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L'USAID se ne va dalla Bolivia
 

Lo ha annunciato Evo Morales

 

23.4.2013  - Lioman Lima www.granma.cu

 

 

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato l’espulsione dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID), accusata di cospirare contro il suo governo.


"Non mancano alcune istituzioni dell’ambasciata degli Stati Uniti che continuano a cospirare in questo processo, contro il popolo e il Governo nazionale, e per questo approfitto del 1º Maggio per informare che abbiamo deciso d’espellere la USAID dalla Bolivia. Se ne va la USAID dalla Bolivia”, ha detto il presidente nella manifestazione per il Giorno Internazionale dei Lavoratori.


Morales aveva già valutato una possibile espulsione dell’Agenzia lo scorso 18 aprile, quando aveva condannato un discorso del capo della diplomazia degli USA , John Kerry, che ha definito l’America Latina “ il cortile posteriore del suo paese”.


“Respingiamo queste dichiarazioni che sono irrispettose, perchè non riconoscono la realtà dei popoli dell’America Latina”, aveva detto quel giorno Morales, che ora ha ricordato che la sua nazione ha smesso d’essere “il cortile dietro casa”, grazie alla liberazione economica, la nazionalizzazione degli idrocarburi e la lotta dei movimenti sociali.


Morales ha accusato la USAID d’ingerenza politica nei sindacati contadini e in altre organizzazioni sociali, per destabilizzare il suo governo, come faceva prima l’ambasciata degli USA.


Questo è il terzo invito ad abbandonare il paese realizzato da Morales da quando è giunto al potere nel 2005.


Nel 2008 aveva espulso l’ambasciatore
Philip Goldberg, accusato di cospirare con l’opposizione e nel novembre dello stesso anno aveva chiesto la ritirata degli agenti anti droga degli Stati Uniti per presunto spionaggio.

La USAID operava in Bolivia dal 1964 e contava con una delle infrastrutture, una flotta di automobili e uno spiegamento di agenti più grande di tutte le istituzioni esistenti in Bolivia, nazionali o straniere.


Come parte della manifestazione per il Primo Maggio, nella centrale Plaza Murillo della capitale del paese, La Paz, Morales ha annunciato l’approvazione di un gruppo di leggi sociali, con la successione dei contratti minerari e un decreto per fissare un aumento dei salari dell’8%.