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Bolivia: sette anni di rivoluzione

democratica e culturale

 

23.1.2013  -  www.granma.cu

 

 

La profonda rivoluzione democratica e culturale cominciata in Bolivia nel 2006 con l’arrivo al potere del presidente Evo Morales, compie sette anni di lotta attraverso un lungo percorso, incontestabili trionfi e varie sfide.

 

Dinnanzi all’Assemblea Legislativa Plurinazionale, in commemorazione del terzo anniversario dello Stato Plurinazionale delle Bolivia, il Presidente ha realizzato un bilancio dettagliato della sua gestione alla guida del Governo durante questo periodo, nel quale ha evidenziato i principali risultati ottenuti, la positiva congiuntura economica che vive il paese e la conseguente riduzione della povertà. Allo stesso modo ha assicurato che “i tempi del neoliberismo non torneranno”, riferisce Telesur.

 

Nel suo discorso Morales ha annunciato un piano fino al 2025 con l’obiettivo di sviluppare “una società giusta ed equa”.

 

Il Capo di Stato ha sottolineato che gli obiettivi del paese devono essere l’eliminazione della povertà estrema, garantire i servizi fondamentali per tutti i cittadini e creare industrie capaci di trasformare le materie prime.

 

In tal senso ha ricordato la diminuzione della povertà moderata dal 60,5% nel 2005 al 45% nel 2011, “quasi un milione di boliviani adesso fanno parte della classe media”, ha assicurato. Riguardo alla povertà estrema ha dichiarato che questa è diminuita dal 38,2% nel 2005 al 20,9% nel 2011, come riportano vari organi d’informazione.

 

Ha citato la consegna di 83473 computer ai maestri di tutto il paese, un impegno assunto nel 2009 con il corpo docente. Su questo argomento Morales ha evidenziato che “in nessun paese del mondo sono stati consegnati computer ai maestri, ed in questo momento l’obiettivo è di consegnarne uno ad ogni studente”.

 

Morales ha inoltre annunciato che la Bolivia ha raggiunto e superato lo scorso anno l’impegno assunto con le Nazioni Unite negli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sulla copertura di acqua potabile. Si tratta di un altro successo della sua gestione, infatti ha ricordato che è già cominciata la terza fase del “Programma Mi Agua”.

 

Tuttavia ha ammesso che c’è ancora molto da fare nel settore sanitario. Per tale ragione ha esortato il personale medico a dedicarsi “con molta volontà a lavorare per la salute dei boliviani”.

 

In quanto ai risultati economici raggiunti, ha riferito della crescita del Prodotto Interno Lordo della Bolivia che nel 2012 è stata del 5,1% mentre le esportazioni sono aumentate di 3 mila 610 milioni di dollari, con un tasso d’inflazione del 4,54%, uno dei più bassi dell’America Latina. Inoltre ha fatto riferimento alla crescita delle riserve internazionali nette (a 14166 milioni di dollari rispetto ai 1700 milioni del 2006).

 

Morales ha spiegato che il contributo del settore minerario (fondamentale per il paese) al sistema contributivo ha avuto una crescita del 1.156% rispetto al 2006, anno nel quale assunse il suo primo mandato. Il Capo di Stato ha specificato che gli investimenti pubblici nel settore minerario-metallurgico sono stati tra il 2006 ed il 2011 di 231 milioni di dollari, 11 volte superiori ai venti milioni investiti dal 1999 al 2005, riporta PL.

 

Ha ricordato importanti progetti come lo sviluppo integrale della Salmuera del Salar di Uyuni, e l’installazione di un impianto pilota per la produzione di carbonato di litio. Piani che descrivono la positiva gestione dell’Esecutivo in funzione della sovranità mineraria. In tal senso “sono state spezzate le catene della dipendenza per nazionalizzare le nostre risorse naturali ed i servizi strategici”.

 

Sul piano internazionale, Morales ha confermato la sua partecipazione al Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici che si celebrerà in Cile alla fine di gennaio.

 

Ha spiegato che la Bolivia ha contribuito al rafforzamento dei meccanismi regionali e di altri accordi “per costruire e rafforzare le alleanze del Sud”. Morales ha affermato che la Bolivia “ha promosso la costituzione di un’organizzazione mondiale dei popoli e della madre terra, senza dominazioni, senza egemonie imperiali, sotto la guida della democrazia”, riporta Telesur.

 

Riguardo alle relazioni con gli USA, il Presidente boliviano ha rivendicato, ancora una volta, che il suo popolo è degno, sovrano ed i suoi rapporti saranno stretti “con qualsiasi paese del mondo, sia di sinistra che di destra. Non ci sono motivi per ricattarci o sottometterci”, ha denunciato riferendosi alle varie intromissioni di Washington negli affari interni della Bolivia.

 

Nel suo interveto si è mostrato fiducioso sul recupero di uno sbocco diretto sul mare del paese entro il 2025, una richiesta permanente della Bolivia al Cile. La Bolivia fu privata dell’accesso al Pacifico durante la guerra con il Cile nel 1879.

 

Il primo presidente indigeno nella storia della Bolivia assunse il suo incarico per la prima volta il 22 gennaio del 2006, dopo aver vinto le elezioni presidenziali con il 53,7% dei voti, ed è stato rieletto con il 64% dei voti per il periodo 2010-2015.