Il Governo venezuelano avvia una tenace lotta contro la corruzione, basata sui fatti concreti che avallano la volontà del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, di affrontare questo flagello “a tutti i costi”.
Nei primi
quattro mesi
del suo
governo, il
presidente
ha fatto
diventare la
lotta contro
questo
flagello una
priorità
dello Stato
e con questo
scopo ha
disposto la
realizzazione
di indagini
speciali che
hanno
permesso
arrestare i
funzionari
pubblici
coinvolti in
fatti di
questo tipo.
Rispondendo
alla
determinazione
politica di
sradicare il
flagello, da
maggio a
luglio di
quest’anno
sono stati
arrestati
sette
dirigenti
della
statale
Ferrominineraia,
tra loro
anche
Raddwan
Sababgh, ex
presidente
del
consorzio.
Le indagini
hanno
scoperto un
defalco
miliardario
causato al
Fondo Cinese
–
Venezuelano,
dove insieme
a diversi
funzionari
di questa
istituzione
sono stati
anche
inseriti
dirigenti
della
Compagnia
Venezuelana
di
Manutenzione
Industriale.
Hanno anche
partecipato
funzionari
di alto
livello
dell’Istituto
per la
Difesa delle
Persone
nell’Accesso
dei Beni e
dei Servizi,
l’ex
dirigente
del Servizio
Nazionale
Integrato
dall’Amministrazione
Doganale e
Tributaria
nel porto di
La Guaira, e
ci sono
anche tra
gli
arrestati,
impiegati
del Servizio
d’Identificazione,
di
Migrazione e
degli
Stranieri.
Questi
arresti
hanno
contribuito
alla
rispettiva
depurazione
di questi
organismi
statali,
come parte
del processo
che vuole
rendere
decente le
istituzioni
dell’amministrazione
pubblica.
Di fatto,
dati del
Ministero
Pubblico
hanno
rivelato
che, tra il
26 luglio
scorso ed il
13 agosto,
sono state
private
della
libertà 64
persone per
la loro
partecipazione
in fatti di
corruzioni.
Tutto ciò
come parte
del nuovo
schema di
gestione
pubblica
messo in
marcia dal
presidente
dello Stato,
schema
denominato
“governo
dell’efficienza
sulla
strada”,
dove la
lotta contro
la
corruzione
prende forza
in
un’offensiva
indirizzata
ad eliminare
le
condizioni
che
favoriscono
lo sviluppo
di condotte
di questo
genere.
“Chi è
corrotto, è
antisocialista,
tutti i
corrotti
sono
capitalisti
sebbene si
mettano un
basco
rosso”, ha
affermato
ripetutamente
il
presidente
Maduro,
raffermando
il suo
impegno nel
combattere
la
corruzione,
“venga da
dove venga”,
senza
distinzione
di partiti e
di
ideologia,
allo scopo
di costruire
un’etica
politica e
rivoluzionaria.
Però
nonostante
il Governo
abbia avuto
una condotta
esemplare
combattendo
la
corruzione
nelle sue
stesse file,
l’opposizione
ha avuto una
reazione
diversa nei
confronti di
questo
fenomeno.
Gli esempi
più
rappresentativi,
anche se non
sono gli
unici perché
le indagini
proseguono e
si annuncia
che verranno
fuori altri
casi, sono
quelli del
deputato di
Prima
Giustizia
Richard
Mardo e di
Oscar López,
direttore
dell’ufficio
di Governo
di Miranda,
seguace
dello
sconfitto ex
candidato
alla
presidenza
per
l’opposizione,
Henrique
Capriles.
Mardo, lo
scorso 30
luglio, è
stato
investigato
e
l’Assemblea
ha deciso
togliergli
la sua
immunità
parlamentare,
dopo che il
Tribunale
Supremo ha
dichiarato
procedente
un processo
primario di
merito per
essere
presumibilmente
coinvolto
nei delitti
di frode
tributaria e
di
legittimazione
di capitali.
Il deputato
avrebbe
ricevuto
2.449.000
bolivar
(569.000
dollari) in
14 conti
bancari
durante il
periodo
2009-2012;
il denaro è
stato
consegnato
da persone
naturali e
dai
rappresentanti
di ditte, di
cui non si
conosce
l’area di
operazioni.
Questa
situazione è
stata
riconosciuta
dallo stesso
parlamentare,
che ha
ammesso di
aver
ricevuto
soldi da
“persone
oneste
presumibilmente
per aiutare
degli
altri”.
Sebbene il
legislatore
abbia
confessato
di aver
violato la
Legge,
l’opposizione
con Capriles
a capo, l’ha
presentato
come una
specie di
Robin Hood
ed ha anche
organizzato
una
dimostrazione
a suo favore
con lo
slogan
“Tutti siamo
Mardo”, cosa
che è stata
criticata
dai diversi
settori del
paese,
considerando
in questo
modo che la
destra
difende la
corruzione.
D’altronde
il deputato
socialista
Eloy Mendez,
il 30 luglio
ha rivelato
dei messaggi
di posta
elettronica
che rivelano
la divisione
dei settori
della destra
venezuelana
per la
manipolazione
delle
risorse e
appena due
settimane
dopo ha
esposto in
un plenario
del
Parlamento
il caso di
Oscar Lopez,
anche lui
implicato
nella
corruzione.
Mendez ha
presentato
le prove
contro
l’integrante
di Prima
Giustizia
che
dimostrano
che sarebbe
presumibilmente
inserito
nella
legittimazione
dei capitali
e nella
frode
tributaria.
Al rispetto,
ha riferito
tra l’altro,
che il
direttore
del
dispaccio
del Governo
di Miranda
avrebbe
pagato tra
il 17 e il
18 aprile
quasi un
milione di
bolivar
(158.000
dollari)
all’impresa
di
festeggiamenti
dei Servizi
Todelca CA
per fare
delle feste
suntuose.
I pagamenti
realizzati
fuori dalla
campagna
elettorale
presidenziale,
sono stati
suffragati
da Lopez
(con una
quantità
incompatibile
con lo
stipendio di
funzionario
pubblico) e
non tramite
una figura
giuridica
come
stabilisce
la Legge
Organica dei
processi
Elettorali.
In questo
modo, mentre
seppellivano
in Zulia i
bambini che
il fascismo
aveva
ammazzato,
questi
signori
stavano
facendo
delle feste
miliardarie
pagate da un
funzionario
pubblico con
fatture a
suo nome
(Oscar
López), ha
denunciato
Mendez
facendo
riferimento
alle vittime
della
violenza
oppositrice,
avviata dopo
la sconfitta
elettorale
il 14
aprile.
Questi atti
violenti che
hanno
causato 11
morti sono
stati
incitati da
Capriles,
che dopo
aver perso
il suffragio
presidenziale,
ha chiesto
di non
riconoscere
i risultati
dei comizi e
di scaricare
l’ira per
strada.
Nello stesso
modo, il
legislatore
ha criticato
che il
governo di
Miranda
abbia
protetto
López e sia
stato il suo
complice ed
ha confutato
la
formazione
Prima
Giustizia
per essere
vincolata
non solo ai
fatti di
corruzione e
ai reati di
lavaggio di
denaro, ma
anche alla
creazione di
reti di
prostituzione.
Davanti a
questo
panorama e
nel contesto
della sua
sostenuta
lotta contro
la
corruzione,
il
presidente
Maduro ha
annunciato
che avrebbe
sollecitato
al
Parlamento
una Legge
Abilitante
“per fare un
processo più
profondo e
stabilire
delle norme
più rigide
per
combattere
il flagello
ed applicare
le condanne
massime
secondo la
legislazione”.
Il
presidente,
che ha
invitato
l’opposizione
a un
dibattito
pubblico su
tutte le
denuncie di
corruzione
che si sono
fatte, una
per una, ha
affermato
che
presenterà
presso
l’Assemblea
Nazionale
“delle
relazioni,
delle prove
e delle
proposte
concrete che
scopriranno
tutti coloro
che
appoggiano i
corrotti”.
Per
concludere,
come esprime
il deputato
Mendez, ciò
che marca i
primi mesi
del governo
del
presidente
Maduro “ in
questa lotta
contro la
corruzione è
che abbiamo
messo i
corrotti dal
basco rosso
davanti alla
giustizia,
mentre i
corrotti
della
borghesia
gialla sono
protetti
dall’opposizione”.