Nuestra America - Ecuador

 

 

Correa chiede ad Obama di eliminare la

doppia morale verso l’America Latina

 

 

  22.01.2013 - Pedro Rioseco www.granma.cu

 

 

Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, e candidato alla rielezione per il partito di governo Movimento Alleanza PAIS, ha chiesto al suo collega degli Stati Uniti, Barack Obama, di eliminare la doppia morale nella sua politica verso l’America Latina.

 

Auguro molta fortuna ad Obama nel suo nuovo mandato e molti successi con il suo governo, però, come ex presidente dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur) insisto nel dire che ci sono stati pochi cambiamenti verso la regione nella politica estera degli Stati Uniti.

 

Personalmente, ha affermato, ho conosciuto Obama nel Vertice delle Americhe di Trinidad e Tobago (2009), e mi è sembrato una brava persona, però, ha sottolineato, continua ad applicare una doppia morale verso l’America Latina, dove si considerano buoni governi solo quelli che sono amici degli Stati Uniti.

 

Al contrario, ha ribadito, sono cattivi (i governi latinoamericani e caraibici) se li considerano nemici, o se non sottostanno a tutti i capricci dei presidenti nordamericani, ha affermato Correa nell’intervista. “I presidenti più vergognosi dell’America Latina li hanno considerati come un esempio di democrazia, nonostante le accuse di violazione dei diritti umani ed i legami con gruppi paramilitari ed il narcotraffico”, ha puntualizzato Correa.

 

“E noi, che diamo la vita per i diritti umani, siamo costantemente sotto accusa, ci chiamano dittatori, sanguinari, ambiziosi, in questa politica di doppia morale”.

 

“Non si tratta di essere un buon governo, un buon presidente, una buona persona, ma se sei amico accettiamo tutto, anche se sei un dittatore”, ha dichiarato il presidente.

 

Al contrario, ha aggiunto, “se non obbedisci agli ordini (degli Stati Uniti) come erano abituati, ti considerano cattivo e ti sottopongono ad un linciaggio mediatico a livello internazionale”.

 

Questa doppia morale non è cambiata, ha spiegato Corea, infatti se catturiamo 10 persone a Luluncoto (per atti di sabotaggio e terrorismo) parlano di attentato contro i diritti umani, però nel frattempo loro arrestano 700 persone per aver occupato il ponte di Brooklyn.

 

“In quel caso non succede nulla”, ha commentato Correa, “a Guantánamo (territorio occupato a Cuba contro le leggi internazionali e contro la volontà del popolo dell’Isola), continuano ad applicare la tortura e nessuno dice nulla. Con i droni (aerei senza equipaggio) commettono degli omicidi selettivi, e nessuno dice nulla”.

 

Basta! Ha affermato, aggiungendo che “redigono rapporti sui diritti umani negli altri paesi e continuano con questa prepotenza, con questa supremazia morale che si sono attribuiti da soli”.

 

“Chi li ha nominati (gli Stati Uniti) arbitri del bene e del male? Tutto ciò deve cambiare”, ha concluso.