Giudice nega la mozione d’aiuto a

un prigioniero che sta per morire

 

 

 17.04.2013 - Deisy Francis Mexidor   www.granma.cu

 

 

 

Nonostante stia per morire, un giudice federale ha negato una mozione d’aiuto d’emergenza allo yemenita Musaab al-Madhwani, prigioniero nell’illegale carcere degli Stati Uniti ubicato nel territorio occupato a Cuba di Guantánamo.

 

Il Giudice di Distretto Thomas Hogan ha sostenuto che non ha competenza nel caso ed ha descritto la situazione del prigioniero in sciopero della fame da varie settimane, come “inventata”, ha indicato un rapporto diffuso nella pagina digitale del media alternativo Democracy Now.

 

“Al-Madhwani potrebbe correre pericolo di morte imminente”, ha affermato un medico di cui non stato pubblicato il nome.

 

Il medico ha accusato il penitenziario di "indifferenza deliberata", affermando che il prigioniero è stato posto in isolamento senza vigilanza quotidiana, dopo un forte problema di salute presentato la scorsa settimana.

 

Al-Madhwani è recluso da più di dieci anni e non è mai stato accusato di alcun delitto, così come gli altri prigionieri - circa un centinaio - che sono “sospettati di terrorismo” dalle autorità statunitensi.

 

“I prigionieri sono sempre più frustrati per le terribili condizioni in cui sono mantenuti”, ha affermato alla CN l’avvocato Carlos Warner, difensore di vari detenuti.

 

Qui fanno in modo che la sola prospettiva possibile per abbandonare Guantánamo sia la morte”, ha segnalato Warner, parlando dello sciopero della fame iniziata lo scorso 6 febbraio e mantenuto da un centinaio di reclusi, che protestano contro gli abusi dei militari.

 

L’avvocato ha aggiunto: “Disgraziatamente credo che questi uomini siano disposti ad accettare questo... la morte”.

 

Le organizzazioni dei diritti umani hanno fortemente criticato il presidente Obama per non aver mantenuto la sua promessa di chiudere la prigione, aperta nel 2002 nella base navale che il Pentagono mantiene nel sudest di Cuba, contro la volontà del popolo dell’Isola e del suo governo.

 

Da più di dieci anni i prigionieri di Guantánamo sopravvivono in condizioni di vita durissime, in isolamento con temperature estreme, obbligati a stare in posizioni umilianti, senza ingerire alimenti per lunghi periodi, tra i molti maltrattamenti.