Cultura

 

 

20 ottobre, Giorno della
 

Cultura Cubana

 

 

 21.10.2013 - www.granma.cu

 

 

La Carta di una nazione.

 

La volontà di pensare e sentire la nazionalità di Cuba, divenne un’azione decisa con il Grido de La Demajagua che segnò l’inizio delle gesta di liberazione nel 1868. Dieci giorni dopo, il 20 ottobre, il popolo di Bayamo segnò l’articolazione tra giustizia, libertà e identità, intonando per la prima volta La Bayamesa, divenuta più tardi l’Inno nazionale cubano.

 

Le strofe che chiamano al combattimento e al sacrifico per la Patria libera, sottolineavano con la musica e lo spirito energico non solo l’aspirazione alla lotta per l’indipendenza, ma anche la profonda sensibilità umana e sociale dei cubani.

 

Poesia e azioni scandiscono questa marcia simbolo della Patria e motivo d’orgoglio per la nazione, che la canta da 145 anni.

 

Per questo il 20 ottobre si celebra il Giorno della Cultura Nazionale, data sempre propizia per esaltare il sentimento patriottico,  opportuna anche per riflettere sui cammini che in questi tempi di trasformazione indicano la rotta alla società, verso una cultura spirituale che educhi l’intelletto, lontano dalle banalità e dal consumismo.

 

Nel processo di attualizzazione del modello socialista cubano, del riordino dell’attività produttiva e del perfezionamento delle strutture di Stato e di Governo, questa è anche l’ora di fomentare i valori etici ed estetici e di accrescere lo sviluppo della nostra identità, per porre le basi della società sostenibile e prospera che i cubani vogliono costruire.

 

Lo hanno dimostrato i giovani artisti e intellettuali dell’Associazione  Hermanos Saíz, la cui maturità e impegno, con l’opera rivoluzionaria, hanno fatto notare nel loro Secondo Congresso  coraggio e rigore, dialogo e critica, qualità e creazione, che  sono stati le carte credenziali di questi giovani che sono conseguenti con tutta la grandezza storica e culturale che li precede.

 

Creare in maniera responsabile, lontano da volgarità, banalità, mediocrità e cattivo gusto, sapere da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare, è l’azione centrale dell’attenzione nella società per far sì che non si chiudano mai quelle catene che sottomettono i popoli nella vergogna e nel disonore.