Il sequestro ed il servilismo di

fronte a Washington

 

 

 

  5.07.2013 - Ángel Guerra Cabrera  giornalista cubano residente in Messico e collaboratore del quotidiano La Jornada.  Traduzione di Daniela Trollio Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

 

Con un grave atto illegale, le autorità di alcuni paesi europei (Francia, Spagna, Portogallo e Italia, n.d.t.) hanno impedito la libera circolazione nel loro spazio aereo al Presidente della Bolivia Evo Morales, Evo Morales, il che equivale ad un sequestro.

 

L’aereo del presidente, che stava finendo il combustibile in volo, è stato costretto ad un atterraggio di emergenza a Vienna, dove Evo è dovuto rimanere per 14 ore come  virtuale ostaggio della pax americana  che si pretende di imporre su tutto il pianeta dall’11 settembre.

 

Barak Obama ha dunque superato il suo antecedente nella costruzione di uno stato poliziesco e militarizzato su scala mondiale. 

 

Un aereo presidenziale viene considerato, secondo il diritto internazionale, territorio sovrano del paese. 

 

Per questo la proibizione all’aereo su cui volava il presidente boliviano di Francia, Portogallo e Italia di volare sopra il loro territorio o di atterrare è un fatto doppiamente criminale, discriminatorio ed una violazione del diritto internazionale.

 

Questi governi hanno cercato di difendere il loro comportamento illegale con pesanti menzogne rivolte alle autorità boliviane ed ai media, ma il mondo intero sa che dietro vi è l’imbecillità di credere che l’aereo del presidente avrebbe potuto portare a bordo l’ex membro dei servizi di spionaggio yankee Edward Snowden e il loro panico di fronte ad una possibile reazione degli Stati Uniti.

 

Fatto confermato dopo che Francois Hollande ha affermato che la Francia aveva autorizzato il volo dopo aver verificato che l’ex spia non si trovava sull’aereo. 



Come un diligente sergente della Guardia Civil in cerca del temibile Snowden, l’ambasciatore dello Stato spagnolo a Vienna ha avuto l’ardire , cosa fermamente rifiutata da Evo Morales, di cercare di salire sull’aereo prima che Madrid, infine, autorizzasse il permesso di atterraggio.



Non è inutile ricordare che questi paesi sono stati complici dei voli illegali della CUIA, ben sapendo che i loro passeggeri sequestrati illegalmente sarebbero stati oggetto di tortura. Agiscono come il ladro, che giudica tutti secondo la sua condizione. 

 

Il governo di Obama ha montato una patetica e isterica persecuzione internazionale a Snowden che, orripilato dall’enormità e dall’estensione del programma di spionaggio di massa PRISM sui suoi compatrioti e sulla gravissima violazione della Costituzione statunitense, decise – con grave rischio della sua vita – di farla conoscere al mondo.



Snowden ha anche denunciato e documentato lunghe e sistematiche azioni di spionaggio statunitense verso la Cina, la Russia, i paesi del G20, il Messico e l’Unione Europea, presunta alleata di Washington.

 

I tentativi di Obama, di Kerry e di altri funzionari yankee di minimizzare questi fatti come se fossero normali sono intollerabili quanto la minimizzazione fatta dalla mafia mediatica della CNN, della Fox di Televisa e dei loro compari della Società Interamericana della Stampa.

 

Il sequestro del presidente boliviano da parte di governi che affermano così spesso di rispettare i diritti umani e lo Stato di Diritto dimostra che, per compiacere Washington, essi sono disposti non solo a violare le leggi ma a mettere in  pericolo un governante latinoamericano e i suoi accompagnatori. Questo avrebbe  potuto succedere se l’Austria non avesse autorizzato l’atterraggio di emergenza  a Vienna.

 

Piove sul bagnato: una volta ancora si mostra la visione colonialista e razzista verso i popoli dell’America Latina e dei Caraibi – e, in genere, delle ex colonie – che continua a prevalere nelle élites e nei governi d’Europa. La loro visione del mondo è ogni volta più mediocre, reazionaria e sottomessa ai diktat degli Stati Uniti di cui, di atto, sono diventati a loro volta colonia.

 

A quanto pare il ruolo di soci di bassa categoria dell’impero romano attuale in cui li ha collocati il pesantissimo spionaggio a cui li sottopongono i loro “amici” statunitensi li ha resi ancor più ossequienti nel loro vassallaggio. Almeno finché non dimostreranno il contrario.

 

Di contro è stata la reazione di indignazione dei cittadini di molti paesi europei davanti alla vergognosa azione dei loro governi ciò che ha permesso che, alla fine, l’aereo presidenziale boliviano ricevesse l’autorizzazione a partire. Al punto che vari governi di sono visti costretti a dare spiegazioni ridicole e anche a negare di aver impedito il volo dell’aereo. 



Ma la reazione più dura c’è stata in America Latina, dove l’alluvione di proteste non si è fatta aspettare sia dalle reti sociali che dall’immediata e dura condanna dei governi di Argentina, Ecuador, Venezuela, Nicaragua e Cuba. UnA Riunione di UNASUR é alle porte Cuba. 

 

El secuestro de Evo y el servilismo ante Washington

Ángel Guerra Cabrera
 

En una grave actitud delictiva, las autoridades de varios países europeos impidieron la libre circulación en su espacio aéreo del presidente de Bolivia Evo Morales, equivalente a un secuestro. El avión del presidente, en peligro de agotar el combustible en vuelo, se vio forzado a un aterrizaje de emergencia en Viena, donde Evo debió permanecer 14 horas como un virtual rehén de la pax americana que se pretende imponer en todo el planeta desde el 11/s. Aunque Barak Obama ha superado a su antecesor en la construcción de un estado policial y militarizado a escala mundial.Un avión presidencial se considera territorio soberano del país según el derecho internacional consuetudinario.Por eso la prohibición de Francia, Portugal e Italia a volar sobre su territorio o aterrizar al avión donde viajaba el presidente boliviano es un hecho doblemente criminal, discriminatorio y violatorio del derecho internacional.Estos gobiernos intentaron escudar al principio su conducta delictiva tras burdas mentiras a las autoridades bolivianas y a los medios,  pero el mundo entero sabe que detrás está la imbecilidad de creer que el  avión del presidente podía llevar a bordo al ex miembro de los servicios de espionaje yanquis Edward Snowden y el pánico a la posible reacción de Estados Unidos. Hecho confirmado cuando Francoise Hollande afirmó que Francia autorizó el sobrevuelo después de cerciorarse de que el ex espía no iba en el avión.Cual diligente sargento de la Guardia Civil en busca del temible Snowden, el embajador del Estado español en Viena tuvo la osadía, firmemente rechazada por Evo, de intentar subir al avión antes de que por fin Madrid reconfirmara el permiso de aterrizaje. No es ocioso recordar que estos países fueron cómplices de los ilegales vuelos de la CIA a conciencia de que sus secuestrados pasajeros serían objeto de torturas. Actúan igual que el ladrón, que juzga a todos según su condición.El gobierno de Obama ha montado una histérica y patética persecución internacional a Snowden, quien horrorizado por la gran escala y extensión del programa de espionaje masivo PRISM contra sus compatriotas y la grosera violación que constituye de la Constitución estadunidense, decidió, con riego grave para su vida, darlas a conocer al mundo. Snowden también ha denunciado y documentado extensas y sistemáticas acciones de espionaje estadunidense contra China, Rusia, los países del G20, México y la Unión Europea, supuesta aliada de Washington. Son incalificables los intentos de Obama, Kerry y otros funcionarios yanquis de restar importancia a esta monstruosidad como si fuera lo más normal del mundo al igual que su banalización por la mafia mediática.Ergo, CNN, Fox, Televisa,  sus pares y los diarios de la Sociedad Interamericana de Prensa.El secuestro del presidente boliviano por gobiernos que tanto presumen de respetar los derechos humanos y el Estado de derecho demuestra que con tal de complacer a  Washington,  son capaces no sólo de violar la ley sino de poner en riesgo mortal a un mandatario latinoamericano y sus acompañantes. Este pudo haber sido el desenlace de no ser por la autorización de Austria al aterrizaje de emergencia en Viena.Lloviendo sobre mojado, otra vez se pone de relieve la visión colonialista y racista respecto a los pueblos de América Latina y el Caribe –y, en general de las ex colonias- que continúa predominando en las elites y los gobiernos de Europa. Su visión del mundo es cada vez más mediocre, reaccionaria y supeditada a los dictados de Estados Unidos, del cual se han convertido en colonias de facto. Al parecer el papel de socios de menor categoría de la Roma actual en que los ha colocado el masivo espionaje a que los someten sus “amigos” estadunidenses los ha hecho más obsecuentes en su vasallaje. Al menos, mientras no demuestren lo contrario.En contraste, la reacción de indignación de los ciudadanos de muchos países europeos contra la bochornosa acción de sus gobiernos, fue lo que logró que a la postre el avión presidencial boliviano recibiera la autorización para volar. Al punto que varios gobiernos se vieron forzados a dar explicaciones cantinflescas y hasta a negar que hubieran impedido el vuelo de la nave.Pero la más dura reacción fue en América Latina, donde el aluvión de protestas no se hizo esperar en las llamadas redes sociales así como la inmediata y dura condena de los gobiernos de Argentina Ecuador, Venezuela, Nicaragua y Cuba. Reunión de Unasur en puertas.

 

 

Intellettuali del mondo esprimono la loro

indignazione per l’affronto a Evo Morales

 

 

4.07.2013  - www.granma.cu

 

 

 

La Rete degli Intellettuali e Artisti in Difesa dell’Umanità, capitolo Bolivia, ha  espresso la sua indignazione di fronte all’tentato perpetrato nel pomeriggio di martedì 2 luglio contro il  presidente Evo Morales. Hanno assicurato che questa azione di violenza è stata pianificata dagli Stati Uniti con chiara complicità dei vari Stati europei.

 

Per gli intellettuali, negare il passaggio nello spazio aereo  o di fare uso del diritto di un controllo tecnico dell’aereo FAB.001 del presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia da parte di alcuni paesi europei, non solo è un offesa contro il primo presidente indigeno dell’America Latina, ma anche contro il processo d’integrazione e costruzione della Patria Grande.

 

Inoltre hanno assicurato che la Patria Grande sta recuperando la sua sovranità e lasciando in dietro la sua condizione di cortile posteriore degli Stati Uniti. 

 

La vile e criminale aggressione contro Evo Morales è un segnale di minaccia di quanto l’imperialismo è disposto a fare per eliminare i presidenti e i popoli indigeni dell’America Latina, per distruggere la dignità e la sovranità recuperate e per riprendersi le nostre ricchezze naturali, hanno sottolineato.

 

Gli intellettuali e gli artisti hanno incitato i loro popoli,  i governi dell’America Latina e dell’Europa che soffrono per la prepotenza delle loro cupole politiche ed economiche, a denunciare e condannare questo atteggiamento neocoloniale della Spagna, Francia, Portogallo e Italia, colonie di una potenza decadente Già non è tempo d’imperi o di colonie, ma è tempo di popoli e di dignità.

 

La rete ha anche considerato che Morales è un chiaro esempio di come si possono costruire processi di cambio a favore delle maggioranze popolari da posizioni chiaramente anticolonialiste e antimperialiste.

 

È stato ricordato che il capo dello Stato della Bolivia ha affrontato l’Amministrazione di Compimento delle Leggi sulle Droghe, DEA in inglese, ha espulso l’ambasciatore degli Stati Uniti e l’Agenzia degli USA per lo Sviluppo Internazionale, USAID.

 

Nella notte di martedì 2,  il  vicepresidente boliviano, Álvaro García Linera, ha mandato un messaggio alla nazione nel quale ha avvisato il mondo che il presidente era stato sequestrato dall’imperialismo, dopo che vari paesi dell’Europa gli avevano proibito il passaggio sul loro territorio.

 

Evo Morales ha denunciato che il sequestro del suo aereo in terre europee risponde ad una politica imperiale che vuole intimorire e minacciare tutti quei paesi e governi che pensano in modo differente e non si arrendono  agli interessi egemonici.

 

Il presidente ha considerato assurdo che alcuni governi dell’Europa credessero che trasportava a bordo del suo aereo l’ex tecnico della CIA, Edward Snowden. "Snowden non è un giocattolo, nè un oggetto che si porta via! È una persona!” ha segnalato ancora Morales.

 

 

 

Aggressione imperialista contro

il compagno presidente Evo Morales
L'ambasciatore della Bolivia in esclusiva su Radio Città Aperta

 

 

Si è tenuta questa mattina presso l'Ambasciata dello Stato plurinazionale di Bolivia una conferenza stampa in merito alla gravissima vicenda della chiusura degli spazi aerei di Italia, Francia e Portogallo che stanno costringendo il presidente boliviano Morales ad una lunghissima sosta all'aereoporto di Vienna. Presenti alla conferenza diversi organi di informazione: Rai News 24, il Corriere della Sera, diverse agenzie di stampa, Radio Città Aperta, Nuestra America con il professor Luciano Vasapollo e il Centro Studi Cestes nella persona della direttrice Rita Martufi.

 

 Proprio Luciano Vasapollo è intervenuto in diretta ai nostri microfoni per raccontarci quello che stava avvenendo all'ambasciata. Nel corso della corrispondenza è intervenuto anche l'ambasciatore boliviano in Italia che ha rilasciato una dichiarazione in esclusiva.

 

L'ambasciatore nel corso della conferenza stampa ha anche rilasciato una dichiarazione ufficiale in nome del governo boliviano, sottolineando la gravità di quanto avvenuto. Chiudere lo spazio aereo ad un presidente democraticamente eletto di un paese riconosciuto, costringendolo a sostare per oltre dieci ore in un a

aeroporto, mettendo tra l'altro a rischio la sua sicurezza e incolumità, è un atto mai avvenuto prima che evidenzia in modo netto da un lato l'atteggiamento da potenza colonialista degli Stati Uniti, dall'altro l'assoluta sudditanza dei paesi europei che, oltre ad essere vittime di atti di spionaggio, si prestano anche ad azioni illegali e contrarie alle più elementari norme della diplomazia internazionale.

 

 Nel corso del suo intervento in diretta ai microfoni di Radio Città Aperta, intervistato da Luciano Vasapollo, l'ambasciatore boliviano in Italia, ha dato lettura del comunicato diffuso ufficialmente dal governo della Bolivia: “Il governo dello Stato plurinazionale della Bolivia denuncia davanti alla comunità internazionale l'aggressione contro il suo governo e nello specifico contro il presidente Evo Morales, in seguito al ritiro a sorpresa dell'autorizzazione di sorvolo e di atterraggio dell'aereoplano presidenziale Falcon 900 che si trovava ieri sera, 2 luglio 2013, in volo di ritorno in seguito alla partecipazione del capo dello stato e della sua delegazione al secondo Forum dei Paesi Esportatori di Gas, che si è svolto nella Federazione Russa. Il governo della Bolivia denuncia dinanzi alla comunità internazionale un atteggiamento non amichevole e di palese aggressione nel comunicare la non autorizzazione per l'aereo presidenziale al sorvolo degli spazi aerei delle repubbliche della Francia e del Portogallo”. La Francia addirittura ha negato il permesso di sorvolo quando l'aereo presidenziale si trovava a pochi minuti dall'ingresso nello spazio aereo francese. Alcune fonti riferiscono che anche l'Italia avrebbe negato il proprio spazio aereo al presidente Morales e alla delegazione boliviana: al momento la Farnesina nega.

 

Redazione di Radio Città Aperta

 

 

 

Morales sequestrato

 

 

3.07.2013  - A.Riccio http://www.giannimina-latinoamerica.it

 

 

Altro che repubbliche delle banane! La vecchia e colta Europa ieri l’ha fatta davvero grossa. Un Presidente di uno stato sovrano si è visto negare il permesso di atterrare per uno scalo tecnico da Francia, Portogallo, Spagna e (ahimé) la nostra ardita Italia il cui fiammante ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha passato la vita a difendere le libertà individuali. Conclusione: il presidente Evo Morales, di ritorno dalla Russia dove aveva partecipato ad un incontro di paesi produttori di gas, ha dovuto passare dodici ore recluso nell’aeroporto di Vienna, mandando all’aria tutti i suoi impegni di capo di stato, obbligando il vicepresidente Linera a farne le funzioni a La Paz e opponendosi ad un controllo del suo aereo, notoriamente protetto da immunità diplomatica, da parte delle autorità austriache che si sono dimostrate più sagge dei paesi latini dell’Europa che hanno commesso un atto grave di spregio verso un Capo di stato e ne hanno messo obbiettivamente a rischio la vita, avendo dovuto atterrare in un corridoio frettolosamente allestito.


L’equipaggio dell’aereo boliviano ha fornito alle autorità viennesi i passaporti di tutte le persone a bordo mentre Morales dava la sua parola d’onore che a bordo non c’era Edward Snowden, il giovane collaboratore della CIA che ha voluto far sapere al mondo che il suo paese, gli Stati Uniti, viola le garanzie più elementari della privacy di persone e di governi. D’altra parte, solo una reazione scomposta, mossa probabilmente dalle pressioni che la superpotenza esercita sui suoi fedeli alleati, poteva far ritenere che il Presidente della Bolivia si portasse via Snowden come se fosse una valigia portata via per sbaglio dall’aeroporto di Mosca. E ancora meno credibile si è rivelato quel sospetto quando si è saputo che l’aereo di Morales è partito da un aeroporto a 50 chilometri da quello di Mosca.


Ma forse, abituati a sequestrare persone anche in paesi terzi - mi riferisco alle extraordinary renditions - come è avvenuto a Milano nel caso di Abu Omar, gli alleati occidentali hanno maliziosamente pensato che quel metodo fosse in uso anche in altre latitudini. Va ricordato che il Presidente Napolitano ha concesso il perdono al colonnello Joseph Romano, agente della CIA coinvolto in quel rapimento con la nostra abituale indulgenza per le scorrettezze e illegalità della superpotenza.


I paesi dell’America Latina (non solo quelli che formano parte dell’ALBA) hanno solidarizzato con Morales: l’affronto fatto a lui brucia a tutti. L’America Latina non dimenticherà facilmente quanto accaduto nei cieli d’Europa, un abuso senza precedenti e senza rispetto per le norme internazionali