UPEC: eletti nuovi membri nella

riunione generale straordinaria

 

 

14.10.2013 - www.granma.cu

 

 

Il Plenum Straordinario del Comitato Nazionale dell’Unione dei giornalisti di Cuba (UPEC) ha eletto, sabato 12, a L’Avana,alcuni nuovi membri ed ha analizzato i risultati dei seminari creativi svolti nel media.

 

Data l’importanza di migliorare la composizione di genere nel Comitato e l’alta rappresentatività degli iscritti a  Santiago di Cuba e a L’Avana, la Commissione di Candidatura del IX Congresso della UPEC è stata convocata dalla Presidenza dell’ organizzazione per   cooptare nuovi membri al Comitato Nazionale. Sono stati eletti Fabiola López, della delegazione de L’Avana e  Yamilé Haber, di Santiago di Cuba.

 

I seminari creativi nei media di diffusione di massa sono stati definiti come: “un canocchiale per vedere quello che ci frena fuori, ma anche un microscopio potente per  vederci dentro e da lì l’importanza di mantenerli permanentemente”.

 

Alcuni hanno sostenuto che è necessario cercare soluzioni concrete per le principali limitazioni e porre attenzione al trattamento dei giovani nell’organizzazione.

 

Antonio Moltó, presidente dell’Unione dei Giornalisti di Cuba, ha proposto di creare un gruppo assessore della presidenza dell’organizzazione, formato dai Premi Nazionali di Giornalismo  José Martí, ed ha risalato la necessità di fomentare una strategia per far sì che i giovani si sentano più rappresentati.

 

I membri del Comitato Nazionale della UPEC continuano le loro analisi sui temi d’interesse per il Comitato, dopo lo svolgimento del IX congresso, nel mese di settembre per liberare dagli ostacoli, a tono con le trasformazioni del modello economico e sociale in Cuba.

 

 

La nostra stampa è fedele alla Rivoluzione, a

Fidel e a Raúl, ha detto Miguel Díaz-Canel

 

 

16.07.2013 - www.granma.cu

 

 

“La stampa  cubana è genuina, era ed è anche  latinoamericana e del Terzo  mondo; ferma, fedele  alla Rivoluzione, a Fidel e a Raúl;  abbiamo fiducia e necessitiamo molto la stampa  per costruire il socialismo che desideriamo”, ha detto  Miguel Díaz-Canel, Primo Vicepresidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, nel suo discorso di chiusura del IX Congresso dell’Unione dei Giornalisti  di Cuba (UPEC) che si è appena svolto nel Palazzo delle Convenzioni de L’Avana.

 

Il  membro del Burò Politico del Partito  ha definito fruttifera la tappa finale della riunione dei giornalisti cubani, in cui si è svolto un dibattito esigente, non compiacente, opportuno e chiarificatore:“Noi discutiamo della stampa per trasformarla.  La UPEC dev’essere la via per il dialogo e il dibattito, per perfezionare e collocare la stampa all’altezza che i tempi attuali esigono”, ha aggiunto.

 

“Il popolo ha fiducia nella stampa, ma questa società esige di più, ha segnalato ed ha prcisato che: “Il nostro popolo deve sapere che la nostra stampa è con la Rivoluzione, ma non è soddisfatta con quel che fa e cerca di perfezionarsi”.

 

Poi ha spiegato che nel Congresso la discussione non si è soffermata solo sui successi, ma si è centrata sullo spirito critico e d’insoddisfazione con il lavoro della stampa, che si è comunque esercitato con la passione per la verità, e che questo deve caratterizzare il lavoro dei giornalisti e dei mezzi di comunicazione rivoluzionari cubani.

 

“L’insoddisfazione è legittima, perchè nessuno può negare l’apporto della stampa all’opera della Rivoluzione. Il suo lavoro ha a che vedere molto con le circostanze in cui si sono sviluppate le sue azioni in più di 50 anni di Rivoluzione, che ha sempre cercato di raggiungere tutti  e per il bene di tutti”, ha segnalato Díaz-Canel.

 

“A noi manca una cultura della comunicazione nel paese e si sta lavorando ad una proposta di politica di comunicazione del Governo, a meccanismi  di sicurezza materiale dei media di comunicazione e nel concetto del nostro modello di stampa.

 

In quest’ultimo impegno sarà molto importante l’investigazione del  giornalista e professore già scomparso,  Julio García Luis, presentata come libro in questo Congresso,  che sarà consegnato a tutti i colleghi della stampa.

 

Definendo le linee d’azione che rispondono alle sfide e alle insoddisfazioni attuali, Díaz Canel ha riferito la necessità di un dialogo permanente tra il Partito e i direttori dei media e i giornalisti, della consecuzione  di uno scambio permanente ed esigente con le fonti d’ informazione, d’interpretare il diritto del popolo di ricevere una miglior informazione, di rinforzare l’ autorità dei direttori del media e ottenere che i migliori giornalisti siano coloro che dirigono i media.

 

“La nostra stampa deve dare una messa a fuoco scientifica al lavoro dei media, attualmente  deve analizzare l’impatto delle tecnologie dell’informatica e la comunicazione perchè questa è una stampa in tempo reale e quindi dobbiamo cambiare mentalità e concetti,  rivedere quello che abbiamo proposto, gli argomenti di altre epoche, che vanno affrontati i maniera diversa”, ha detto.

 

Inoltre ha risaltato i concetti di Fidel nella stampa, come principi essenziali per l’attuazione e le analisi che negli anni recenti ha realizzato il compagno Raúl su questo tema, ed  ha sottolineato il ruolo fondamentale che ha la stampa nella creazione di una società migliore che abbiamo proposto e questo passa  per l’arricchimento della cultura e la conoscenza.

 

Possiamo avere la migliore delle economie, ha detto, ma se non lavoriamo alle emozioni, alla spiritualità, alla conoscenza, non costruiremo quel socialismo prospero e sostenibile a cui aspiriamo.

 

Díaz-Canel,  che ha partecipato alle due sessioni di lavoro, sabato 13 e domenica 14, ha segnalato che la nostra stampa  ha  come la virtù  d’essere scomoda per l’imperialismo, per la verità che esprime la sua vocazione d’accusa e che per questo è odiata dalla sovversione interna e straniera.

 

Al termine del suo intervento ha segnalato che abbiamo una luce, un consenso che va utilizzato per realizzare una stampa migliore, ed ha espresso la convinzione che in questa, come nelle  altre battaglie della Rivoluzione: Vinceremo!

 

Inoltre il compagno  Díaz-Canel  ha trasmesso il saluto e i complimenti del Generale d’Esercito Raúl Castro, primo segretario del Partito e presidente dei Consiglio di Stato e dei Ministri in occasione del 50º anniversario della UPEC,  il 15 luglio, ed ha consegnato alla presidenza dell’organizzazione un diploma firmato da Raúl.

 

A sua volta la UPEC ha concesso la Moneta Commemorativa 50º Anniversario dell’ Unione dei Giornalisti di Cuba a Fidel e Raúl, come esempi e sostenitori del giornalismo  rivoluzionario cubano, e ad altri colleghi  che hanno sostenuto il giornalismo rivoluzionario dalla lotta di liberazione sino ad oggi.

 

 

L’importanza d’investire nei mezzi di comunicazione


L’importanza d’investire nei mezzi di comunicazione è stata sottolineata nelle sessioni finali del  IX Congresso della Unione dei Giornalisti di Cuba  (UPEC), che si è svolto nel Palazzo delle convenzioni de L’Avana.

 

 

 

15.07.2013 - www.granma.cu

 

 

I delegati hanno sostenuto che investire in questi enti equivale a farlo nel capitale simbolico  imprescindibile per costruire con coscienza il sistema socialista.

 

Nei loro interventi i partecipanti hanno anche parlato della necessità di garantire una dotazione tecnologica che appoggi il lavoro giornalistico.

 

Inoltre è stato segnalato che ci sono insufficienze da parte di diversi giornalisti che non sempre utilizzano bene gli strumenti a disposizione.

 

Oltre alla situazione materiale della stampa e al suo impatto nell’efficacia informativa,  i partecipanti hanno presentato relazioni, hanno scambiato opinioni, esperienze e pareri sui media, di giornalismo e di politica.

 

Con lo slogan “Con la passione della verità”, le sessioni del IX Congresso, iniziate sabato 13, hanno compreso anche la presentazione della relazione centrale e i dibattiti attorno al giornalismo necessario al socialismo, nelle scenario mediatico attuale.

Il Congresso, al quale ha partecipato il vicepresidente dell’Isola, Miguel Díaz-Canel,  si è svolto poco prima del 50º anniversario dalla fondazione di questa organizzazione, fondata il 15 luglio del 1963,  arrivata a mezzo secolo d’esistenza.

 

 

Il vicepresidente di Cuba Miguel Díaz-Canel

ha partecipato al IX Congresso della UPEC

Segnalato il lavoro della stampa cubana
Joel Michel Varona  

 

Il primo vicepresidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha definito positivo il lavoro realizzato dai giornalisti nel mezzo delle difficoltà che attraversa la nazione.

 

Da questo settore escono solo i meno impegnati. I giornalisti  di oggi, con i loro problemi materiali di vita e salari,  stanno facendo un tremendo lavoro per la Rivoluzione, ha sottolineato.

 

Díaz-Canel nella giornata finale del IX Congresso dell’Unione dei Giornalisti di Cuba che si è svolta nel Palazzo delle Convenzioni.

 

“I nostri giornalisti svolgono un dibattito intelligente ed ho appreso molto dai loro interventi”, ha segnalato.

 

“Abbiamo eccellenti lavoratori della stampa e continuiamo ad andare avanti perchè sono esigenti con il processo sociale”, ha indicato ancora.

 

Le analisi effettuate  non si fermano alla frontiera, ma non civettando con quello che il nemico ci vuole imporre. Siamo di fronte a un dibattito dentro i limiti della Rivoluzione, per perfezionare la stampa che la nostra società necessita”, ha detto ancora Díaz Canel.

 

“Ci sono eccellenti giornalisti giovani e quello che fanno oggi dimostra che si sentono attratti da questa professione, che è bella, ed esporre le loro difficoltà significa innalzarla”, ha dichiarato il vicepresidente  di Cuba.  

 

“Quelli che abbandonano non sono i più significativi. Lo sono quelli che combattono ogni giorno, che fanno una buona stampa e che, con tutte le limitazioni materiali, sanno dare risposte precise  per la Rivoluzione”.

 

Díaz Canel ha ricordato che i giovani laureati in Cuba hanno la garanzia del loro posto di lavoro e  che tutte le istituzioni devono rispondere per questo.

 

 

Il reclamo dei giornalisti cubani

riuniti nel loro IX Congresso

 

 

Il IX Congresso dell’Unione dei Giornalisti  di Cuba (UPEC)  ha chiamato i giornalisti e le organizzazioni del mondo a reclamare che  presidente nordamericano, Barack Obama,  liberi i quattro  antiterroristi dell’Isola condannati ingiustamente negli Stati Uniti.

 

Durante l’incontro, l’organizzazione ha richiamato  "i giornalisti  onesti"degli USA a reclamare il ritorno a Cuba di questi uomini e a dirigersi in questo impegno anche a tutte le autorità statunitensi e al Congresso.

 

In una dichiarazione diffusa dal Palazzo delle Convenzioni, si chiede ai comunicatori degli Stati Uniti che difendono il principio dell’esercizio di un giornalismo etico ed obiettivo, il loro aiuto per far sì che i grandi media rompano il muro di silenzio attorno a questo caso. 

 

Si riferisce inoltre che questo richiamo lo si realizza ora che  René González ha scontato la sua ingiusta condanna ed è ritornato definitivamente in Patria e quando le porte di una soluzione in tribunale sono quasi chiuse.

 

I Cinque, come sono noti nel mondo, furono arrestati negli USA nel 1998 per aver controllato i gruppi violenti dei nemici di Cuba che da Miami operano contro l’Isola.

 

Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Fernando González e Antonio Guerrero, sono stati condannati a lunghe reclusioni. René González  ora è a Cuba, dopo 12 anni di prigione e  la rinuncia alla cittadinanza statunitense, come condizione per il ritorno a casa.

 

Il testo ricorda che nello stesso momento in cui furono arrestati, si era messa in moto una vera congiura mediatica, chiamandoli spie e pericolosi criminali che volevano distruggere gli Stati Uniti. 

 

Anni dopo si è scoperto che le agenzie ufficiali del governo nordamericano avevano pagato i giornalisti dei media della Florida al servizio dei gruppi dei terroristi, per incrementare un clima nemico dei detenuti e influire sulla decisione della giuria riunita a Miami.

 

La voce del giornalismo cubano ha sempre reclamato la loro libertà negli ultimi 15 anni denunciando quegli arresti, le falsità del processo giudiziario, le smisurate  e ingiuste condanne per Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando e René, dice il testo della UPEC.

 

La dichiarazione sostiene anche che sino a che questi uomini rimarranno reclusi, i giornalisti cubani, con il popolo e le forze progressiste e amanti della pace e la giustizia sociale nel mondo, continueranno a mobilitarsi per questa domanda.