La traversata e l’ancora

 

dei Pogolotti in Cuba

 

 

26.1.2013 - Acela Caner Román www.granma.cu

 

 

“Un pomeriggio di marzo, poco più di dieci anni fa, quando iniziava il progetto di un’investigazione storica, geografica e antropologica sul quartiere Pogolotti, mi fermai davanti ad una porta, da cui il suono dei tasti di una vecchia macchina da scrivere non cessava.

 

Lì mi aspettava Graziella Pogolotti, la nipote del costruttore del primo quartiere operaio costruito inCuba e in America Latina.

 

Parlare con Graziella fu per me come risalire un fiume le cui fonti di ampliano mentre avanzi. Terminai catturata, tanto da perdere la nozione del tempo e il contatto con tutto quello che mi circondava, presa dalla sua voce e dalla sua sapienza, marcate da un profondo umanesimo che colloca l’uomo al centro della sua cultura.

 

De quel progetto d’investigazione, auspicato dall’Università degli Studi di Torino e con l’appoggio del Laboratorio di Trasformazione Integrale del Quartiere Pogolotti e il Centro per lo Sviluppo Integrale della Capitale, nacque “Dino Pogolotti, un piemontese a l’Avana”, un libro bilingue nel quale molte voci raccontano la storia di Domenico Pogolotti, il mitico piemontese che costruiva strade acquedotti e case come chi realizza i sogni con pietre e cemento, e degli abitanti di un quartiere che si distingue in tutta L’Avana per il suo senso di appartenenza e identità.

 

“Dino Pogolotti, un piemontese a L’Avana”, ha unito nella conoscenza e nel sentimento, Cuba all’Italia ed ha avvicinato sempre più la gente del quartiere a Graziella Pogolotti.

 

La traversata di questa famiglia italiana, che gettò la sua ancora a Cuba, ha commosso molti.

 

Ispirato da questa storia, Renzo Sicco, il direttore della compagnia ‘Assemblea Teatro’, ha scritto “Radici profonde” e “Nato per volare”, due opere teatrali presentate per la prima volta nel quartiere Pogolotti, prima che in Piemonte e in tutt’Italia.

 

Inoltre la cineasta italiana, Enrica Viola ha filmato “Mi Pogolotti querido”, proiettato nel 32º Festival del Nuevo Cine Latinoamericano e in prima assoluta nel quartiere Pogolotti il 24 febbraio del 2011, giorno in cui si compiva il centenario della sua fondazione.

 

Fu una notte eccezionale. Un regalo per tutti. Graziella Pogolotti, la nipote del costruttore, con i discendenti e i fondatori del quartiere, riuniti in una grande spianata, cento anni dopo, apersero le cause della memoria collettiva con la proiezione del film, nel quale tutti ci sentivamo un poco protagonisti di un’opera che racconta la storia d’una famiglia italiana e che rivela il senso dell’identità di un quartiere.

 

Graziella, dallo schermo, mostrava la vita come un’avventura eccezionale nel quotidiano, che diviene sfida e poesia.

 

Condivido con i lettori un frammento del prologo che Graziella Pogolotti scrisse per presentare quella storia: “In tutte le traversate c’è un porto, un luogo dove gettare l’ancora e seminare. In quest’opera la vita dei Pogolotti trascorre tra viaggi, attraverso l’Atlantico, tra due mondi: il villaggio di Giaveno e il porto de L’Avana. Al termine dell’ avventura Dino e Marcello trovano riposo nella terra d’origine.

 

La vita dei Pogolotti trascorre anche nel mezzo di grandi trasformazioni di un secolo marcato dalle sfide della modernizzazione e dallo spirito rinnovatore della modernità, scosso dalle guerre e le rivoluzioni, con commozioni sociali e artistiche di ogni indole, per la riformulazione di tutte le domande.

 

Nell’affanno di costruire e lasciare impronte del loro passaggio nella vita, si stabilirono a Cuba, un’Isola dei Caraibi che cominciava a rinascere dopo trentanni di lotte per l’indipendenza.

 

Dino fondò un quartiere operaio, Marcello si dedicò all’impegno di creare una cultura nuova, coinvolto totalmente in un progetto d’emancipazione umana. Tutti abbiamo rivendicato il diritto di fare e di sognare”.

 

Come ricordo ho alcune foto di quei momenti d’incontro con Graziella Pogolotti, con il quartiere e con una storia locale e umana che supera gli spazi e il tempo. In questi giorni Graziella festeggia il suo compleanno e per questo mi piace condividerli con voi.