Miti e realtà dell'esilio cubano

18.01.2013 - Raul Antonio Capote http://eladversariocubano.wordpress.com

MITO 1: "Miami è una grande città grazie ai cubani dell'esilio. Noi abbiamo costruito questa città".

REALTA': Furono gli afro americani e gli immigrati haitiani e giamaicani che drenarono le paludi, portarono le linee ferroviarie sino al sud della Florida, e costruirono le strade principali, molto prima dell' arrivo, in fuga da Cuba, della prima ondata di batistiani.


Quasi tutte le città degli Stati Uniti sono cresciute straordinariamente negli ultimi 50 anni; Miami è una che meno é cresciuta relativamente. Gran parte del denaro federale e statale destinati al suo sviluppo è stato sperperato, malversato o semplicemente rubato dai politici di turno.


Molti nord americani fuggendo dall'immigrazione batistiana, che consideravano scandalosa e volgare, si sono trasferiti in altre città e anche in altri Stati, portando con sé la loro attività e le loro società.


Miami occupa, vergognosamente, in tutti gli indici negativi, il primo o uno dei primi posti tra tutte le città degli Stati Uniti; in  povertà e criminalità, per esempio. L'immagine prevalente di Miami nel resto degli Stati Uniti è quella che hanno creato i terroristi e politici corrotti che ci vivono e che hanno goduto di totale impunità per oltre mezzo secolo.


Dati addizionali: (apportati dall'autore) La maggior crescita di Miami ha avuto luogo tra il 1910 e il 1925. La sua popolazione è passata da 5000 a 146000. Con la costruzione di una autostrada attraverso la baia é iniziato lo sviluppo di Miami Beach. Anche dagli anni '20 si è stato costruito il quartiere residenziale di Coral Gables e ha aperto le sue porte l'Università di Miami.


Dopo l'uragano del 1926 e la Grande Depressione, Miami ha continuato la sua crescita impetuosa, a metà degli anni '30 con una grande immigrazione ebraica di famiglie della classe media del Nord-Est degli Stati Uniti. Si é costruito il famoso quartiere Art Deco.


Una nuovo "boom" di crescita ha avuto luogo alla fine della seconda guerra mondiale. Con la diffusione dell'aviazione civile hanno cominciato ad arrivare i turisti provenienti da ogni parte degli Stati Uniti e dall'estero. La maggior parte dei grandi alberghi di Miami, come il Fontainebleau, sono stati costruiti in questo periodo. Tra il 1940 e il 1950, la popolazione della contea quasi si é raddoppiata da 268000 a 505000. Quando arrivano i primi batistiani, la città già conta circa 1 milione di abitanti.


Con il massiccio afflusso di cubani, la popolazione bianca non ispanica (anglosassone) ha cominciato a declinare sia in termini sia relativi che assoluti. Negli anni '50 costituiva l'85% della popolazione, nel 2000 era solo il 30% e ha continuato a decrescere per la migrazione in altre parti degli Stati Uniti.


Negli anni '80 Miami era, incredibilmente, il secondo centro bancario internazionale degli Stati Uniti, seconda solo a New York, e superiore alle grandi città industriali del paese, fatto che si spiega dall'impulso che impunemente prende, in quegli anni,  di lavaggio di denaro proveniente dal traffico della droga.
 

 


MITO 2: "Noi cubani dell'esilio abbiamo ora una solida posizione economica, ma abbiamo lavorato molto nei primi anni. Raccoglievamo pomodori nei campi e molti avevamo due e persino tre lavori".

REALTA': Se è vero che più di 100 cubano-americani sono milionari (alcuni dicono persino 500), il fatto è che centinaia di migliaia di cubani vivono al di sotto della soglia di povertà, decine di migliaia sono disoccupati, decine di migliaia vivono sulla sicurezza sociale e i "
food stamps" (buoni pasto), decine di migliaia hanno perso le loro case ("forclosure") negli ultimi anni, dopo aver lavorato tutta una vita, e decine di migliaia non hanno assicurazione medica.


Quasi tutti i cubano-americani milionari non vivono a Miami e preferiscono vivere ben lontani e appartati dai loro conterranei. Molte delle loro grandi fortune furono prodotto del traffico di droga, riciclaggio di denaro, furto di fondi pubblici da politici corrotti o di quanto rubato a Cuba.


Nella decade del 60 migliaia di cubani sono stati reclutati ed erano al soldo della CIA, che poi li ha usati come mercenari nella guerra sporca che ha avuto luogo in seguito, compresa l'invasione della Baia dei Porci.


Per comodità e strategia politica degli Stati Uniti, i cubani che sono giunti e giungono in questo paese hanno goduto della protezione del governo degli Stati Uniti. In un primo momento li si metteva in luoghi distinti, con aiuto economico e posti di lavoro assicurato, e la Legge di Aggiustamento Cubano gli apriva facilmente la strada alla Residenza ed alla Cittadinanza. La verità che non possono nascondere è che i cubano-americani hanno sempre goduto di uno status privilegiato rispetto agli immigrati di altre nazionalità. Ogni anno, decine di milioni di dollari federali destinati alla sovversione a Cuba, rimangono nelle tasche dei capi delle organizzazioni che vivono dell'industria anti-Castro.


Grazie al sistema educativo sviluppato dalla Rivoluzione cubana, gli immigrati cubani che sono arrivati ​​negli Stati Uniti negli ultimi decenni, godono di un livello molto elevato di istruzione in relazione agli immigrati di altri paesi, dando loro un vantaggio competitivo
al richiedere lavoro, agire socialmente, o stabilire attività economiche.

 

 

 

Mito 3: "L'unità della dell'esilio cubano è indistruttibile".

REALTA': L'unità di "esilio" non esiste né é mai esistita. Nei primi anni ed apertamente (attualmente più sottile) le organizzazioni di Miami erano completamente controllato dalla CIA, che non ha mai permesso azioni che fossero fuori dal suo controllo. Successivamente, le organizzazioni proliferarono e dagli anni '80, solo a Miami, il loro numero è salito a oltre 500; ogni dirigente si credeva scelto dal destino per assumere la presidenza di Cuba, con il ritorno dell'isola ad un passato che è già solo storia; e ciascuno di questi leader si é dedicato, con maggior o minor zelo, a segare gli altri.

Il momento più propizio ha avuto luogo in occasione della crisi del campo socialista a causa della sue devastanti conseguenze a Cuba. Tuttavia, la chiamata all'unità è stata lanciata da Armando Perez Roura, un personaggio decisamente mediocre, e a lei hanno risposto un centinaio di organizzazioni, ma molte di più non hanno risposto. Come è sempre accaduto, le ambizioni personali hanno prevalso e il progetto d'unità morì sul nascere.

Un altro dei molti tentativi per raggiungere l'unità é stata la mostruosità di un Governo Costituzionale Cubano in esilio con un certo Rodolfo Nodal Tarafa come presidente. Come previsto, la maggior parte delle organizzazioni derisero questo "presidente" di paccottiglia. In un proclama emesso da questo "governo" si segnala come causa della disunione, l'esistenza di "... un esilio frammentato e diviso, che molto serve a meschini interessi, altri per desiderio di protagonismo, la maggior parte in qualità di utili idioti gestiti da temibili nemici...".

Il colmo, al momento, è che coloro che ingenuamente sostengono l'unità dell' "esilio", vale a dire coloro che negano il falso dogma di una presunta unità, sono accusati di agire sotto la guida del "intelligence cubana", con il che sono sicuramente chiuse tutte le porte di una utopica unità.

 

 

Mito 4: "Cuba è una prigione da dove i cubani non possono uscire"
 


REALTA': Negli ultimi dieci anni, il 99,4% di un totale di 941953 domande di uscita  dal territorio nazionale sono state approvate. Solo lo 0,6% sono state temporaneamente negate per diversi motivi. Di questi cubani che sono andati all'estero, negli ultimi dieci anni, 87.2% é tornato a Cuba e il 12,8% ha stabilito la propria residenza all'estero. Sono sicuro che in qualsiasi paese, il numero di persone che non sono autorizzate a viaggiare per essere oggetto di indagine giudiziaria, per essere in età di servizio militare, o per altre cause, è molto più grande.

Cuba, come paese sovrano ha il diritto di dettare le sue leggi migratorie. Se un professionista, un medico per esempio, ha svolto gratuitamente i suoi studi, lo Stato ha il diritto di richiedergli il completamento di un determinato periodo di servizio sociale prima di emigrare.

La Legge di Riforma Migratoria Cubana, entrata in vigore il
14  gennaio 2013 elimina la necessità di richiesta di uscita dal territorio nazionale che, per inciso, non è stata creata dal governo rivoluzionario, ma da quello di Fulgencio Batista nel 1954.

 

Mito 5: "Ci sono circa due milioni di esiliati cubani negli Stati Uniti"

REALTA': Esiliato è colui che si vede obbligato ad abbandonare la sua patria per motivi politici. Il numero di persone che sono nate a Cuba ed arrivarono negli Stati Uniti prima del 1990 è, secondo il Censimento del 2010, di 539000 (48%). I nati a Cuba giunti negli Stati Uniti dopo il 1990 sommano ad un totale di 583000 (52%) e, con poche eccezioni, essi stessi si considerano, come molti del primo gruppo, come immigrati, non come esiliati.


La stragrande maggioranza degli immigrati di entrambi i gruppi ha lasciato Cuba per ragioni molto diverse, soprattutto economiche, ma non erano perseguitati politici. La prova inconfutabile di questa affermazione è che nel 2011 viaggiarono a Cuba per visitare i loro parenti più di 400000 cubani, e numeri simili negli anni precedenti.


Esiliati - estendendo molto il concetto -  potrebbero considerarsi coloro che componevano l'ondata di batistiani che venne negli USA nei primi anni dopo il trionfo della Rivoluzione, ma molti in questo gruppo avevano commesso crimini a Cuba e lasciarono il paese in fuga dalla giustizia rivoluzionaria, in modo da qualificarsi come criminali e non come esiliati. Inoltre, una parte considerevole di questo gruppo è ormai morta.


Ciò che esiste davvero è un'immigrazione cubana (negli USA ndt) che desidera mantenere i normali legami con la sua Patria e difendere il suo diritto di viaggiare liberamente e visitare e aiutare le proprie famiglie a Cuba, come dimostrano dai risultati delle
ultime elezioni nella Contea di Miami Dade.

 

 

MITO 1: “Miami es una gran ciudad gracias a los cubanos del exilio. Nosotros construimos esta ciudad”.

REALIDAD: Fueron afroamericanos e inmigrantes haitianos y jamaiquinos los que desecaron los pantanos, trajeron las líneas del ferrocarril hasta el Sur de la Florida, y construyeron las calles principales, mucho antes de que llegara huyendo de Cuba la primera oleada de batistianos.
Casi todas las ciudades de Estados Unidos crecieron extraordinariamente en los últimos 50 años; Miami es una de las que menos creció relativamente. Gran parte del dinero federal y estatal destinado a su desarrollo fue despilfarrado, malversado o, simplemente robado, por los políticos de turno.
Muchos norteamericanos, huyendo de la inmigración batistiana, que consideraban escandalosa y vulgar, se mudaron a otras ciudades e incluso a otros estados, llevándose con ellos sus negocios y sus empresas.
Miami ocupa, vergonzosamente, en todos los índices negativos, el primero o uno de los primeros lugares entre todas las ciudades de Estados Unidos; en pobreza y delincuencia, por ejemplo. La imagen que prevalece de Miami en el resto de Estados Unidos es la que han creado los terroristas y políticos corruptos que viven en ella y que han gozado de total impunidad durante más de medio siglo.
Datos adicionales:(aportados por el autor) El mayor crecimiento de Miami tuvo lugar entre 1910 y 1925. Su población pasó de 5,000 a 146,000. Con la construcción de una autopista sobre la bahía comenzó el desarrollo de Miami Beach. También por los años 20 se construyó el barrio residencial de Coral Gables y abrió sus puertas la Universidad de Miami.
Después del huracán de 1926 y la Gran Depresión, Miami continuó su crecimiento impetuoso a mediados de los años 30 con una gran inmigración judía y de familias de clase media del Nordeste de Estados Unidos. Se construyó el famoso distrito de Art Deco.
Un nuevo “boom” de crecimiento tuvo lugar al terminar la II Guerra Mundial. Con la popularización de la aviación civil comenzaron a llegar turistas de todas partes de Estados Unidos y del extranjero. La mayoría de los grandes hoteles de Miami, como el Fontainebleu, se construyeron en esta época. Entre 1940 y 1950 la población del condado casi se duplicó pasando de 268,000 a 505,000. Cuando llegan los primeros batistianos, ya la ciudad tiene alrededor de 1 millón de habitantes.
Con la llegada masiva de cubanos, la población blanca no hispana (anglos) comenzó a descender tanto en términos relativos como absolutos. En los años 50 constituían el 85 % de la población, en el 2000 era ya solamente de un 30% y continuó decreciendo por migración a otras partes de Estados Unidos.
En los años 80 Miami era, increíblemente, el segundo centro internacional bancario de Estados Unidos, superado sólo por New York, y por encima de las grandes ciudades industriales del país, hecho que se explica por el impulso que toma impunemente en esos años el lavado de dinero procedente del narcotráfico.

MITO 2: “Los cubanos del exilio tenemos ahora una sólida posición económica, pero pasamos mucho trabajo en los primeros años. Recogíamos tomates en las tomateras y muchos teníamos dos y hasta tres trabajos”.

REALIDAD: Si bien es cierto que más de 100 cubano-americanos son millonarios (algunos dicen que hasta 500), lo cierto es que cientos de miles de cubanos viven por debajo de la línea de pobreza, decenas de miles están desempleados, decenas de miles viven de la seguridad social y los “food stamps”, decenas de miles han perdido sus casas (“forclosure”) en los últimos años después de trabajar toda una vida, y decenas de miles carecen de seguro médico.
La casi totalidad de los millonarios cubano-americanos no viven en Miami y prefieren vivir bien lejos y apartados de sus coterráneos. Muchas de sus grandes fortunas fueron el producto del narcotráfico, lavado de dinero, robo del erario por políticos corruptos o de lo robado en Cuba.
En los años 60 miles de cubanos fueron reclutados y estuvieron a sueldo de la CIA, que los utilizó luego como mercenarios en cuanta guerra sucia tuvo lugar posteriormente, incluyendo la invasión a Cuba por Playa Girón.
Por conveniencia y estrategia política de Estados Unidos, los cubanos que llegaron y llegan a este país han disfrutado de la protección del gobierno norteamericano. Al principio se les ubicaba en distintos lugares con ayuda económica y empleo asegurado, y la Ley de Ajuste Cubano les abrió fácilmente el camino a la Residencia y a la Ciudadanía. La verdad que no pueden esconder es que los cubano-americanos han disfrutado siempre de un estatus privilegiado con respecto a inmigrantes de otras nacionalidades. Cada año, decenas de millones de dólares federales destinados a la subversión en Cuba, se quedan en los bolsillos de los dirigentes de organizaciones que viven de la industria del anti-castrismo.
Gracias al sistema de educación desarrollado por la Revolución Cubana, los inmigrantes cubanos que han llegado a Estados Unidos en las últimas décadas, gozan de un nivel muy alto de escolaridad en relación con los inmigrantes de otros países, lo cual les da ventaja competitiva al solicitar empleos, actuar socialmente, o establecer negocios.

MITO 3: “La unidad del exilio cubano es indestructible”.

REALIDAD: La unidad del “exilio” no existe ni ha existido nunca. En los primeros años y de manera abierta (más sutil actualmente) las organizaciones de Miami estaban controladas totalmente por la CIA, que nunca permitió acciones que estuviesen fuera de su control. Posteriormente, las organizaciones proliferaron y por los años 80, sólo en Miami, su número ascendió a más de 500; cada dirigente se creyó elegido por el destino para asumir la presidencia de Cuba, con el regreso de la isla a un pasado que es ya solamente historia; y cada uno de estos dirigentes se dedicó, con mayor o menor ahínco, a serrucharle el piso a los demás.
El momento más propicio tuvo lugar en ocasión de la crisis del campo socialista debido a sus devastadoras consecuencias en Cuba. Sin embargo, la convocatoria a la unidad fue lanzada por Armando Pérez Roura, un personaje completamente mediocre, y a ella respondieron unas cien organizaciones, pero muchas más no respondieron. Como ha sucedido siempre, las ambiciones personales prevalecieron y el proyecto de unidad murió al nacer.
Otro de los muchos intentos por lograr la unidad fue el engendro de un Gobierno Constitucional Cubano en el exilio con un tal Rodolfo Nodal Tarafa como presidente. Como era de esperar, la mayoría de las organizaciones se burlaron de este “presidente” de pacotilla. En una proclama emitida por este “gobierno” se señalaba como causa de la desunión, la existencia de “…un exilio fragmentado y dividido, muchos sirviendo a intereses mezquinos, otros por afán de protagonismo, la gran mayoría en calidad de tontos útiles manejados por temibles enemigos…”.
El colmo, actualmente, es que aquellos que ingenuamente abogan por la unidad del “exilio”, es decir, aquellos que niegan el falso dogma de una supuesta unidad, son acusados de actuar bajo la orientación de la “inteligencia cubana”, con lo cual quedan cerradas definitivamente todas las puertas de una utópica unidad.

MITO 4: “Cuba es una cárcel de donde los cubanos no pueden salir”.

REALIDAD: En los últimos diez años, el 99,4 % de un total de 941,953 solicitudes de salida del territorio nacional cubano fueron aprobadas. Sólo el 0,6 % fueron negadas temporalmente por diversas razones. De estos cubanos que salieron al exterior en la pasada década, el 87,2 % regresó a Cuba y el 12,8 % estableció su residencia en el exterior. Estoy seguro de que en cualquier país, el número de personas que no son autorizadas a viajar por estar sujetos a investigación judicial, por estar en edad de servicio militar, o por otras causas, es mucho mayor.
Cuba, como país soberano, tiene derecho a dictar sus leyes migratorias. Si un profesional, un médico por ejemplo, realizó gratuitamente sus estudios, el estado tiene el derecho a exigirle la realización de un determinado tiempo de servicio social antes de emigrar.
La Ley de Reforma Migratoria Cubana que entró en vigor el 14 de enero de 2013 elimina el requisito de solicitud de salida del territorio nacional que, por cierto, no fue creada por el gobierno revolucionario sino por el de Fulgencio Batista en 1954.

Mito 5: “Hay cerca de dos millones de exiliados cubanos en Estados Unidos”

REALIDAD: Exiliado es el que se ve obligado a abandonar su patria por razones políticas. La cantidad de personas que nacieron en Cuba y llegaron a Estados Unidos antes de 1990 es, según el Censo de 2010, de 539,000 (48 %). Los que, nacidos en Cuba arribaron a Estados Unidos después de 1990 suman 583,000 (52 %) y, salvo excepciones, se consideran a sí mismos, al igual que muchos del primer grupo, como inmigrantes, no como exiliados.
La abrumadora mayoría de los inmigrantes de ambos grupos salió de Cuba por razones muy diversas, económicas principalmente, pero no eran perseguidos políticos. La prueba irrebatible de esta aseveración es que en el año 2011 viajaron a Cuba para visitar a sus familiares más de 400,000 cubanos, y cifras similares en años anteriores.
Exiliados - estirando mucho el concepto - podrían considerarse los que integraron la oleada de batistianos que llegó a Estados Unidos en los primeros años después del triunfo de la Revolución, pero muchos dentro de este grupo habían cometido crímenes en Cuba y salieron del país huyendo de la justicia revolucionaria, por lo que califican como delincuentes y no como exiliados. Además, una parte considerable de este grupo ha fallecido ya.
Lo que existe realmente es una inmigración cubana que desea mantener vínculos normales con su Patria y defiende su derecho a viajar libremente y a visitar y ayudar a sus familias en Cuba, como quedó demostrado con los resultados de las últimas elecciones en el Condado Miami Dade.