Cangamba è radicata nella storia di Cuba

 

 

10 agosto 2013 - www.granma.cu

 

 

Oggi, 10 agosto si compiono 30 ani dall’eroica resistenza delle truppe cubane e angolane nel paese di Cangamba, nel sud dell’Angola, che per tre giorni sopportarono il fuoco e l’assedio dei nemici, scrivendo una delle pagine più eroiche della storia recente.

 

Nella provincia di Granma, con vari dei partecipanti a quelle gesta, i combattenti cubani di varie epopee hanno riaffermato ieri che l’esempio di coloro che 30 anni fa difesero quella regione angolana è fortemente radicato  e deve continuare a propagarsi nella storia del nostro paese, riposta la AIN.

 

Alcuni dei protagonisti hanno scambiato ricordi sulla battaglia avvenuta il 10 agosto del 1983, con i partecipanti di altre gesta internazionaliste, nell’Esercito Ribelle, la lotta clandestina. Playa Girón e nello scontro contro le bande di terroristi.

 

Il tenente colonnello  Rafael Ramos, che trent’anni fa diresse una unità speciale incaricata di riscattare gli assediati di Cangamba, ha definito quegli avvenimenti come frutti di una prodezza del popolo cubano nel secoli XIX e XX, “radici di quello che va ancora fatto”.

 

La proiezione del documentario Cangamba, del giornalista  Milton Díaz Cánter, ha aperto l’incontro.

 

A Cangamba 818 patrioti angolani e cubani seppero resistere all’assedio e agli attacchi di un nemico superiore, con tremila soldati.

 

Nella provincia Granma risiedono 39 sopravvissuti a quella prova di eroismo, molti dei quali il 5 agosto hanno parlato del tema, incontrando lavoratori, studenti e membri delle organizzazioni di massa ed ex combattenti.

 

 

La lettera  di Fidel ai combattenti

cubani e angolani a Cangamba

 

 

5 agosto 2013 - www.granma.cu

 

 

Ai cubani e alla 32ª Brigata FAPLA che combattono a Cangamba.

 

Cari compagni:

 

Per giorni abbiamo seguito ora per ora la vostra eroica resistenza contro forze molto superiori in numero e mezzi dei burattini del Sud Africa, a Cangamba.

 

La Colonna di Menongue (Distaccamento Blindato No.2) è uscita da questa città al tramonto del 6 agosto ed ha trovato grandi ostacoli naturali sul cammino, la causa principale del suo ritardo ed ha anche dovuto sostenere alcuni combattimenti.

 

Il giorno 9, quando il nemico si è ritirato da Cangamba, i suoi membri hanno creato le condizioni per guadare il fiume Cuito. 

 

Abbiamo adottato tutte le misure per appoggiare le truppe assediate.

 

L’invio di rinforzi cubani per elicottero a quel punto è la prova della nostra determinazione di sferrare e vincere questa battaglia assieme agli angolani.

 

Poderose colonne blindate avanzano già rapidamente in direzione di Cangamba.

 

Tutto adesso dipende dalla vostra capacità di resistere il minimo di tempo indispensabile per far sì che queste truppe giungano al loro obiettivo.

 

Se il nemico prende Cangamba non avrà pietà dei feriti e dei prigionieri.

 

Il primo compito dopo la vostra vittoria sarà  evacuare i feriti in combattimento e i corpi dei morti.

 

Dalle vostre posizioni ben trincerate, con serenità e fiducia in voi stessi e totale determinazione, dovete respingere gli attacchi nemici, resistere fermamente al fuoco dell’ artiglieria e annichilire coloro che tentano d’impadronirsi della posizione.

 

È obbligatorio risparmiare le munizioni e assicurarsi di un fuoco preciso, sopportare con fermezza la fame e la sete se terminano i viveri  e l’acqua.

 

Tutti i mezzi e le forze cubani si useranno se sarà necessario, per liberarvi dall’assedio nemico.

 

Le nostre truppe giungeranno rapidamente, in tre o quattro giorni, ma se la distanza, gli ostacoli naturali e l’azione del nemico le faranno tardare il doppio  o il triplo del tempo e anche di più, si deve resistere perchè giungeranno lì a qualsiasi prezzo.

 

Che Cangamba si trasformi nel cimitero dei mercenari che servono gli odiosi interessi dei razzisti sudafricani!

 

Che Cangamba sia un simbolo eterno del valore dei cubani e degli angolani!

 

Che Cangamba sia esempio che il sangue versato dagli angolani e dai cubani per la libertà  e la dignità dell’Africa non è stato invano!

 

Ho fiducia nel vostro coraggio insuperabile  e vi prometto  che vi riscatteremo, costi quel costi.

 

 

Un esempio, un insegnamento

 

 

30 anni fa i combattenti cubani e angolani, scrissero  con sangue e sacrificio, una delle pagine più eroiche della storia recente. Loro risposero con fermezza alla lettera inviata dal   Comandante in Capo  Fidel Castro Ruz. Su quella battaglia, il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, ha espresso  nel libro “Cangamba”  le sue riflessioni, delle quali Granma riproduce alcuni frammenti.

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Nella guerra non accade sempre quello che uno si aspetta, e cosi avvenne il 2 agosto del 1983 con l’attacco nemico a Cangamba. Si tratta di un piccolo villaggio situato a grande distanza dalla regione oggetto dell’aggressione dell’esercito sudafricano e dove erano spiegate le truppe internazionaliste cubane, perchè la ragione della loro presenza era precisamente impedire un’invasione militare straniera.

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Il nemico ebbe dalla sua inizialmente una cosa molto importante: la sorpresa.

D’altra parte le sue truppe erano molto più numerose ed avevano la superiorità che concedeva loro l’enorme appoggio materiale e organizzativo del regime razzista. Indubbiamente non riuscirono a trasformare quella situazione favorevole in una vittoria. Lo impedì l’eroica resistenza dei combattenti cubani  e angolani, che difesero con le unghie e coi denti per sette giorni una posizione che in varie giornate si ridusse alle proporzioni di un campo di calcio, praticamente senza acqua, medicinali e alimenti. 

Fu decisivo  anche il valoroso ed esemplare operato dei piloti internazionali degli aerei da combattimento, che provocarono il maggior numero di morti e feriti al nemico e che, assieme agli aerei  da trasporto e agli elicotteri rischiarono tutto per salvare i loro compagni assediati.

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Oltre al meritato omaggio allo straordinario merito dei veterani di Cangamba, è d’infinito valore il loro esempio del compimento eccezionale del dovere

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La resa, la sconfitta o la possibilità d’essere fatti prigionieri non passarono per la mente di nessuno di loro. Fu ferma la decisione d’affrontare il nemico sino alle ultime conseguenze senza pensare nel loro numero o nelle armi migliori che aveva a disposizione.

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Quella complessa operazione militare non ebbe in nessun momento il proposito di conservare il controllo di un remoto paesino, carente di valore strategico. Semplicemente fummo conseguenti con un principio: la Rivoluzione non abbandona uno solo dei suoi figli.

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Ricordo quel primo momento di calma, quando il 10 agosto si confermò la ritirata del nemico. Quel pomeriggio nel mio ufficio del MINFAR, trasformato in Quartier Generale dal Comandante in Capo durante tutta l’operazione, gli chiesi se si ricordava nelle nostre vite di rivoluzionari una settimana con tanta violenta e drammatica tensione, e lui coincise che non ne ricordava un’altra così.

 

Chissà possa sembrare un’affermazione più simbolica che obiettiva, motivata dalla vicinanza del fatto,  soprattutto perchè si trattava del protagonista di tante grandi e piccole battaglie,  ma c’era una differenza essenziale: nella maggioranza di quelle condividevamo i pericoli e in questa occasione ci angosciava con particolare forza il fatto d’essere a diecimila chilometri da quelle centinai di compatrioti in pericolo di morte imminente.

 

So che ogni rivoluzionario mi comprende. Tutti siamo stati formati alla stessa scuola dei valori e del sacrificio di Fidel e ci sforziamo d’agire in conseguenza. 

 

Cangamba ancora una volta lo dimostrò abbondantemente.

 

 

Ricordare dopo 30 anni l’epica

battaglia di Cangamba

 

 

1 agosto 2013 - Dilbert Reyes Rodríguez www.granma.cu

 

 

L’epica battaglia  di Cangamba, avvenuta tra il 2 e il 10 agosto del 1983 in suolo angolano, sarà ricordata dal popolo dell’orientale provincia di Granma dove risiede il maggior numero dei combattenti cubani che parteciparono a quelle eroiche azioni.

 

Sei giorni durerà la commemorazione, che inizierà il 5 agosto e il cui programma di attività prevede omaggi nei quartieri e nei centri di lavoro, ai protagonisti di quella battaglia definita “uno dei capitoli militari più simbolici della resistenza e della combattività del popolo cubano.

 

Agli incontri con gli abitanti e gli operai di tutti i municipi granamensi, si unisce la proiezione di filmati e il dibattito in situ della pellicola “Kangamba”, del regista Rogelio París,  e del documentario sulla battaglia girato dal giornalista  Milton Díaz Cánter.

 

Le attività, durante le quali di esporranno e si venderanno libri vincolati all’epopea dell’ Angola, conteranno con la presenza dei più di 30 combattenti dell’azione che risiedono a Granma, includendo l’Eroe della Repubblica di Cuba, il colonnello della riserva Fidencio González Peraza,  capo degli assessori che si trovavano a Cangamba.

 

“Quel capitolo della missione militare dell’Isola in Africa fu eccezionale per il coraggio e l’eroismo con cui il gruppo dei cubani e degli angolani riuscì a resistere otto giorni agli intensi combattimenti senza cibo e acqua sufficienti all’assedio delle truppe meglio armate e 12 volte superiori come numero di uomini, la cui sconfitta frustrò il tentativo di riprendere il  paese e proclamare da quella zona la detta Repubblica negra  pretesa del leader della UNITA,  Jonas Savimbi”, ha detto il tenente colonnello Rafael Ramos, capo della forza del Destino Speciale che intervenne per rompere l’assedio nemico.

 

Il principale momento patriottico culturale sarà dedicato al 30º anniversario della memorabile battaglie e si effettuerà la mattina del 10 agosto nel parco museo Ñico López — antica caserma  Carlos Manuel de Céspedes — della città di Bayamo, capoluogo del Granma.