René González segnala l’utilità

 

della virtù e dei valori

 

 

1.07.2013 - Maria Elena Alvarez Ponce www.granma.cu

 

 

“La lealtà, la dignità, il valore, la morale non sono astrazioni, esistono, vivono in noi, ci incoraggiano e ci spingono a fare il bene e ad essere migliori”, ha affermato L’Eroe della   Repubblica di Cuba, René González Sehwerert.

 

Il combattente  antiterrorista, il primo dei Cinque cubani ingiustamente condannati negli Stati Uniti, ritornato in Patria dopo 13 anni di reclusione e un anno e mezzo di libertà vigilata, ha parlato con gli studenti e i lavoratori dell’Istituto Superiore Politecnico José Antonio Echeverría (Cujae).

 

“Con la febbre e l’influenza ma sono qui, felice e grato”, ha salutato René, giungendo con sua moglie, Olga Salanueva,  nell’area spaziosa a piena zeppa  dove si è svolto un incontro culturale d’appoggio ai Cinque,  il numero 46  svolto in questa casa di alti studi dal 2009. Un forte attivismo e soprattutto la Rete delle Università in solidarietà con questi uomini valorosi, nata nella  CUJAE,  ora conta su più di 6.000 professionisti, istituzioni e studenti di 81 paesi iscritti che hanno fatto della più importante Università Politecnico di Cuba “La Casa dei Cinque”.

 

A nome dei suoi fratelli di lotta, Ramón Labañino, Gerardo Hernández, Fernando González e Antonio Guerrero, René ha ringraziato per le espressioni d’affetto e il grande appoggio in tutti questi anni ed ha esortato a moltiplicare la lotta per la liberazione e il ritorno, il più presto possibile, dei suoi quattro compagni.

 

“Se abbiamo ricevuto il vostro appoggio e quello di tante persone oneste nel mondo, è perchè, giunto il momento, quando siamo stati messi alla prova abbiamo deciso d’essere fermi, convinti che la dignità umana non ha prezzo e non la si può calpestare per quanto grande possa essere il potere del nemico.

 

Noi Cinque abbiamo fatto nè più nè meno quello che al nostro posto avrebbe fatto qualsiasi cubano degno,  quello che ci ha insegnato questo popolo di giganti, con il suo straordinario esempio e la sua capacità di lotta e resistenza”, ha sottolineato René González Sehwerert, ed ha aggiunto che crede con assoluta convinzione nelle virtù e nei loro valori.

 

“Quando aiutiamo un nostro vicino in un lavoro per la sua casa, diamo una mostra concreta di solidarietà, abilità e disinteresse  e quante di queste  cose accadono, così belle, in tutti i quartieri e in ogni posto di quest’Isola,  con tanta frequenza?”, ha indicato ed ha affermato di sentirsi felice ed onorato, orgoglioso e privilegiato d’essere cubano.

 

Una folla di studenti e di lavoratori della CUJAE - non pochi con i figli e altri familiari, e i pionieri della vicina Scuola Elementare José de la Luz y Caballero - hanno "bombardato"  di domande l’Eroe, che ha parlato della missione che lo ha portato negli USA, della lunga prigionie e del ritorno.

 

“Il reinserimento alla vita normale non è ancora avvenuto e per essere sincero non so che cos’è una vita normale, ma stiamo lavorando in questa direzione” ha sorriso  René e tra le risa ha confessato che: “In famiglia analizziamo come andare al cinema o allla Coppelia senza attirare troppo l’attenzione”.

 

Nel giugno del 2004, i Cinque furono  proclamati nella CUJAE “Giovani dell’VIII Congresso della UJC”,  con la presenza dei loro familiari ai quali si chiese di lasciare in custodia del Centro i diplomi, per poterli consegnare ai destinatari alla loro liberazione, e per René González Sehwerert l’attesa è finita.