare una Rivoluzione e costruire il socialismo. Una punizione esemplare per un paese sottosviluppato del Terzo Mondo che può, proprio grazie alla sua Rivoluzione, assicurare condizioni di salute e di educazione superiori a quelli della maggior parte dei paesi del mondo sviluppato, e facilitare l'accesso alla cultura e al tempo libero a tutte/i. E questo è stato così perché nella Cuba socialista non esiste la mercificazione della salute, dell'educazione, della cultura, della sicurezza sociale, della ricreazione o di uno qualsiasi dei beni e servizi necessari per accedere a una vita dignitosa. Questo flagello, sofferto da quasi tutti i paesi dell'America Latina e dei Caraibi non esiste a Cuba  e per questo l'isola di Marti e Fidel costituisce un pessimo esempio che l'impero pretende estirpare a tutti i costi, anche a costo di violare quanta norma morale o religiosa esista nel paese che stampa sui biglietti dei suoi dollari la frase "In God we trust" e tutte le sue leggi e disposizioni costituzionali.

In netto contrasto con la politica adottata in relazione agli eroici antiterroristi cubani,
il governo degli Stati Uniti convalidò e sostenne le azioni di due dei più sanguinosi terroristi del continente: Orlando Bosch e Luis Posada Carriles. Autori di innumerevoli crimini,  attivi protagonisti delle peggiori atrocità commesse contro il popolo e il governo cubano e anche di altri paesi, entrambi addestrati nell'intelligence USA ed i governanti USA li accolsero nel loro seno, proteggendoli per garantire loro la totale impunità per i loro crimini.

 

Nell'aprile 2011 Bosch ha lasciato questo mondo come un'anima incontaminata, in casa sua, senza essere mai stato molestato per i suoi numerosi crimini. Non solo, per sua eterna vergogna la molto "seria e rigorosa" Università di Miami, dove accorrono molti studenti che provengono da America Latina e Caraibi, distrusse irrimediabilmente la scarsa reputazione che le rimaneva (per essere una delle più virulente fabbriche di menzogne ​​e calunnie contro Cuba) conferendo a Orlando Bosch il titolo di Dottore Honoris Causa, ignorando le prove che lo segnalavano, con Posada Carriles,  come attore fondamentale nei sinistri progetti come il Piano Condor che colpì l'America del Sud negli anni settanta, l'attentato al volo 455 della Cubana de Aviacion, che provocò la morte di 73 persone e anche, si dice, l'assassinio di Orlando Letelier a Washington nel 1976.

Ma la storia non è finita. Siamo certi che il popolo e il governo di Cuba otterranno il ritorno dei loro figli all'isola. Obama, insolito Premio Nobel per la Pace (2009), ha nelle sue mani la possibilità di porre fine a tanta ingiustizia e crudeltà. E' nelle sue prerogative di presidente degli Stati Uniti firmare l'indulto con cui questi lottatori antiterroristi riconquisterebbero la propria libertà, potrebbero ricongiungersi alle loro famiglie e ricostruire la propria vita e quella delle loro famiglie, brutalmente violentate da quindici anni di carcere e separazioni. Se Obama fosse coerente con le sue parole e il suo costante ricorso ai sentimenti religiosi del popolo nord americano; se fosse, come annuncia, un uomo animato da profondi impulsi umanitari, avrebbe già  dovuto firmare l'indulto, senza un minuto ulteriore di ritardo. Solo così potrebbe spiegare, almeno in parte, il Nobel che gli è stato concesso. Se non lo fa non tenga il minimo dubbio che la storia non lo assolverà, lasciando una disonorevole impronta come uno dei più grandi fiaschi del suo tempo. Speriamo che abbia la saggezza e il coraggio per firmare l'indulto  che "i 5" si meritano e por fine a tanto affronto ai più elevati valori umanitari del nostro tempo.

 

 

Estados Unidos: protección a los terroristas, cárceles a quienes los combaten

Atilio A. Boron

Como ustedes saben -aunque hay mucha gente dentro y fuera de Estados Unidos que lo ignora- hay cinco luchadores antiterroristas injustamente presos en las cárceles de Estados Unidos. Presos precisamente por haberse infiltrado en organizaciones terroristas basadas en Miami -y protegidas por diversas instancias del gobierno estadounidense- con el propósito de desbaratar sus planes que ya cobraron 3478 vidas de cubanos y no cubanos por igual, dejando además un saldo de 2099 inválidos, con lo cual el terrorismo ha producido un total de 5577 personas víctimas del terrorismo. En suma, hay una víctima del terrorismo por cada 1972 cubanos, lo que configura un índice escandalosamente elevado para un país que no le ha declarado la guerra a nadie y pese a lo cual se lo agrede ferozmente desde hace más de medio siglo. Aún cuando “los 5” no sustrajeron información de ningún organismo del gobierno de Estados Unidos, no haberse apropiado de documento oficial alguno, ni cometido absolutamente ningún delito más que conocer desde adentro los planes que urdían las organizaciones criminales los luchadores cubanos fueron aprehendidos por las autoridades norteamericanas, juzgados en un juicio plagado de irregularidades, y sentenciados a largas penas de prisión -inicialmente fueron 4 cadenas perpetuas más 77 años de prisión, para ser luego re-sentenciados en el caso de 3 de ellos: Antonio Guerrero Rodríguez, Ramón Labañino Salazar, y Fernando González Yort. Tanto a Gerardo Hernández Nordelo como a René González Sehwerert se les negó el derecho a re-sentencia. Las condenas actuales son: Fernando 17 años más 9 meses; Antonio 21 años más 10 meses; Ramón 30 años. Gerardo dos cadenas perpetuas más 15 años y a René, quien cumplió su condena de 15 años el 7 de octubre de 2011, se le aplicaron 3 años más de libertad supervisada por el “delito” de ¡haber nacido en Estados Unidos! Lo mismo pretenden hacer con Antonio, quien también nació en ese país.
Y si bien no se los acusó de haber cometido delitos federales se decidió juzgarlos ¡nada menos que en Miami!, donde la prensa contrarrevolucionaria y de la mafia anticastrista enquistada en esa ciudad ya los había condenado de antemano. Así, lo que la justicia de Estados Unidos garantiza a un violador y asesino serial de niñas de la escuela primaria, trasladándolo a una ciudad en donde los jurados puedan estar exentos de las presiones del medio en que cometió su delito, ese mismo derecho a un juicio justo les fue negado a “los 5″. Estos héroes cubanos están próximos a cumplir 15 insoportables años de prisión, excepto René González quien debe permanecer absurdamente dos años más de libertad supervisada en La Florida antes de poder volver a Cuba. En suma: se trata de una condena injusta, ilegítima, ilegal y violatoria de la propia Constitución de los Estados Unidos. No sólo eso: una condena que se ha ensañado con los familiares de los prisioneros. Durante estos años a Olga Salanueva y Adriana Pérez, las esposas de René y Gerardo respectivamente , les denegaron las visas de ingreso a Estados Unidos con el sólo propósito de visitar a sus esposos, violando el derecho de todo prisionero a recibir visita familiar y el derecho de familia, denunciado en reiteradas oportunidades por organismos de derechos humanos de todo el mundo, entre ellos por Amnistía Internacional. Autoridades de los Estados Unidos dijeron, repetidamente, que su visita pondría en riesgo la seguridad nacional del imperio más poderoso que jamás haya existido sobre la faz de la tierra.Tampoco se les permitió a “los 5” visitar a familiares gravemente enfermos o en su lecho de muerte. Como puede verse, más allá de la flagrante injusticia hay una crueldad que repugna a la condición humana.
¿Qué podría explicar este enfermizo ensañamiento con los prisioneros y sus familias y tan sistemática violación de la propia institucionalidad jurídica norteamericana? Creemos que estas aberraciones morales expresan una insana voluntad de escarmentar a Cuba por haber tenido la osadía de llevar a cabo una revolución y construir el socialismo. Una castigo ejemplar para un país subdesarrollado del Tercer Mundo que pudo, gracias precisamente a su revolución, garantizar condiciones de salud y educación superiores a las de la gran mayoría de los países del mundo desarrollado, y facilitar el acceso a la cultura y a la recreación a todas y todos. Y esto ha sido así porque en la Cuba socialista no existe la mercantilización de la salud, la educación, la cultura, la seguridad social, la recreación o de cualquiera de los bienes y servicios requeridos para acceder a una vida digna. Ese flagelo, que lo padecen casi todos los países de América Latina y el Caribe no existe en Cuba y por eso la isla de Martí y de Fidel constituye un pésimo ejemplo que el imperio pretende erradicar a cualquier precio, aunque para ello tenga que violar cuanta norma moral o religiosa exista en el país que imprime en sus billetes de dólar la frase “in God we trust” y todas sus leyes y prescripciones constitucionales.
En abierto contraste con la política adoptada en relación a los heroicos antiterroristas cubanos, el gobierno de Estados Unidos convalidó y apoyó el accionar de dos de los más sanguinarios terroristas del continente: Orlando Bosch y Luis Posada Carriles. Autores de innumerables crímenes, activos protagonistas de las mayores atrocidades cometidas en contra del pueblo y gobierno cubanos y de otros países también, ambos revistaron en los servicios de inteligencia de Estados Unidos y sus gobernantes los acogieron en su seno, protegiéndolos para asegurar la total impunidad por sus crímenes. En Abril del 2011 Bosch dejó este mundo como un alma impoluta, en su casa, sin jamás haber sido molestado por sus numerosos crímenes. No sólo eso, para su eterna verguenza la muy “seria y rigurosa” Universidad de Miami, a la cual acuden numerosos estudiantes de América Latina y el Caribe, destruyó sin remedio la escasa reputación que le quedaba (por ser una de las más virulentas usinas de mentiras y difamaciones en contra de Cuba) al conferirle a Orlando Bosch el título de Doctor Honoris Causa, haciendo caso omiso de las evidencias que lo señalaban, junto a Posada Carriles, como actor principalísimo en siniestros proyectos como el Plan Cóndor que asoló a América del Sur en los años setentas, el atentado del vuelo 455 de Cubana de Aviación que provocó la muerte de 73 personas e inclusive, se dice, del asesinato de Orlando Letelier en Washington, en 1976.
Pero la historia no ha concluido. Estamos seguros que el pueblo y el gobierno de Cuba lograrán el regreso de sus hijos a la isla. Obama, insólito Premio Nobel de la Paz (2009), tiene en sus manos la posibilidad de poner fin a tanta injusticia y crueldad. Está en sus prerrogativas como presidente de Estados Unidos firmar el indulto mediante el cual estos luchadores antiterroristas recobrarían su libertad, podrían reunirse con sus familias y rehacer sus vidas y la de sus familiares, brutalmente violentadas por quince años de cárcel y separaciones. Si Obama fuera coherente con sus dichos y su permanente apelación a los sentimientos religiosos del pueblo norteamericano; si fuera, como lo proclama, un hombre movido por profundos impulsos humanitarios, tendría que firmar el indulto ya mismo, sin un minuto más de dilaciones. Sólo así podría justificar, al menos parcialmente, el Nobel que le fuera otorgado. Si no lo hace no cabe la menor duda de que la historia no lo absolverá, dejando una deshonrosa huella como uno de los mayores fiascos de su época. Es de esperar que tenga la sabiduría y el valor para firmar el indulto que “los 5” se merecen y poner fin a tanta afrenta a los más elevados valores humanitarios de nuestro tiempo.