Il Premio ALBA delle Arti
 

Le vene aperte di Eduardo Galeano

 

 

1.02.2013 - Pedro de la Hoz  www.granma.cu

 

 

L’uruguaiano Eduardo Galeano ha ricevuto la notizia della sua proclamazione come vincitore del Premio ALBA delle Lettere del 2012, pochi giorni dopo la presentazione in Cile, del suo ultimo libro “Los hijos de los días” e la pubblicazione dell’articolo “La demonizzazione di Chávez”, nel cui primo paragrafo se legge: “Hugo Chávez è un demonio.

 

Perchè? Perchè ha alfabetizzato due milioni di venezuelani che non sapevano leggere e scrivere, anche se vivevano in un paese che ha la ricchezza naturale più importante del mondo, che è il petrolio”.

 

Queste circostanze rivelano l’uomo meglio di una dettagliata biografia o una relazione dei suoi lavori letterari.

 

Prima e dopo aver scritto “Le vene aperte dell’America Latina”, Galeano ha fatto causa comune con le realtà, i sogni e le speranza del continente che vanno dalla riscrittura della storia, sino alla più fantastica favola. In questo compito è stato esplicito: “Sono uno scrittore che vorrebbe contribuire al riscatto della memoria sequestrata di tutta l’America, ma soprattutto dell’America Latina, terra disprezzata e amata”.

 

In occasione della pubblicazione del suo libro in Cile, ha risposto a un giornalista: “La storia dell’America Latina è la storia della spoliazione delle risorse naturali e in questo non si sbaglia ‘Le vene...’ perchè è un libro che descrive molto bene questo processo di svuotamento. Non si deve consegnare la natura nelle fauci aperte del sistema di potere che divora tutto quello che gli si avvicina.

 

Il sistema capitalista si mangia tutto quello che trova e include un’ideologia, una morale, una concezione della vita e delle cose che è pericolosa per il genere umano e per il pianeta che abitiamo”.

 

Queste parole si potevano dire in tutti gli spazi della III Conferenza Internazionale per l’ Equilibrio del Mondo, dov’è stata comunicata l’assegnazione del premio a Galeano per la sua vicinanza agli ideali martiani e per l’agenda che sottolinea la vigenza del suo pensiero.