Dichiarazione del  Ministero

delle Relazioni Estere

 

 

1.09.2013 - www.granma.cu

 

 

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba ha conosciuto con profonda preoccupazione, la dichiarazione formulata il giorno 31 agosto dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, con la quale ha annunciato la sua decisione di lanciare azioni militari contro la Repubblica Araba della Siria.


Senza lasciare alcun margine ai tentativi in corso per ottenere una soluzione politica del conflitto, né presentare alcuna prova e con totale disprezzo delle opinioni di numerosi paesi, compresi alcuni del loro principali alleati, e delle Nazioni Unite, il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato la sua determinazione di realizzare azioni che violano il Diritto Internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, che provocheranno ancora morte e distruzione e porteranno, indubitabilmente, all’intensificazione del conflitto che questa nazione araba sta attraversando.


Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba fa un appello ai membri del Consiglio di Sicurezza affinché compiano il loro mandato d’impedire ogni attacco alla pace e fermino un intervento militare che minaccia la sicurezza internazionale in questa instabile regione del mondo.


Cuba considera che l’Assemblea Generale, unico organo delle Nazioni Unite in cui sono rappresentati tutti i paesi, ha anche la responsabilità di fermare l’aggressione, in particolare quando è prevedibile che il Consiglio di Sicurezza, di fronte alla preminenza degli Stati Uniti in questo organo, non possa prendere una decisione. L’Assemblea, nell’esercizio delle sue facoltà, deve riunirsi con carattere d’urgenza e stabilire le misure imprescindibili.


Il Segretario Generale delle Nazioni Unite deve impegnarsi direttamente per impedire le azioni che il Presidente degli Stati Uniti ha indicato come quasi inevitabili. Gli spetterebbe la realizzazione di iniziative diplomatiche urgenti ed energiche di fronte al governo nordamericano, per cercare di salvare l’immensa responsabilità del suo incarico con la pace e la stabilità mondiale.


Il Gruppo dei 20 si riunirà a San Pietroburgo, in Russia, il 5 e il 6 settembre. Questa istanza, alla quale parteciperanno molti dei principali leader mondiali non potrà evadere l’obbligo di discutere con il Presidente degli Stati Uniti la situazione creata e di adottare azioni concrete al riguardo.


Se non gli si nascondesse la verità e se non fosse costantemente inondato da informazioni tendenziose, manipolate e parziali, il popolo nordamericano, che nelle guerre dal Vietnam e sino a oggi, ha sofferto la morte di decine di migliaia dei suoi giovani, non rimarrebbe indifferente di fronte a una nuova conflagrazione che produrrà maggiori perdite di vite e, giunto il momento, richiamerebbe alla loro responsabilità i politici corrotti e i mezzi di comunicazione menzogneri.


Ci si chiede che cosa farà il Congresso degli Stati Uniti quando riprenderà le sessioni il prossimo 9 settembre e dovrà decidere tra l’inizio di una nuova guerra e la preservazione della pace internazionale, tra la vita e la morte. Se, come il Parlamento britannico, respingerà i tentativi di aggressione annunciati dal Presidente, avrà dato un sorprendente e coraggioso contributo alla pace mondiale e al discusso sistema politico del suo paese. Se li approverà, dovrà assumerne le conseguenze di fronte agli implacabili registri della storia.


Cuba fa anche un appello ai leader d’opinione degli Stati Uniti e del mondo a impedire che la legge della giungla prevalga sulla ragione, che si sferrino attacchi illegali e illegittimi contro altri paesi, e che si tenti di soppiantare la diplomazia con la guerra.


Cuba esorta, inoltre, i leader pacifisti, religiosi, i giovani e gli studenti, i lavoratori, gli artisti e gli intellettuali, i movimenti sociali le forze progressiste e tutti coloro che condannano la guerra a mobilitarsi per opporsi alla decisione del Presidente degli Stati Uniti di attaccare la nazione araba.


Il Ministero delle Relazioni Estere fa anche un appello a preservare la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale della Siria e il diritto all’autodeterminazione del suo popolo, e a promuovere la soluzione del conflitto per vie diplomatiche senza più spargimento di sangue.


Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba

 

Havana, 1º de settembre  2013