Nuestra America

 

 

Il presidente Correa reitera la

necessità di riformare la OSA

 

 

  18.03.2013 -  www.granma.cu

 

 

Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, ha reiterato che se non riusciamo a riformare la Organizzazione degli Stati Americani (OSA) dovremo continuerà a lottare per fare qualcosa di nuovo, migliore e nostro, ha segnalato Prensa Latina.

 

Felicemente esistono la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) e l’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR), ha sottolineato durante il programma radiotelevisivo sulla relazione del governo alla popolazione, ‘Enlace Ciudadano’.

 

Non esiste maggior attentato alla Carta della OSA del blocco economico, commerciale e finanziario imposto da più di 50 anni dagli Stati Uniti a Cuba e questo non si include nelle relazioni della OSA, ha detto, ed ha aggiunto che è un attentato anche la colonia che la Gran Bretagna mantiene di fronte alle coste dell’America Latina, con le Malvine, e nemmeno questo appare nei temi che tratta la OSA.

 

Poi Correa ha ricordato il primo incontro degli Stati membri della Convenzione Americana dei Diritti Umani, del Patto di San José, svolto a Guayaquil la scorsa settimana.

 

Durante questa riunione Correa ha considerato intollerabile in Nuestra America del XXI secolo, la sottomissione di fronte ad una burocrazia che si è arrogata la potestà di misure cautelari, per imporsi al disopra della sovranità dei paesi, ed ha affermato che si spera che saranno accettati i suggerimenti accordati a Guayaquil.

 

Se non si faranno questi cambi, c’è un gruppo di paesi disposto ad adottare altre decisioni, perchè qui non accetteremo più il neocolonialismo, nè il vassallaggio.

 

Siamo nell’America Latina del XXI secolo indipendente e sovrana. È chiaro che la OEA è servita solo alla politica estera degli Stati Uniti.

 

Non inganniamoci, ha insistito Correa, dopo aver confermato che parteciperà all’assemblea generale di questa organizzazione e che spera che si acceleri il cambio della sede della CIDH a una paese che ha firmato il Patto di San José.