Nuestra America - ALBA

 

 

 

L’ALBA condanna l’affronto europeo

contro Evo Morales

 

 

 

Gli Stati che formano l’ALBA - Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America-  hanno emesso un comunicato nel quale esprimono la loro condanna per le violazioni dei Diritti Internazionali del governo della Bolivia, dopo che Portogallo, Spagna a Italia hanno impedito di sorvolare e atterrare all’aereo che trasportava  il presidente Evo Morales, di ritorno nella sua nazione dopo la partecipazione al II Vertice dei paesi esportatori di gas, in Russia.

 

Questo è il testo del comunicato:

 

I paesi dell’ALBA, Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America (ALBA) esprimiamo la nostra solidarietà con il Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, Evo Morales,  di fronte a quella che consideriamo una flagrante violazione e minaccia dell’immunità diplomatica di un capo di Stato, commessa dai governi di Francia Portogallo, Spagna e Italia, non permettendo di sorvolare nè atterrare all’ aereo che trasportava Morales da Mosca, dove aveva partecipato al II Vertice dei Paesi esportatori di Gas,  basandosi su motivi infondati.

 

Questa grave situazione promossa dall’imperialismo nordamericano e dai suoi alleati europei, ha messo in pericolo la vita del fraterno presidente Morales e della delegazione che lo accompagnava, obbligando ad un atterraggio d’emergenza in Austria, l’aereo  ufficiale che lo trasportava con l’ ipotesi che a bordo c’era il cittadino statunitense Edward Snowden, attualmente ricercato dal suo governo perchè ha rivelato la maggior operazione di spionaggio nota al mondo sino a questo momento. Ipotesi che è risultata assolutamente falsa.

 

Dall’Alleanza Bolivariana per i popoli di Nuestra America - ALBA - esortiamo le nazioni coinvolte in questa spiacevole situazione, a non continuare con queste pratiche  e discutere qualsiasi problema che possa nascere per via diplomatica, come stabilisce il diritto internazionale.

 

Ci auguriamo che il fraterno  Presidente Evo Morales possa ritornare, senza altri contrattempi, nella nostra amata Bolivia.

 

Caracas, 2 luglio 2013.